🐺Capitolo 3 🐺

13 1 0
                                    

Stavo rileggendo la copia che da poco avevo finito di compilare dello Shan Hai Jing,[1] quando Enlai mi si approcciò, affacciandosi sul tavolo.

«Xiaolang, non hai ancora finito?» mi mise fretta, picchiettando la superficie lignea con la punta dell'indice.

Chiusi il volume, capendo che ormai non sarei riuscito a finire di rileggerlo prima del termine di consegna. E in ogni caso, non sembravano esserci stati errori.

Enlai me lo tolse dalle mani, scartabellandolo con indolenza.

«Come sempre, una calligrafia impeccabile.»

«Che ore sono?» mi stiracchiai, nascondendo uno sbadiglio.

«È ora di allenarti» rispose piccato, a malapena contenendo il tono derisorio. «Wei-shīfù stava per dare di matto non vedendoti arrivare.»

Mi alzai in fretta, uscendo. Strano che non avesse mandato Meiling a chiamarmi.

Quasi avesse sentito i miei pensieri, eccola che apparve da un angolo, saltandomi al collo.

«Xiaolang-gēgē! Anche tu hai fatto tardi oggi? Perfetto, verremo sgridati insieme!» ne gioì, prendendomi una mano per trascinarmi nella foresta di bambù. Già immaginavo la ramanzina che ci aspettava.

Scoccai un'occhiata esausta a Enlai, il quale non si sforzò neppure di nascondere il diletto. Che pessimo carattere.

Mi rassegnai a seguirla, e quando arrivammo dinanzi al maestro tutti e tre ci inchinammo. Io e Meiling ci scusammo in coro, ma il maestro si rivolse direttamente a lei, sospirando.

«Xiǎojiě, cosa ci fate qui? Se vostra madre lo scoprisse -»

«Shīfù, sapete che non mi perderei neppure una delle vostre lezioni.»

Vedendolo piuttosto rassegnato, presi mia cugina per le spalle, voltandola verso di me.

«Meiling, ormai non sei più una bambina. Ci sono altre lezioni che devi seguire, no?» le ricordai, sperando di farla ragionare.

«Ma in quelle tu non ci sei...» si lamentò, mettendo su un broncio.

«È vero che durante le lezioni non sono con te, ma sai che possiamo vederci in qualsiasi altro momento della giornata. Non avevi detto che presto saresti diventata la migliore in tutte le arti?»

A tale riferimento i suoi occhi lampeggiarono. Drizzò la schiena, guardandomi determinata.

«Vedrai, ti lascerò completamente senza parole» proclamò tronfia. Si inchinò dinanzi al maestro e corse via, girandosi a metà strada per salutarmi con la mano, urlando: «Ci vediamo più tardi, Xiaolang-gēgē!»

La salutai brevemente, voltandomi poi verso il maestro - che intanto sembrava aver già fatto andare Enlai dagli altri. Mi sorrise con mestizia, facendomi notare: «Xiaolang, sono le tue ultime lezioni qui. Cerca di essere più puntuale».

Annuii, inchinandomi di nuovo per scusarmi, prima di estrarre la spada e correre nel boschetto, senza perdere ulterior tempo.

Non c'era bisogno che mi avvisasse, sapevo già che i miei compagni mi avrebbero teso un agguato. Era una consuetudine con tutti coloro che stavano per andarsene, per mettere alla prova le loro abilità. Sicuramente avevano già accerchiato anche Enlai.

Mi guardai intorno con circospezione, affinando i sensi.

I miei compagni non ci impiegarono molto a comparire, tutti mascherati da mercenari. Reagii con prontezza, aiutandomi coi fusti di bambù per spostarmi più rapidamente, saltare e aggirarli.

Figli della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora