1.Occhi come la notte

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Naruto's pov:

Correvo o si che correvo, non né potevo più, mi tenevo il braccio destro e da esso scivolavano alcune gocce di un liquido rosso e leggermente denso, la luce del sole stava per calare, e le luci della città cominciarono ad accendersi, le strade di Tokyo erano affollate, spinsi ogni persona che si mettesse davanti a me, non potevo perdere nemmeno un secondo, proprio non potevo, sarei stato un uomo morto, se mi avessero preso non sarei nemmeno arrivato ai diciott'anni, e ci tenevo abbastanza, per me era importante.
Continuavo a correre, fino a quando non andai contro una persona, gli cadetti addosso, lui mi guardò, aveva un telefono in mano, io mi rialzai, senza pensarci due volte glielo strappai dalle mani, non potevo fare altrimenti, continuai a correre, mi guardai dietro, forse li avevo seminati, mi infilai in un vicolo, era chiuso, se mi avessero rintracciato forse avrei lasciato questo mondo, anzi né potevo essere sicuro, più che sicuro.
Rimasi fermo per un po' mi sedetti, non sentivo più la loro presenza, forse se n'erano andati, tirai un sospiro di sollievo, torai a sudare freddo quando sentii dei passi venire verso di me, mi rialzai e appoggiai la schiena al muro, ero davvero morto, chiusi gli occhi e li riaprii, mi terrorizzai quando vidi il corvino del telefono, effettivamente non aveva tutti i torti.
-Il telefono- disse con tono severo e cupo venendo verso di me.
-Amico parliamone senza il tuo telefono sono morto- dissi cercando di trovare qualche scusa ma tanto sapevo che sarebbe stato inutile.
-Ho detto il telefono- il suo viso era a pochi centimetri dal mio con una mano mi teneva fermo.
-Ma amico capisci che mi uccid- non feci in tempo a finire la frase che mi trovai a sputare sangue, l'uomo mi aveva colpito allo stomaco con una forza strabiliante.
-Ora dammi il telefono- non volevo mi uccidesse lui e allora presi il telefono con la mano destra dalla tasca e glielo porsi.
-Ecco ora lasciami in pace, grazie a te mi farò uccidere- dissi, lui si affrettò a prendere il telefono e io ritirai immediatamente il braccio e altre gocce di quel cromoso e denso liquido sporcarono la strada, lui stava per andarsene ma si soffermò a guardare il mio braccio, cosa voleva ancora?
-Tu sei farito- disse con tono sicuro, non ci voleva tanto a capirlo.
-Ma dai- era una cosa che anche uno stupido come Kiba avrebbe capito.
-Senti se vieni con me non ti denuncerò- disse mettendomi nuovamente spalle al muro.
-Amico non so nemmeno il tuo nome e poi il telefono lo hai di nuovo, lasciama in pace- tentai di spingerlo, ma nulla da fare, era troppo resistente, i suoi occhi continuavano a guardarmi, la notte sembrava esserci racchiusa dentro, ma non c'erano stelle che la illuminavano, con una mano mi tolse il cappuccio dalla testa, e i suoi occhi cambiarono improvvisamente colore, i pezzi di carbone diventarono rubini, rossi con tre pallini neri che si univano tramite qualche fine righa del medesimo colore, deglutii e sentii le gocce di sudore partire dalla tempia e scendere per tutta la faccia.
-Ora tu mi segui- ero già abbastanza agitato il mio respiro era poco regolare e il mio battito con esso, non potevo rifiutare, quella era una minaccia, lui era un'Uchiha, Kakashi-Sensei mi aveva informato che c'erano solo due Uchiha ancora vivi, l'unica cosa che sapevo e che uno di loro, il maggiore credo fosse Itachi, l'altro non sapevo esattamente come si chiami, e speravo tutto me stesso che quello non fosse il famigerato Itachi Uchiha, dovevo per forza accettare e quindi con un leggero cenno con la testa annui, lo guardai nuovamente negli occhi e lui sorrise, le gambe iniziarono a tremarmi, quello sguardo cominciò a terrorizarmi.
-Seguimi- lui cominciò a camminare subito dopo aver detto la frase, io invece aspettai qualche secondo e mi rialzai il cappuccio per evitare che i miei capelli color grano attirassero l'attenzione e cominciai a camminare, anche se a fatica, questo il corvino lo notò, si voltò e si fermò un attimo, solo per il darmi tempo di raggiungerlo, poi riprese nuovamente a camminare, e io rimasi dietro di lui come successo qualche istante prima.
Continuai ad ansimare, il braccio mi faceva male, la vista cominciava ad offuscarsi dal dolore e probabilmente da un momento all'altro sarei caduto a terra, ma continuai a camminare.
Arrivammo ad un palazzo alto, non riuscivo più ad andare avanti, vedevo male, gli effetti della ferita cominciavano a farsi sentire, mi bloccai sull'entrata, il mio corpo non si muoveva, l'uomo si accorse del fatto che mi ero fermato, si girò e mi guardò, io feci lo stesso alzando la testa.
-Riesci a proseguire?- chiese freddo, ogni volta che parlava sembrava mi buttasse addosso ghiaccio, un brivido mi passo addosso e provai a rispondere.
-S-Si- dissi alla fine balbettando, anche se in realtà quella era una bugia ma tentavo di non darlo a vedere.
-Abito al quinto piano, entra in ascensore- disse continuando a tenere un tono gelido, e poi si voltò andando avanti ma io non riuscivo a compiere nemmeno un singolo movimento, era già tanto se riuscivo a respirare, la testa cominciò a girarmi, guardai nuovamente la testa del corvino sfocata dal dolore, chiusi lentamente gli occhi e caddetti a terra.

Mi lasci così...? (Sasunaru)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora