13. Minaccia d'amicizia

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Raggiunse casa di Viola a piedi ma solo per un breve tratto. 
Aveva lasciato la macchina poco distante.
Spiò dall'angolo e vide la macchina di Samuel parcheggiata, loro due fermi lì vicino, che parlavano.
Anche Samuel, come lui, aveva il cappello in testa.

Alcuni momenti di attesa e poi iniziarono a camminare verso la sua direzione.
Felice di vedere che avevano deciso di passeggiare a piedi, si preparò all'incontro-scontro.

Quando erano più piccoli, lui e Samuel facevano sempre uno scherzo a Viola: invece di aspettarla nel luogo dell'appuntamento, la aspettavano nascosti in quell'angolo e poi balzavano fuori facendola spaventare.

Il segnale stradale dotato di specchio permetteva di vedere quando la vittima si avvicinava.
Pensò di accoglierli in quel modo.

C'erano quasi, mano nella mano, Samuel controllava il cellulare e a un certo punto si bloccò, all'improvviso.
Erano così vicini che Chris li poteva sentire parlare.

"Cosa c'è?" chiese Viola.

"Guarda!" disse Samuel e le mostrò probabilmente il cellulare perché  sentì Viola dire:
"Ha effettuato l'accesso!" con voce entusiasta.

Chris capì che avevano visto le spunte blu nella chat con il suo numero, a segnalare che finalmente aveva letto e ascoltato tutti i loro messaggi.
Restarono fermi un attimo, guardandosi senza dire nulla.

"Dai, andiamo" disse Samuel, riscuotendosi.
Ripose il cellulare in tasca, pronto a riprendere il cammino, tirandosi dietro la ragazza.
E Chris balzò fuori.

"Buh!"disse, trovandosi faccia a faccia con Samuel.

Lui sussultò appena poi gli occhi spalancati, riconoscendolo all'istante, gli tirò un pugno nello stomaco mentre anche Viola lo riconosceva ed esclamava: "Chris!" le mani sulla bocca.

"Ti sei specializzato nei pugni ultimamente Samu?" commentò Chris con voce soffocata, incassando il colpo.

Poi rise all'espressione sorpresa dell'amico per quella sua affermazione e tenendolo fermo, afferrandogli il polso con entrambe le mani, poggiò la testa sulla sua spalla, perdendo il cappello dalla testa.
Samuel rimase immobile, rigido e non ricambiò quell'abbraccio.

Viola, rimasta appena dietro a Samuel, si fece avanti e abbracciò entrambi. Chris rialzò la testa e lasciando andare Samuel, abbracciò Viola con entusiasmo, tanto da sollevarla da terra.

"Sei qui!" disse lei, ridendo e stringendolo forte.
"Quando sei tornato?" chiese, staccandosi da lui.

Lo guardava come fosse un apparizione del cielo.

"Questa mattina" rispose, raccogliendo il cappello da terra e rimettendoselo in testa.
Vide gli occhi degli amici posarsi sulla E sulla sua testa.

"E ti fai vivo solo ora?"chiese Viola, spostando lo sguardo ora sulla sua barba.

"Ho parlato prima con mamma e papà. Mi hanno raccontato del mio vero padre, poi sono passato in albergo per una nuova assunzione e ho passato del tempo con Mitty" spiegò brevemente.
"Andavate al parco?" chiese subito.

"Si, al parco" confermò Viola.

"Posso venire?" chiese.

"Certo. C'è bisogno di chiedere?"

Si avviarono e Chris iniziò a raccontare quello che i genitori gli avevano detto su suo padre e Viola commentava ogni cosa.
"Mi piacerebbe vedere una foto di tuo padre" disse alla fine.

Quando c'è la Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora