Quattro

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Nonostante Stiles non abbia praticamente dormito a causa della domanda del padre di Eli, poco dopo dell’alba sta già servendo una piramide di profitteroles e il signor Pattinson gli ha pure sorriso. Non ha dormito perché logorato da un dubbio: il padre di Eli lo ha invitato a cena lì con loro o era solo un quasi perverso invito di un uomo adulto e bellissimo? Deve dirlo ad Eli? È giunto ad una conclusione: se Eli si presenta entro le dodici, glielo chiede. O almeno ci prova.

“Grazie professore, ci vediamo a lezione!” saluta il professore di storia, quando dietro di lui vede proprio Eli. Controlla l’orologio: le undici e mezza, perfetto.

“Stiles!” lo saluta, sempre sorridente, e Stiles, diversamente dal solito, si sporge per scompigliargli i capelli.

“Ciao, ragazzino.”

Eli si illumina ancora di più. “Ho saputo che sei stato invitato da noi e, punto primo: mi scuso per l’eventuale invito inquietante.”

Stiles scoppia a ridere. “Non troppo” dice.

“E punto secondo: ci vieni, vero? Stasera? Portando quella piramide grondante di cioccolato? Papà adorerà!” dice, indicando i dolci nella vetrina.

Stiles è preso in contropiede, ma decisamente sollevato dal fatto di non averglielo chiesto lui e che suo padre non sia un abbordatore di ventenni. “Stasera?” chiede.

“Sì, dai! Hai impegni? Papà non è di turno!”

E Stiles cede. “E va bene, ci sarò. Cucinerai tu?” chiede, prendendolo in giro.

“Assaggerai l’arrosto del ristorante vicino casa, è davvero superlativo! E io ora voglio un assaggio del dolce, posso?” e sporge il labbro inferiore. E Stiles cede ancora; gli serve il dolce, poi continua a servire gli altri clienti. Eli va via poco dopo, sventolando una mano mentre Stiles è alla cassa, dicendogli che lo aspetta per le diciannove.

E le diciannove arrivano troppo in fretta. Stiles arriva con dieci minuti di ritardo, i profitteroles tra le mani, vestito nel modo più semplice possibile (una maglietta rossa e dei jeans) e agitatissimo. Cosa deve aspettarsi durante la cena con la sua cotta e suo padre? Il suo bellissimo padre, tra l’altro. Suona il campanello con le mani sudate e si ritrova davanti Peter Hale in tutto il suo splendore: una camicia azzurra che fa risaltare i suoi occhi, pantaloni marrone scuro e un sorriso smagliante.

“Ciao, Stiles conoscente di Eli. Ti trovo benissimo, entra!”

“Salve, signor Hale, è un piacere rivederla.”

“Piacere soprattutto mi-”

“Non essere inquietante!” Eli si avvicina, rivolgendosi a suo padre, poi abbraccia Stiles. “Ciao! Dai, vieni, ti faccio vedere camera mia, mentre questo qui prepara la cena!” e lo trascina su per le scale.

“Lo so, sembra la camera di un adolescente, ma è così da quando avevo dodici anni, in effetti e ci sono affezionato.”

Stiles si guarda intorno e ride, quella sembra la camer che aveva lui a casa. “Non mi sconvolge, quella che ho io a casa è uguale a questa. Quelli sono manga?”

Passano un po’ di tempo a chiacchierare delle loro letture, fino a quando il signor Hale li richiama dal piano di sotto, perché la cena è arrivata.

“Dai, mangiamo che altrimenti si raffredda” dice, scompigliando i capelli ad Eli che sembra essersi rattristato, accenna solo un sorriso ed indica a Stiles dove sedersi. Cominciano a mangiare, mentre il padrone di casa chiede a Stiles dei suoi studi, senza altre battutine, prendendo in giro suo figlio ogni tanto. Quando hanno quasi finito l’arrosto, un rumore fa quasi saltare Stiles dalla sedia, perché sembra venire dall’ingresso. Si volta verso Eli per chiedergli cosa diavolo fosse, ma Eli scatta in piedi, andando verso l’arco che divide l’ingresso dal salotto e si lancia addosso a qualcuno.
“Scusa il ritardo” dice quel qualcuno, baciandogli una tempia, sorridendo.

