3.

212 48 7
                                    

Eveline Shaw, Segretario del Dipartimento Missioni, (H)ORUS.

Comunicazione Terza al Dipartimento Generale Ricerche: Giorno I

Gli esploratori Schmitt, Henning, Meeks, Myer sono riusciti nello giungere incolumi alle destinazioni assegnatogli e a mettersi in contatto tramite ologramma ultra-sensoriale con la Base. Per il momento ci siamo limitati a inviare i dati delle analisi preliminari dal loro fornite al Dipartimento designato. Ciò che mi preme, in qualità di dirigente del Progetto I e Segretario del Dipartimento Missioni, è mettere a conoscenza l'Organizzazione e porre attenzione su un problema di particolare rilievo, prima che ne abbiate comunicazione da altri Dipartimenti. Sono state riscontrate dal soldato scelto Myer delle forme di vita a noi sconosciute su F1-O5. Una variabile inaspettata che sicuramente non era stata calcolata ai fini del progetto.

Il Sistema Solare finora non ha rappresentato problemi: da decenni è ormai confermata la potenza incontrastata degli Umani sugli otto pianeti in esso presenti e, alla luce di ciò, mai ci saremmo aspettati di poter raggiungere pianeta in cui non valesse questa legge, divenuta ormai universale nella nostra concezione del mondo. In ogni caso la procedura è già stata avviata per cui ritengo sia la scelta migliore proseguire con l'analisi dei pianeti, come stabilito da registro, procedendo però cauti riguardo le popolazioni aliene.Attenderemo intanto le decisioni che prenderete in merito alla questione.

Cordiali saluti,

Eveline Shaw, Segretario del Dipartimento Missioni, (H)ORUS.


Era solo il primo resoconto della missione e già ero costretta a presentare alla (H)ORUS i primi segni di cedimento della missione e, di certo, non l'avrebbero presa di buon grado. Avevo dovuto vendere i pianeti come se fossero già di mia proprietà ancora prima di raggiungerli e, con essi, tutte le loro ricchezze. Avevo dato la mia parola per convincere i vertici delle vere potenzialità scientifiche ed economiche del progetto ed ora quegli esseri, che sfuggivano ai miei rigidi calcoli, stavano portando tutte le mie fatiche ad essere vane.

Gli umani delle generazioni precedenti avevano cercato per millenni altre forme di vita nel Sistema Solare senza mai trovarne e ora che ero io ad averle trovate, in modo del tutto opposto rispetto ai miei antenati, non ne ero affatto contenta. Tutto ciò che mi circondava non era lo stesso del passato e, sfortunatamente, neanche la mente dell'uomo. Gli individui che rappresentavano la razza umana nel 2365 erano più di 15 miliardi, tutti convinti di essere padroni incontrastati di tutto quello che si poteva conoscere. Comunicare loro la possibilità di dover dividere con altri il "loro" mondo avrebbe potuto avere conseguenze devastanti: scatenare il panico di una popolazione che viveva in una Terra troppo angusta e l'ira dei potenti che rivendicavano diritti su ogni terra che si potesse raggiungere.

Con il Progetto I avrei potuto dimostrare al mondo l'esistenza di altri universi e di altre razze viventi, ma quello che avevo tra le mani pareva essere soltanto una scoperta sensazionale da dover dividere tra me e i miei collaboratori. Tutto ciò che mi rimaneva erano briciole di un esperimento destinato con ogni probabilità al fallimento e una posizione scomoda da dover ricoprire, combattuta tra la scienza e il dovere. Quella notte, l'unica cosa che venne a farmi visita fu il peggiore degli incubi che possono attanagliare i sogni degli uomini.

(H)ORUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora