2 «Voglio ricambiare il favore»

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Le luci a neon stroboscopiche del MamaRu accecarono Jungkook non appena mise piede dentro il locale, facendogli chiudere gli occhi di scatto e sibilare infastidito per l'orribile sensazione di bruciore «Ah stupide luci! Un giorno di questi ci perd...

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Le luci a neon stroboscopiche del MamaRu accecarono Jungkook non appena mise piede dentro il locale, facendogli chiudere gli occhi di scatto e sibilare infastidito per l'orribile sensazione di bruciore «Ah stupide luci! Un giorno di questi ci perderò la vista...»

Il MamaRu era ormai una tappa fissa il sabato sera per Jungkook: uno dei locali gay più rinomato della capitale, ricordato principalmente per i suoi spettacoli spumeggianti e la buona musica dei diversi dj set. Jungkook amava quel locale: gli piaceva far baldoria, bere tutti quei drink colorati che solo quel locale sapeva fare e ballare, insieme al suo migliore amico Jimin, fino a sentire i piedi doloranti. E quel sabato sera le cose non erano per nulla differenti, perché Jungkook - a passo abbastanza spedito - si stava dirigendo verso il bancone del bar di quello stesso locale, dove, su uno dei tanti sgabelli fucsia glitterati, si trovava proprio Jimin ad attenderlo «Ti davo per morto ormai» prese parola quest'ultimo una volta accertatosi che quello al suo fianco fosse Jungkook e non un estraneo «Sei in ritardo di mezz'ora minima»

«Scusa Mimì, ma trovare parcheggio è stata un'impresa questa sera» si giustificò l'amico sedendosi meglio sullo sgabello e cercando nel mentre di attirare l'attenzione del barman per farsi servire: aveva fatto le corse per arrivare in tempo e ora la sua gola era secca da morire.

Jimin a quelle scuse però non rispose, anzi, prese ad osservare per intero il corpo dell'amico quasi scannerizzandolo dalla testa ai piedi «Scusami...» iniziò poi «Ma non avevamo detto che questa sera non si rimorchiava?»

Sì esatto, perché se c'era una cosa da sapere sui due migliori amici era che decidevano in coppia se rimorchiare qualcuno o meno quando andavano insieme a ballare, e questo per evitare che uno dei due diventasse la terza ruota di scorta dell'altro. Non era mai capitata questa cosa fortunatamente, ma per evitare i due avevano deciso di creare questo tipo di "regola": o si rimorchia tutti e due o non si fa nulla.

Jungkook lo guardò confuso; le sopracciglia aggrottate «Infatti, questa sera non si rimorchia»

«A me non sembra...guarda come ti sei vestito: io poi così passo per la spalla dell'amico tutto figone e tu l'amico tutto figone» commentò triste il tatuatore osservando l'immensa differenza che c'era tra il suo outfit e quello del moretto. Jimin, infatti, quella sera indossava una semplice maglietta bordeaux di cotone a maniche corte che lasciava ben in vista tutti i tatuaggi su entrambe le braccia, aveva indossato poi un paio di skinny jeans neri strappati sulle ginocchia e un paio di Nike bianche ai piedi: un outfit molto semplice per un ragazzo che aveva deciso di passare la serata in discoteca senza troppe pretese. D'altro canto però Jungkook era vestito in maniera completamente differente rispetto a Jimin, andando letteralmente dalla parte opposta del concetto di "non rimorchiare" deciso con l'amico ore prima. Il moretto infatti quella sera indossava un crop top nero glitterato legato al collo che gli lasciava spalle, ventre e schiena scoperta e un paio di pantaloni neri a gamba larga in pelle lucida mentre, per i piedi, un paio di Converse nere.

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