Occhi verde bosco come Eli, capelli neri, barba perfetta. Giacca di pelle nera, casco integrale stretto nella mano sinistra, mentre la destra abbraccia Eli, spalle larghe.

“Non fa niente, papà, è il tuo lavoro. Vieni, ti presento Stiles” dice Eli, mentre Stiles pensa di star impazzendo. Si volta verso Peter Hale.

“Lui è il padre?”

L’uomo annuisce.

“Non è lei il padre?”

L’uomo nega, quasi ridendo.

“Non è suo nonno, vero? Dato che vi portate gli anni magnificamente, a quanto pare!” e deve aver parlato troppo ad alta voce, perché Peter Hale esplode in una risata, ma anche Eli, mentre l’altro uomo si avvicina, allungando una mano.

“Ti piacciono gli uomini più grandi? Puoi darmi del tu, comunque” dice Peter ammiccando.

“Peter!” tuona l’altro uomo, stringendo la mano di Stiles che si sente avvampare. Ha sentito quell’ammonizione nello stomaco, ha avuto i brividi. “Piacere di conoscerti, Stiles. Sono Derek Hale, papà di Eli e nipote di Peter, che è mio zio, non mio padre.”

Stiles vorrebbe sparire. Lo desidera talmente tanto che praticamente riesce davvero a sparire, sotto al tavolo, di faccia, offrendosi di andare a prendere il dolce. Si alza di scatto dalla sedia ma, non sa come, il piede gli resta incastrato dietro la gamba del tavolo facendolo rovinosamente cadere a terra. Stiles cerca di mantenere l’equilibrio aggrappandosi alla tovaglia rovesciandosi così addosso tutte le stoviglie. Il rumore è assordante, il dolore ancora più forte e Stiles vede tutto nero.

“Tutto bene, ragazzino?”

Stiles vorrebbe riuscire a rispondere ma le parole proprio non gli escono e gli occhi verdi e preoccupati che lo stanno fissando non aiutano.

“Papà forse dovremmo portarlo in ospedale.”

“No, io… Sto-sto bene…”

“Ehi non agitarti così. Non ti porteremo da nessuna parte senza il tuo consenso.” Peter.

Solo in quel momento Stiles si rende conto di essere steso su un grande letto circondato dagli Hale. E l’agitazione aumenta. Derek gli appoggia le mani sulle spalle costringendolo a stendersi di nuovo. “Hai preso una bella botta. Credo ti resterà il segno” gli dice sfiorandogli la fronte. Brividi gli percorrono l’intero corpo.

“Stai dicendo che resterò storpio a vita e non sarò più carino?”

Peter ridacchia sedendosi al suo fianco. “Tu sei molto più che carino e questo bernoccolo non cambierà le cose.”

“Mi trovi davvero più che carino?” chiede Stiles voltandosi verso l’uomo.

“Decisamente o non ti avremmo portato nella tana del lupo” ribatte per poi baciarlo.

Assurda. Stiles non saprebbe come altro definire quella situazione. È ancora steso sul letto, il cazzo di Derek che gli scopa la bocca, le mani di Eli tra i capelli che lo coccolano e lo aiutano a mantenere il ritmo e le dita di Peter che scivolano nel suo corpo caldo e bisognoso. Ricorda di aver ricambiato il bacio di quest’ultimo per poi staccarsi sentendosi in imbarazzo. “Mi piace come arrossisce” aveva detto Derek.

“È davvero carino, vero?” Eli.

