La prima volta

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"Driiin! Driiin!"
Sembra il replay di ieri ma non lo è. È mio padre che mi sta chiamando.
-Papà ...pronto?- ho ancora la voce assonnata.
-Chiara stai dormendo ancora? Sbrigati, faremo tardi!-
Rimango un po' confusa ... e vedo l'orario sul telefono e ...
SONO LE 8 DEL MATTINO!
-Papà, è prestissimo!-
-Fai presto, devo accompagnare anche a Irina dalla madre... passo a prenderti prima...- sento che sta un po' balbettando.
"Ah ecco" penso tra me e me. Deve accompagnare la sua compagna visto che lui sarà sullo stadio con me.
Acconsento, stacco la chiamata e corro a prepararmi.

Mentre sono sotto la doccia penso all'emozione della partita , e di quanto ogni volta è come se fosse la prima.
È un emozione che mi prende dall'Anima, mi rende felice ma allo stesso tempo mi commuove perché quello stadio , quelle emozioni, mi fanno scendere sempre una lacrima di gioia.
Mio padre mi portò la prima volta con lui allo stadio quando avevo 5 anni, eravamo ancora in serie B. E da lì, da quel giorno io piangevo se non mi portava con lui! E così piano piano, nonostante le discussioni in famiglia mi ha sempre portata con lui, anche in qualche trasferta e mi ha sempre ripetuto:
" Solo per la maglia e non per i calciatori ! "
E così sono cresciuta, così ho amato questa squadra e questa città.
Così da tatuarmi anche "1926" sulla parte alta del cuore.
Mi vesto, e sono pronta.
Mentre sto mettendo il rossetto mi chiama mio padre che è giù al palazzo, così lo metto in fretta e furia e scendo giù.

-Ciao papà-
-Ciao amore di papà- gli do un bacio sulla guancia.
-Ora andiamo a prendere Irina insieme .. mi raccomando!-
Gli sorrido ironicamente.
Un sorriso forzato, finto, con tutto il mio cuore. Si perché tra me e questa Irina non scorre buon sangue.
-Non ti preoccupare- gli dico molto tranquilla.

Non ho nessuna intenzione di litigare con lei, e tantomeno con lui. Oggi voglio rilassarmi, e non vedo l' ora di andare nel mio posto del cuore.
Così andiamo a prendere lei, ci salutiamo e la accompagniamo dalla madre.
Finalmente adesso andremo nel mio posto, nella mia casa, nella mia felicità.
Già solo a passarci fuori allo stadio mi tremano le gambe , come se fosse la prima volta.
Finalmente stiamo per entrare, saliamo le scale e andiamo in curva.
Iniziamo a cantare, iniziano i cori, inizio ad essere felice.
Mi metto vicino a mio padre come sempre è vicino a quelli che per me sono famiglia, la mia amica Nancy,anche lei figlia di un ultras.
La partita inizia e lo stadio è una bolgia, non ci fermiamo di cantare !
Finisce il primo tempo e il Napoli e sullo 0-0, nonostante i tanti gol mancati ma la palla non voleva entrare !
Ma noi non ci fermiamo un attimo e continuiamo a cantare fin quando .....
GOOOOLLLLL !!!!!
Un'emozione inspiegabile.
La partita sta per finire e mentre siamo agli ultimi minuti di recupero , mio padre si avvicina a me.
-Appena finisce la partita vieni con me, dobbiamo entrare negli spogliatoi.-
Io non sento nulla, sento solo i cori.
-Cosa?-
-Appena finita la partita, devo entrare negli spogliatoi,dobbiamo parlare con il capitano Di lorenzo....e tu verrai con me.-
Io riesco a leggere il labiale di mio padre , e sono super felice! Infatti credo di non aver capito bene.
-Davvero?-  dico incredula.
Lui annuisce, e dopo pochi secondi l'arbitro fischia il finale. Il Napoli vince 1-0.
Aspettiamo il giro di campo, i saluti dei giocatori e dopo 20 minuti iniziamo a scendere per andare negli spogliatoi. Gli steward ci accompagnano e per me è la prima volta , è un emozione incredibile. Mio padre era abituato, l'ha già fatto in passato con l'ex capitano Insigne, ma non mi aveva mai portata con lui.
Entriamo negli spogliatoi e il mio cuore batte all'impazzata, con noi c'è anche Nancy e altri due ragazzi. Appena entriamo tutti i giocatori erano in tuta aspettandoci.
Tremavo dall'emozione era così strano vederli da vicino!
Mentre saluto di Lorenzo e gli altri ...e mi scontro con un ragazzo alto.
Mi giro ed era Khvicha Kvaratskhelia. Ci guardiamo negli occhi per un paio di secondi , è stato come se il mondo si fosse fermato in quei momenti.
"Scusa..." dico io a bassa voce. Ero diventata rossissima.
Lui mi guarda e mi sorride.
"Niente" dice sorridendo.
Io mi giro di scatto dall'altro lato perché sembravo una cretina incantata e lui va a sedersi dall'altra parte dello spogliatoio.
Saluto gli altri giocatori emozionata , ma percepisco uno sguardo su di me.
Era lui. Seduto a guardarmi. Mi guardava mentre salutavo tutti.
Non capivo cosa mi stava succedendo,ma mi stava piacendo tutto questo.
Mio padre inizia a parlare col capitano e dopo un po' viene anche il presidente , gli stringo la mano.
Mi giro per vedere Nancy dov'era , e stava nell'altra stanza prendendo il caffè da Starace,così mi avvio verso di lei.
Entro nella stanza e con lei c'era Elmas, Zielinski, Mario Rui, saluto tutti e prendo il caffè.
All'improvviso vedo venire lui.. ancora lui.
Quegli occhi verdi mi avevano scombussolata , non riuscivo a capire quasi nulla.
-Ciao,piacere- mi porge la sua mano.
Io rimango stupita, ma ricordo subito che non ci siamo presentati. Cioè , io mi dovevo presentare a lui non lui a me,io sapevo benissimo lui chi fosse.
-Piacere Chiara,scusa ancora per prima- mentre parlo con lui mi sentivo a fuoco sempre di più.
-Non ti preoccupare, io sono Kvicha.-
Che voce dolce,calma, gentile.
Io sorrido, come per dire ..so chi sei, lo so benissimo!
Ma restiamo cosi, ci fissiamo, ci guardiamo negli occhi come se ci conoscessimo da una vita.
-Avete fatto un ottima partita. - dico per distogliere lo sguardo e cambiare discorso.
-Voi tifosi siete spettacolari- dice Mario rui.
-L'anima dello stadio siete voi.- continua il portoghese.
-È il nostro dovere!- dice nancy , a questa sua affermazione sorrido facendo un occhiolino.

Khvicha Kvaratskhelia • COLPO DI FULMINE ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora