Alessia amava dipingere, anzi, lo adorava. Quando si sentiva particolarmente filosofica, definiva la pittura "la sua unica ragione di vita". Ma a volte, come quel giorno, la detestava.
Era da un'ora (o due? O mezz'ora? Non ne aveva idea.) che cercava di rappresentare quei maledetti pesci. Eppure sarebbe dovuto essere semplice! Erano solo degli ovali azzurri con qualche dettaglio nero e giallo. Ma più ci provava, più venivano brutti.Alessia stava proprio perdendo la pazienza. Dipingeva, copriva, dipingeva, copriva di nuovo. Era impossibile! Osservava la sua tela coperta di macchie di colore senza logica e fumava la sua pipa pensierosa (l'aveva solo per motivi estetici, in realtà non fumava chissà che cosa: di solito ci metteva dentro rosmarino o camomilla). Beh, in caso avrebbe potuto spacciarlo per un dipinto astratto. Probabilmente ci avrebbe guadagnato molto di più. Ma lei non era una che si abbassata alle esigenze del mercato. Era un'artista, diamine! E voleva solo dipingere dei diamine di pesci.
Tutto quello stress le aveva fatto dimenticare di pranzare. Alessia si rese improvvisamente conto di avere molta fame. Sbuffò, facendo uscire una scia di bollicine dalla sua pipa. Poi cercò il suo panino, adagiato per terra accanto al cuscino su cui sedeva. Orrore! Il panino non era al sicuro nel suo sacchetto di plastica: parte di esso poggiava direttamente per terra! Alessia emise un drammatico gasp mentre si toglieva la pipa dalla bocca e sollevava di scatto il panino. Regola dei cinque secondi, pensò. Ma dà quando era poggiato lì in quel modo? Non solo era ormai infetto, era anche umidiccio. Fece una faccia schifiata e si rivolse di nuovo al suo dipinto. Ora il suo disegno non le sembrava più la cosa più disgustosa della stanza. Anzi, sembrava quasi decente, adesso. Ma quei maledetti pesci le facevano girare gli occhi: sembrava che le stessero girando intorno, prendendola in giro. Una sensazione dannatamente reale, ora che ci pensava, e che provava da quando si era seduta a lavorare.
Improvvisamente sentì un movimento tra le sue mani. Abbassò lo sguardo su di esse e, invece del suo panino, vi trovò un pesce che si agitava pigramente, guardando la con sguardo infastidito e annoiato. Alessia lo lasciò cadere con un urlo. Esso però non colpì il suolo: semplicemente si mise a nuotare per la stanza. Allora Alessia capì che quei pesci che aveva visto non erano nè un'impressione nè allucinazione: nuotavano allegramente per la stanza, passando davanti al suo dipinto e dentro i suoi secchi di vernice. Il che significava che anche lei era sott'acqua. Ecco perché era così fresca in una giornata di agosto! Spiegava anche le bollicine che emetteva quando respirava o fumava la pipa. Per fortuna la realizzazione non la fece immediatamente annegare, analogamente ai personaggi dei cartoni che cadevano dopo aver camminato per metri nel vuoto. Rimase un'attimo imbambolata, chiedendosi se non fosse impazzita o se il rosmarino non fosse stato troppo forte. Poi capì. Alberto, quello stronzo! Sapeva che le avrebbe fatto uno scherzo per il primo d'aprile, ma così era davvero troppo!
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Diario di una giovane scrittrice
RandomUna raccolta di storie, one shot, pensieri e magari un giorno anche poesie. Un giornalino di idee diverse che ho deciso di condividere col mondo in un unico luogo.