“Sì, nipote. Hai davvero scelto bene.”

Stiles si era sentito confuso ma gli sguardi famelici che i tre gli avevano lanciato non lasciavano spazio a fraintendimenti: era la preda ed era certo di non voler essere in nessun altro posto. A turno lo avevano baciato privandolo di un indumento alla volta fino a spogliarlo completamente. Stiles avrebbe voluto ricambiare quelle carezze in qualche modo ma glielo avevano impedito bloccandogli i polsi sopra la testa con una cravatta comparsa da chissà dove. Era nudo mentre loro ancora vestiti eppure non sentiva il minimo imbarazzo ma solo un’enorme eccitazione. “Sei davvero molto bello” gli aveva detto Peter passandogli la mano lungo tutto il corpo fino a fermarsi tra le sue gambe che Stiles aveva istintivamente spalancato. “E voglioso” aveva continuato infilando dentro un dito.

Stiles aveva inarcato la schiena schiudendo la bocca. “Hai delle labbra magnifiche. Posso?” gli aveva chiesto Derek.

E Stiles non aspettava altro. Quindi ora si trova in quella situazione e l’unica cosa che gli dispiace è sentire Eli leggermente in disparte. Succhia Derek con passione fino a farlo venire. “Sei davvero bravo” lo loda.

Stiles sorride arrossendo per poi voltarsi verso Eli. “Vuoi…?”

Eli scuote la testa. “Va bene così.”

“Credo preferirebbe altro” interviene Peter sfilando le dita.

E Stiles capisce. “Oh. Va bene. Se vuoi prendermi puoi farlo.”

“Davvero?”

“Sì.”

Eli sorride, prende il posto di Peter e si sistema tra le sue gambe. Nemmeno si toglie i pantaloni limitandosi a slacciarli abbassandoli assieme ai boxer quel tanto che basta. Sentirlo entrare dentro mentre Derek e Peter osservano la scena è una delle cose più eccitanti mai provate da Stiles. I movimenti di Eli sono gentili, a tratti quasi impacciato ma Stiles lo sta amando alla follia. Peter gli si avvicina e Stiles apre la bocca docile per soddisfarlo. Non ha idea di quanto sia passato ma tutto sta diventando troppo esattamente come il suo bisogno di venire. Strattona i polsi e geme sul cazzo di Peter mentre sente qualcosa di umido avvolgere la sua erezione. Gira appena la testa per vedere Derek succhiarlo e pensa che potrebbe venire all’istante se solo non desiderasse che quella cosa duri il più a lungo possibile. Invece è il primo a riversarsi tra le labbra di Derek seguito da Eli e poco dopo pure da Peter. Stiles sorride come un ebete. “Siete meravigliosi uomini Hale” sussurra prima di addormentarsi di colpo.

“Come ti senti?”

Stiles apre un occhio cercando di ricordare cos’è successo: la caduta, il risveglio nel letto, la cosa a tre con… si solleva di colpo sentendo la testa girare e un conato di vomito colpirlo. Eli gli prende le spalle bloccandolo per farlo stendere. “Calmati, Stiles. Va tutto bene.”

No, non c’è niente che va bene vorrebbe urlare. “Cos’è successo?” chiede.

“Sei talmente scoordinato che sei riuscito a cadere, rompere quattro piatti e tre bicchieri e tagliarti un sopracciglio” gli spiega Derek.

Stiles si sente mortificato, vorrebbe chiedere scusa e piangere fino a sciogliersi tra le lacrime ma Eli se lo stringe contro. “Smettila, papà. Non ha fatto apposta. E poteva farsi davvero molto male.”

“E poi quel servizio di piatti era orribile. Almeno ora abbiamo una scusa per cambiarlo” aggiunge Peter facendogli un occhiolino.

“Mi dispiace. Prometto di ripagare tutto.”

“Non dire sciocchezze. Piuttosto come ti senti?” gli domanda Peter.

“Mi fa male la testa.”

“Probabilmente sono i punti” gli spiega Derek.

“Punti?”

“Quattro. Ma papà è il migliore. Non ti resterà il segno.”

“Mi è sfumata anche la carriera da pirata.”

“Ti resta sempre quella da circense.”

Stiles non riesce ad evitare di fare una linguaccia a Derek. “Credo di dover tornare a casa.”

“Assolutamente no, è fuori discussione.”

“Non posso restare. Scott si preoccuperebbe.”

“Chiamalo.”

“Ve lo trovereste qui.”

“D’accordo. Ti porto a casa io.”

“In moto?”

“Peter mi presti la tua auto?”

“Posso portarlo a casa io” si offre.

“Le chiavi” ringhia Derek porgendo la mano.

Peter gliele porge mentre Eli aiuta Stiles ad alzarsi e raggiungere l’ingresso. “Vengo anch’io.”

“No. Devi studiare.”

“Ma…”

“Eli. Resta a casa.”

Stiles non sa bene come sentirsi ma deve concentrarsi sul restare in piedi perché sente le gambe instabili. Derek guida veloce verso casa di Stiles parcheggiando davanti. Scott lo sta già aspettando fuori. “Grazie. E mi dispiace davvero.”

“Tranquillo. Potrai ripagarmi in dolci. Ma non cucinati in casa mia.”

Stiles sorride. “Buonanotte, signor Hale.”

Quando entrano in casa, Scott lo aiuta a stendersi a letto, dopo avergli infilato il pigiama, nonostante Stiles si sente già meglio, punti a parte.

“Dai, magari hai attivato in Eli l’istinto da crocerossina e cade ai tuoi piedi.”

Stiles sbuffa. “In realtà credo sia etero e di aver preso la mia prima sbandata per un etero” confessa. “Siamo stati in camera sua e ha più di tre foto con la stessa ragazza, una biondina, che credo segua i corsi con lui. In una si baciano…”

Scott si sporge a baciargli la fronte, leggero. “Beh, hai detto che suo padre è un gran figo. A proposito, è quello che ti ha accompagnato? È diverso da Instagram.”

“Sì, e infatti il belloccio di Instagram è lo zio di Eli, zio di suo padre, che è Derek, non Peter. Ed è quello che mi ha accompagnato, sì.”

“Non ci avevi capito davvero nulla” lo prende in giro bonariamente Scott.

“Suo padre mi ha detto che posso ripagarlo per i punti e il resto con i miei dolci.”

Scott alza gli occhi al cielo. “Non dirmelo.”

“Cosa?”

“La tua cotta è già passata dal figlio al padre?”

Stiles nemmeno gli risponde, ma gli lancia un cuscino dietro, facendolo uscire dalla stanza.
Prende il cellulare dal comodino e legge un messaggio di Eli.

Ehi, papà dice di averti lasciato nelle mani di Scott. Stai bene? Sei ancora vivo? EH

Benone. E mi sento ancora in colpa per il disastro. Una bellissima prima impressione dev’essere stata per la tua famiglia. SS

Sono abituati a me che sono anche peggio. Non so quante volte papà mi ha ricucito, ormai. EH

A proposito, qual è il suo dolce preferito? Vorrei ringraziarlo come posso. Poi magari passi a prenderlo domani in caffetteria. SS

La semplicissima mousse al cioccolato. E domani non posso, ho lezione tutto il giorno e un appuntamento. Ma se vuoi, puoi passare nel pomeriggio, che papà ha il turno di notte. EH

Stiles sente una stretta alla stomaco nel leggere quel messaggio. Che stupido è stato, prendersi una cotta senza rendersi conto che Eli è solo un probabile buon amico.

Ci penserò, va bene. SS

Spegne il cellulare, deciderà il giorno dopo cosa fare, che ora i punti gli pulsano e vuole solo dormire.

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