il funerale

13 1 0
                                    


L'agenzia funebre Tabor era la più gettonata di Bikini Bottom.

A mandarla avanti erano due soci spensierati, Cipress e Genesio. Cipress curava l'aspetto sociale, facendo pubblicità e suonando il pianoforte durante i funerali, mentre Genesio si occupava della clientela nel senso più pratico: bare, sepolture e guida della barca funebre.

Per loro, la morte non era altro che un lavoro. Nel momento in cui il cliente veniva accompagnato all'altro mondo, i due avevano concluso una tranquilla e normalissima giornata lavorativa.

Ci fu un periodo nella vita di Cipress in cui sperava di portare a termine quanti più lavori per garantire un futuro a sua moglie, Loretta, e al loro bambino in procinto di nascere, Sol. Quando veniva a sapere della morte di qualcuno, infatti, esultava affinché la famiglia si rivolgesse all'agenzia Tabor.

Per sua fortuna, due squali martello si rivolsero all'agenzia Tabor per accompagnare il funerale di Miles, celebre pugile sparito dall'Oceano Pacifico. Alcuni sostenevano che fosse scappato per orgoglio, altri che avesse mandato una controfigura a sostituirlo per dedicarsi alla vita monastica. Qualunque fosse stato il suo vero destino, Miles aveva lasciato un grande e incolmabile dolore alla sua piccola famiglia.

Cipress sperava che, a causa della fama del pugile, tanta gente sarebbe venuta, ammirando il lavoro dell'agenzia Tabor.

La notte prima del funerale, Loretta lamentò dei forti dolori al ventre: era Sol, che scalciava per venire alla luce. Cipress la portò in ospedale affinché venisse assistita. Pensò, d'altro canto, che non avrebbe potuto dare buca a quello che sarebbe stato il funerale più seguito di sempre.

Tornò a casa all'alba, per prepararsi in modo impeccabile – capelli pettinati, baffo unto, vestito nero elegante -, e incontrò Genesio qualche ora più tardi.

Pronti a sbarcare il lunario, i due diedero inizio alla marcia funebre sotto un cielo soleggiato.

Mentre Genesio, ancora un po' assonnato, guidava la barca funebre, Cipress salì sullo spazio sovrastante per mettersi al pianoforte. Ne approfittò anche per dare un'occhiata al retro dell'imbarcazione e scoprire quante persone li stessero seguendo.

Chiuse gli occhi, sognando di esibirsi davanti a tutta Bikini Bottom, tra singhiozzi, lacrime ed applausi. Pensò che da quel giorno l'agenzia Tabor non sarebbe stata più la stessa. Quando li riaprì, però, l'Oceano gli cascò addosso.

Contro ogni aspettativa, c'erano solo quattro pesci: il prete, la moglie – Lilja -, il cognato – Aleksandr – e una sardina in incognito.

Cipress restò talmente deluso che attese qualche minuto prima di aprire lo spartito. Le speranze crollarono in un battito di ciglia, ma era finito il tempo di sognare: doveva mettersi al lavoro.

Tirò un lungo sospiro e poggiò le pinne sul pianoforte affinché i primi accordi inaugurassero il funerale. Quello che ne uscì fuori, però, fu un suono sgradevole, simile alla flatulenza di una balena. Il dolore dei parenti non bastò a distrarli. Tanto che quell'accozzaglia di rumori era lontana da un accordo, tutti alzarono il capo per interrogarsi su chi stesse accompagnando al pianoforte. Ma, in poco, smisero di pensarci, assorti nelle sofferte rimembranze.

Cipress notò che Genesio, forse ancora assonnato, era rimasto impassibile dinnanzi a quell'oscenità. Credette di essersela cavata, fin quando non incrociò lo sguardo del prete. Questi, seppur partecipando alla processione, prestava una meticolosa attenzione all'accompagnamento musicale, e lo sottoscrisse con un'occhiata di rimprovero.

- Con loro puoi sbagliare, con me no.

Cipress percepì quelle parole prima di sparire dietro il pianoforte, pieno di timore e vergogna.

Si calmò, e stavolta squadrò lo spartito dall'inizio alla fine.

Eseguì il brano alla perfezione, come era solito fare. Tra una battuta e l'altra, si rimproverava quella figuraccia, pensando che il prete fosse rimasto con quell'espressione delusa, ma non perse la concentrazione.

Concluso il funerale, Lilja e Aleksandr ringraziarono il prete e i due soci prima di tornare alla loro vita dolorosa. La sardina in incognito, invece, restò a parlare col prete, rivelando la sua identità: era Osip, il pugile che aveva affrontato Miles qualche giorno prima. Questi confessò che si sentiva responsabile della sua scomparsa, in quanto quella sconfitta gli era costata la vita.

Seppur assorto nei suoi affari, Cipress seguì la conversazione e ci tenne a consolare Osip, spiegandogli che non aveva alcuna colpa se non quella di aver svolto il proprio dovere.

Più tardi, i due soci pranzarono al Krusty Krub.

Genesio divorava un krabby patty, lamentando le spese causate dalla moglie, Amaia. Tra regali, cene e viaggi, il suo stipendio volava e non sembrava mai esistere davvero. Secondo lui, crescere un figlio avrebbe solo complicato la vita, già compromessa alla base dalla moglie.

Cipress, invece, rimuginava inappetente sugli eventi della mattinata, come se stesse realizzando il vero significato del suo lavoro. Fissava il proprio piatto, ancora ricco di pietanze, senza ascoltare il socio. Ancora non poteva concepire che al funerale ci fossero state così poche persone. Stavolta, però, non lo pensava per il bene dell'agenzia, ma per Miles. Da acclamato pugile, ecco che era stato travolto come una pover'anima. Se non fosse stato per quelle poche persone, di lui non sarebbe rimasto nulla. Solo un mistero perso nei meandri del Pacifico.

All'udire della parola figlio, però, Cipress mise a tacere tutti i pensieri e lasciò il Krusty Krab senza neanche salutare il socio.

Si precipitò all'ospedale, e raggiunse la sala parto giusto in tempo per assistere alla nascita del figlio.

Cipress non era mai stato così felice di vedere Loretta: corse al suo fianco, la baciò e le mantenne la pinna per tutto il tempo.

Portò lo sguardo oltre la finestra della sala: un forte temporale stava arrivando, pronto a spazzare via tutto il male che c'era stato, pronto ad accogliere tutto il male che sarebbe arrivato.

Cipress pensò a quanto la nascita di Sol fosse un vero momento di felicità, uno di quelli per cui vale la pena affrontare la vita. Fino a quell'istante, tutto scorreva a luci spente, scandito da un'eterna e grigia noia. Tornò poi a seguire Loretta con gli occhi, stringendola a sé, baciandola, incoraggiandola – come aveva sempre fatto, d'altronde -.

Ed ecco che il bello, il piacere e le emozioni si palesarono nella loro forma più genuina, tra le lacrime di un nuovo corpo, di una nuova anima, di una nuova vita.

Bikini BottomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora