1. Superficie.

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L'aula dedicata all'attività corale è ancora deserta e Manuel ha pensato più volte di alzarsi e andare via prima che qualcun altro possa vederlo.

Non vuole proprio starci lì, non si immagina nemmeno in mezzo a quella gente, in quel contesto.

Che dovrebbe fare? Cantare? Ballare? Suonare?

Non sa nemmeno se è capace di farla una di quelle cose, non crede proprio di esserlo anzi.

E si sentirebbe pure un po' ridicolo se le facesse.

Guarda l'ora sul cellulare, sono già le quindici e due minuti ma ancora nessuno fa ingresso in quell'aula.

Sbuffa e si alza per dirigersi verso la porta e andare via.

Fanculo la scuola.

Fanculo la promessa fatta al professore.

Fanculo tutto.

Lui in quell'aula non ha intenzione di starci nemmeno un secondo di più.
Non trova nemmeno giusto che il professore l'abbia ricattato costringendolo a prendere parte proprio a quell'attività extracurricolare, avrebbe voluto almeno la possibilità di scegliere tra le tante.

Cammina con il capo basso, apre la porta e sta per uscire in corridoio per andare via quando qualcuno gli sbatte addosso.

Alza lo sguardo ed è sempre lui.

«Ma te 'n guardi mai 'ndo metti i piedi?»

«Scusa, non ti ho vi...»

«Visto, sì, pure mò l'avevo capito» dice interrompendolo

Simone rimane immobile davanti la porta, si chiede perché quel ragazzo sia tanto scontroso con lui, in fondo non si conoscono nemmeno.

«Ti levi o esco dalla finestra?»

«Tanto ci sei abituato a spaccarle, no?»

«Guarda che so' bravo anche a spaccà altre cose, e secondo me 'a faccia tua è una di queste»

Simone fa schioccare la lingua sul palato prima di dargli una spallata e andare a prendere posto su una delle tante sedie poste sul lato lungo dell'aula.

«Sei sempre così aggressivo?»

«No, solo quando me girano a elica»

«Deve proprio essere una brutta giornata, quindi»

Manuel sbuffa e, nemmeno lui sa perché, torna a prendere posto, qualche sedia più in là rispetto a Simone.

«Tra l'altro non avrei mai immaginato di vederti qui, un giorno»

«Nemmeno io l'avrei mai immaginato»

Simone accenna una risata «È mia nonna, non avrei potuto dire di...»

«Parlavo pe' me» lo interrompe di nuovo «Nemmeno io avrei mai immaginato de stà qua eppure ce sto. Te puoi fà quello che te pare»

«Ah»

«Eh»

Cala un silenzio estremamente imbarazzante all'interno di quell'aula, tanto che entrambi stanno valutando l'opzione di iniziare a parlare del meteo utilizzando il classico argomento di circostanza nelle situazioni simili a quella.

Ma poi, sorprendentemente, è Manuel a salvare la situazione.

«Non sapevo che fossi er figlio der professore Balestra» dice «Cioè— non sapevo c'avesse 'n figlio e basta, in realtà»

«Effettivamente non ce l'ho mica scritto in fronte» risponde Simone sbuffando una mezza risata

«'Nvece se uno se concentra a guardatte bene se capisce che sei figlio suo, je somigli 'na cifra»

Passo dopo passo || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora