Mare Fuori - Stagione 3, Episodio 4 - L'amore che salva
Fu come riprendere fiato dopo aver fatto due vasche in apnea e aver lottato per risalire in superficie. L'aria mi entrò nei polmoni e risvegliò tutto il mio corpo come un sorso d'acqua fresca. Iniziai a tossire perché avevo la gola secca e in fiamme, mi sentivo ancora quel cappio addosso e il collo mi faceva talmente male che faticavo a tenere su la testa. Mi veniva da vomitare e avevo un peso enorme sopra al cuore che mi soffocava ancora.
Mi sentii sollevare la schiena da terra e qualcuno mi disse di alzarmi piano con una voce preoccupata. Mi aiutò ad appoggiarmi al suo corpo e mi spostò piano le collane per aprirmi leggermente il colletto della maglia lunga che avevo addosso e farmi respirare meglio.
Aprii gli occhi, ma non avevo bisogno di guardare chi c'era accanto a me per capire chi fosse. Avrei potuto riconoscere la voce di Carmine tra mille e anche se non riuscii ad inquadrarlo subito, sentii il suo sguardo intenso su di me.
Il mio primo pensiero però fu quello di guardarmi attorno per capire cosa fosse successo. Era stato tutto un incubo? Perché ero così confusa? Guardai verso il bagno che avevo di fronte a me e ricordai. C'era ancora il lenzuolo a forma di cappio appeso alla parete accanto al water; per terra si vedevano i miei pantaloni e l'intimo che dovevano essere caduti mentre sbattevo i piedi perché qualcuno mi sentisse. Era chiaro che qualcuno avesse tentato di ammazzarmi, ma chi poteva essere? E soprattutto chi aveva potuto farlo in maniera così codarda senza neanche guardarmi in faccia? Le alternative erano due: o era stata Viola, ma in sala comune non c'era prima che andassi in bagno, o era stato Mimmo che in effetti girovagava per la sala comune come un fantasma in attesa prima di volatilizzarsi chissà dove. Quel figlio di puttana, infame e traditore aveva aspettato di sentirmi dire che sarei andata in bagno e nel frattempo aveva preparato la sua trappola.
"Come stai?", mi chiese Carmine con una voce calma e morbida.
Come stavo? Avrei dovuto provare solo odio e rancore per quello stronzo che aveva tentato di ammazzarmi. Avrei dovuto solo sentire il desiderio di vendicarmi e di ripagarlo con la sua stessa moneta. Ma la verità è che avevo paura. Ero terrorizzata. Volevo solo piangere. Avevo rischiato davvero di morire e di perdere tutto. Era lecito provare terrore? Papà diceva sempre che un Ricci non ha paura neanche della morte, ma io in quel momento ero spaventata e mi tremava perfino il cuore.
"Vattene", risposi a Di Salvo tentando di parlare, anche se le mie corde vocali erano state talmente tanto torturate da rifiutarsi di emettere suoni. Evidentemente non avevano nemmeno lo spazio per vibrare.
Iniziai a toccarmi il collo per vedere se riuscivo a riprendere sensibilità e se massaggiandolo potevo riprendere la voce. Ero seduta lì per terra e non avevo nemmeno la forza di tenere aperti gli occhi. La mia testa sollevata poggiava sulla mano calda di Carmine che ovviamente di ciò che avevo detto non aveva capito nulla, o meglio, aveva deciso di non capire nulla ed era rimasto lì a fissarmi mentre tentavo di riprendermi. Ma perché non mi lasciava sola? Volevo urlare, ma non ne avevo la forza, volevo alzarmi, ma le mie gambe si rifiutavano e pesavano come macigni. L'unica cosa che potevo fare era piangere, ma non davanti a lui.
"Ti ho detto "vattene"!", gli dissi di nuovo guardandolo e raccogliendo l'ultimo briciolo di voce che mi rimaneva, cercando di fare spazio alle corde vocali che adesso stavano lottando anche per soffocare un pianto disperato.
Perché non se ne andava? Io ce la potevo fare benissimo da me, come avevo sempre fatto.
Feci un altro respiro per trattenere le lacrime che ormai mi stavano bagnando gli occhi, ma era inutile nasconderle, perché lui lo sapeva, se n'era accorto come si accorgeva sempre di ogni cosa.
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Sull'altra sponda del mare (Carmine e Rosa)
FanfictionMare Fuori ha stregato tutti i cuori dei milioni di spettatori di Rai e Netflix che hanno amato la serie tv alla follia. Non solo per la quantità di boni che arricchiscono in maniera prepotente la collezione strepitosa di maschi all'italiana che abb...