Era l'orario di chiusura, stavo mettendo le ultime sedie sul tavolo, passavo lo straccio su di esso pulendo pure le sedie, spazzare e pulire. Girai il cartellino attaccato alla porta in "Geschlossen" (chiuso). Mentre ero voltata a sistemare alcuni incassi della cassa sentì qualcuno entrare.
:<<Siamo chiusi!>> Dissi senza voltarmi continuando a sistemare i soldi.
:<<hallo>> disse una voce familiare, con un accento tedesco.
Mi voltai di scatto per vedere chi era.
:<<Ancora tu?>> Dissi al ragazzo con i dreads.
Si avvicinò al bancone fischiettando.
:<<Cosa vuoi? Siamo chiusi, non hai visto il cartellino ?>> Dissi lamentandomi mentre
Passavo lo straccio sul bancone.Smise di fischiettare e iniziò a picchiettare sul bancone.
:<<che cosa vuoi?>> Dissi incrociando le braccia infastidita dalla sua presenza.
:<<Voglio sapere il tuo nome.>> Disse guardandomi negli occhi.
Iniziai a fare una risata isterica.
:<<Te lo puoi scordare.>> Dissi guardandolo.
:<<Bene, allora io non me ne andrò da qui, finché non mi dirai il tuo nome.>> Dissi mettendo giù una sedia, su qui si sedette.
Smisi di ridere è lo guardai serio.
:<<Stai scherzando spero?>> Dissi guardandolo nel modo più serio possibile.
:<<No, posso stare qui anche per tutta la notte, non ho impegni domani mattina.>> Affermò il ragazzo.
:<<Fai quello che vuoi.>> Dissi sbuffando.
Il ragazzo continuò a guardarmi in attesa di una risposta, alzando il sopracciglio e picchiettando sul tavolo.
:<<È va bene! Hai vinto tu.>> Dissi buttando lo straccio per terra.
Il ragazzo fece un sorriso e si alzò dalla sedia.
:<<Mi chiamo Isadora, Isadora Bauer.>> Dissi seria.
:<< Piacere di conoscerti allora, Isadora.>> Disse avvicinandosi al bancone con un sorriso sfacciato.
:<< E tu? Come ti chiami?>> Dissi guardandolo.
Sbuffò grattandosi la nuca.
:<< Mi dispiace, questa è un informazione a qui non posso risponderti.>> Disse facendo una risata ironica
:<< Stai scherzando spero?>> Lo guardai con aria arrabbiata.
:<< Già!>> Si allontanò dal bancone.
Lo guardai perplessa. Fece per aprire la porta e andarsene. Lo vidi mentre cacciava il suo telefono dalla tasca dei pantaloni, lo avvicinò all'orecchio, come se stesse per chiamare qualcuno.
Il mio telefono iniziò a squillare mentre lo cercavo, alla fine lo trovai e me lo posai sull' orecchio.
:<<Pronto?>> Dissi guardando fuori dalla finestra.
:<<Tom kulitiz.>> Disse una voce familiare.
Il ragazzo con le treccine che era fuori si girò verso il ristorante cercando il mio sguardo.
:<<Come hai fatto ad avere il mio numero?>> Dissi continuando a guardarlo.
:<<Un mago non svela mai i suoi segreti.>> Disse con tono provocatorio mentre continuava a guardarmi.
:<< Tu non sei un mago.>> Dissi facendo un sorriso.
:<<Forse lo sono.>> Disse per poi staccare.
Staccai il mio telefono dall'orecchio guardando fuori dal ristorante.
Il ragazzo fece un sorrisino e se ne andò per la sua strada. Continuai a guardare fuori della finestra perplessa e sorpresa da quell ragazzo. Arossivo e il cuore mi batteva più forte.
Spazio autrice:
Ciao a tutti ragazzi come state? Spero che la storia vi piaccia! Lasciate una recensione o un parere su cosa ne pensate, se arriviamo a 5 stelle pubblicherò il prossimo capitolo. Detto ciò buona notte 💕.
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𝐀 𝐏𝐞𝐫𝐟𝐞𝐜𝐭 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫 || 𝑻𝒐𝒎 𝑲𝒂𝒖𝒍𝒊𝒕𝒛
RomanceIsadora Bauer, una normale ragazza di Berlino, studia musica alle superiori, e spera un giorno di diventare una musicista famosa, proprio come suo Zio.