QUINDICI

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Sono seduta sul mio letto, gambe incrociate, mentre mi mangio le unghie dall'ansia. Federica è seduta sul suo proprio davanti a me. Stiamo in silenzio, lei mi guarda, sembra voler dire qualcosa ma alla fine rimane sempre zitta.

«Calmati.» È l'unica parola che dice quando apre bocca per la prima volta.

«Cosa si staranno dicendo?» Il panico cresce dentro di me mentre aspettiamo che Angelina torni in camera.

Le urla si sono placate subito, però non sono ancora uscita dalla stanza in cui si sono chiusi ben dieci minuti fa. Non so niente, nessuno sa nulla, se non quello che Federica mi ha detto prima.

"Per te". 

Litigano per me, più che altro parlando di me. Wax è arrabbiato, non so per cosa e la mia amica sta cercando di farlo ragionare. Sono davvero preoccupata, più che altro perché non capisco cosa sia successo improvvisamente. Forse è per il modo in cui me ne sono andata prima?

La porta si apre dopo altri cinque minuti, concludendo i venti minuti più lunghi della mia vita. Alzo lo sguardo dalle mie mani per puntarlo su di lei, che in silenzio si appoggia al muro e mi osserva, aspettando che dica qualcosa.

«Quindi?» La sprono.

«È arrabbiato, parecchio.»

«Io dovrei essere arrabbiata.» Ribatto, sentendomi offesa.

«Dovresti, esatto, ma non lo sei, non più almeno. Ti è passata come è passata a tutti noi, abbiamo fatto pace e ci parliamo tranquillamente.» Si siede davanti a me sul materasso.

«È una mia scelta se non perdonarli per ciò che hanno fatto.» Stringo i denti.

«Non loro, lui.» Mi ferma. «Ciò che gli da fastidio è che tu hai perdonato tutti, ma non lui.» Sospira, ed è chiaro che abbia ragione, per quanto io non lo voglia ammettere.

«Non voglio farlo.»

«Perché?» Mi spiazza. «Perché lui no?»

Rimango in silenzio, non ho neanche il coraggio di guardarla, altrimenti so che mi tirerebbe fuori le parole che ho tanto paura di dire.

«Perché solo Wax hai paura di affrontare?»

«Perché è quello a cui tenevo di più.» Sputo fuori, non riuscendo più a trattenere quella verità scottante che da settimane temevo dentro. «Mi sono arrabbiata con Maddy, con Samu, con Nico, con tutti perché hanno fatto una cosa sbagliata, ma lui... Lui ha tradito la mia fiducia.»

«Vedi che c'è un motivo?» Mi sorride, felice di avermi estirpato quella verità da dentro.

«Pensavo di essere riuscita a superare le sue barriere da finto duro, pensavo che fossimo diventati amici, pensavo-»

«È così.» Quella che parla è l'unica voce che non mi aspettavo di sentire e mi fa voltare la testa di scatto verso l'entrata : Wax è poggiato con la spalla allo stipite della porta. «Io sono tuo amico e mi fido di te, ho fatto un errore, se non te l'ho detto non è perché non ho fiducia in te, non te l'ho detto perché saresti stata mia "complice" e le ripercussioni sarebbero cadute anche su di te, anche se non c'entravi niente.» Quelle parole mi fanno sentire tutto ad un tratto una tale idiota, per non esserci arrivata prima. Angelina e Federica si alzano, lasciando la stanza per  farci rimanere da soli. Distolgo lo sguardo da lui, non volendo affrontarlo. «Guardami.» Si avvicina pericolosamente a me. «Caro.» Posa una mano sul mio mento, sollevandolo.

«Mi dispiace.» Confesso, sottovoce.

«Non devi, sei tu ad aver ragione. Ho sbagliato io.» Mi sorride, e un sorriso così sincero sul suo volto l'ho visto raramente.

Platonic soulmates | WAXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora