Capitolo 10 - Pugni chiusi

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Porca miseria.
Penso mentre guardo l'esibizione di Angelina su Kiss.
È bella, anzi bellissima, solo guardandola da uno schermo sento i brividi dietro la schiena, la voglia di averla tra le mie braccia e di avere quei baci che ha mandato alla telecamera mi divora, sento fortemente la mancanza del suo contatto fisico.

Non dovrebbe essere così, sei fidanzata
Mi ricorda la vocina interna della mia testa.
Io voglio bene a Giovanni.
Ho riprovato sensazioni stupende quella sera con lui, e allora perchè non riesco a gestire le emozioni che mi provoca quella donna?
Perchè non riesco a resisterle?
La testa mi scoppia. Continuo a vivere questa duplice contraddizione nella mia testa, mi sembra di impazzire.
L'unica cosa che desidero è far pace con i miei pensieri.
Sto facendo del male a due persone a cui voglio un bene immenso.
Ma soprattutto sto facendo male a me stessa.
Ho paura.
Ho tanta paura.
Vorrei rendere felici tutti, non ferire nessuno. Ma non posso farlo, non ci riesco. Non esiste una decisione che possa rendere felici tutti.
Forse l'unica cosa a cui dovrei pensare dovrebbe essere la mia di felicità.
Mi tremano le mani.
Ho i nervi a fior di pelle.
Decido di uscire, prendo le chiavi della macchina e quelle della palestra di mio padre.

"Ehi Fede dove vai a quest'ora?"

Mi chiede mio fratello quando mi vede uscire di corsa alle dieci di sabato sera, quando fino a pochi minuti fa ero incollata allo schermo a guardare i miei compagni di avventura ballare e cantare.

"Vado in palestra, torno subito."

Gli dico frettolosamente, nemmeno mi fermo per rispondergli, continuo a camminare a passo spedito verso la porta. Quando la raggiungo la chiudo con forse troppa forza, me ne accorgo dal rumore che rimbomba per le scale del palazzo.
Entro in auto.
Faccio un bel respiro.
Non dovrei guidare com questo stato emotivo, ma poco mi importa, il mio obiettivo in questo momento è andare a smaltire tutta questa tensione che ho in corpo al momento. E lo farò nel solo modo che conosco.
Corro verso la palestra, sforo abbondantemente i limiti di velocità, non riesco a regolarmi, per fortuna non c'è nessuno per le strade e il luogo è abbastanza vicino.
Trovo subito parcheggio, lascio lì l'auto nera ed entro nel locale.
Accendo le luci che illuminano immediatamente il grande ring al centro della sala, attorno ad esso vari sacchi da boxe, corde, pesi ed attrezzi vari.
Lascio le chiavi su una sedia e, con il respiro accelerato, mi fiondo subito sul mio sacco preferito.
Ci sono cresciuta tirando i pugni a questo ammasso di sabbia.
Mio padre è istruttore di pugilato da anni e mi ha trasmesso questa passione sin da piccola. È stato il mio primo amore, col passare degli anni è diventato la mia valvola di sfogo preferita. Nulla è paragonabile al colpire con tutta la forza che hai in corpo un sacco da boxe, sentire pian piano l'adrenalina scorrere attraverso le tue mani e abbandonare il tuo corpo all'impatto.
Poi è arrivato il canto, colui che ha dato sfogo alla mia sfera emotiva, lui mi trascina e mi rende schiava delle sue melodie, delle sue parole, delle sue sensazioni. Ora so che non ne ho bisogno però. In questo momento mi riporta soltanto ai due cantanti che affollano i miei pensieri in questi giorni. Mi si annebbia ulteriormente la vista.
Colpisco.
Colpisco forte.
Non mi premuro nemmeno di indossare fasce e guantoni. Sfogo tutta la mia frustrazione, pugno dopo pugno. Sento il cuore rimbombare nelle orecchie, ma non mi fermo. Il dolore dato dai forti colpi mi aiuta a calmarmi, sembra che io stia prendendo a pugni tutti i miei problemi, e almeno qui non posso lasciarli vincere.
Vado avanti per un tempo indefinito, che a me è sembrato qualche secondo, ma controllando sul telefono noto essere passata più di mezz'ora. Mi guardo le mani.
Cazzo, sangue. Mi sono solo leggermente sbucciata, mi sono fermata in tempo ma non posso ritirarmi a casa così, mio fratello ha già abbastanza domande da farmi, figuriamoci se vedesse lo stato delle mie mani. Vado in bagno, ricordo che da qualche parte ci fosse la cassetta del pronto soccorso.
Dopo aver cercato un po' in giro la trovo nell'ultimo cassetto sul lavandino. Prendo l'acqua ossigenata e dell'ovatta e disinfetto le nocche rosse. Il disinfettante brucia e non poco, mi mordo forte il labbro per provare ad alleviare il dolore e, quando sembra esser passato, applico dei piccoli cerotti sulle sbucciature.
Sono le undici passate, decido che è ora di tornare a casa. Sento la testa più leggera, anche se momentaneamente, provo sollievo.
Entro nella mia auto e guido fino a casa. Adesso non corro, ora non sto scappando da nulla, al contrario di prima, quando mi interessava solo correre il più lontano possibile dai miei problemi.
Staziono l'auto nel garage, salgo lentamente le scale e una volta davanti la porta infilo la chiave nella serratura e giro lentamente.
Chiudo la porta facendo il minor rumore possibile ma evidentemente non funziona.

"Mi spieghi cos'hai Fede?"

Sobbalzo, mio fratello mi ha colto di sorpresa facendomi spaventare leggermente. Porto una mano al petto per poi girarmi e trovarmi faccia a faccia con lui.

"Che intendi?"

Cerco di sviare provando a fargli credere che sia solo una sua impressione, ma lui mi conosce fin troppo bene.
Non ci casca.

"Non prendermi in giro Fe' sei strana da quando sei tornata da Amici."

Mi sbatte la verità in faccia. Io annuisco. Inizio a riflettere su cosa dire e come dirglielo.
Sospiro e decido di dirgli l'unica cosa giusta.
La verità.

"È complicato Riki, credo di essere innamorata di due persone diverse."

Lui rimane interdetto. Lo capisco. Da fuori può sembrare che il rapporto tra me e Giovanni sia perfetto, e sarebbe così se non fosse per la bella cantautrice lucana che ha stregato il mio cuore e sconvolto i miei piani.

"Piccolo G e?"

Chiede lui palesemente in difficoltà. Combatto con me stessa riflettendo se confessare o no. Dopotutto è mio fratello, mi vorrà bene lo stesso no?

"Angelina."

Sussurro.
Silenzio.
Riccardo pensa, non so a cosa.

"Hai capito che bei gusti la sorellina."

Dice ridendo lasciandomi a dir poco confusa. Mi aspettavo tante risposte, ma sicuramente non questa.

"Scherzi a parte Fede. Non è una situazione semplice, ma se ti sei infatuazione di un'altra persona è forse perchè per lei provi qualcosa in più rispetto a quello che provi per Giovanni. Questo non significa che tu non gli voglia bene o che non lo ami, semplicemente forse ne vuoi di più ad Angelina."

Riprende dopo aver visto la mia espressione interdetta. Forse ha ragione. Ma ho vissuto troppo poco la donna per poter affermare con certezza quello detto da mio fratello."

"Non voglio perdere nessuno dei due Riccardo."

Confesso, lui mi abbraccia. Mi lascio andare. Le lacrime sfuggono, le sue mani forti mi accarezzano.

"È normale sorellina, non è una decisione semplice, ma sono sicuro che farai la scelta giusta."

Mi sussurra mentre sono ancora stretta nel suo abbraccio.

"Ho deciso che andrò alla finale e parlerò con Angelina."

Ci siamo ragazzuoli, prossimo capitolo incontro Angerica. La storia entra nel vivo 👀. Vi avviso solo che il prossimo capitolo arriverà lunedì/martedì post finale. Ditemi tutto quello che volete anche stavolta che a me fa sempre piacere.
Ci si.

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