Sei

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Stiles non ha chiuso occhio tutta la notte indeciso sul da farsi: okay, con Derek è stato solo un bacio forse causato dal momento ma… sente ancora lo stomaco sottosopra solo al pensiero delle labbra di Derek sulle sue e si sente anche un po’ in colpa nei confronti di Eli. Ormai è chiaro che il ragazzo non può essere interessato a lui ma stiamo pur sempre parlando di suo padre e nemmeno ha idea di dov’è la madre di Eli, se sta ancora con Derek o cosa.

Arriva in cucina trovando Scott già sveglio nonostante l’ora. “Come ti senti?” gli domanda apprensivo.

“La testa va abbastanza bene. Ma non sono riuscito a dormire.”

“Hai deciso cosa fare?”

“Credo farò proprio niente. Dopotutto è stato solo un bacio. Un meraviglioso bacio. Ma non voglio illudermi. E nemmeno ferire Eli in qualche modo. Quindi aspetterò di vedere come vanno le cose.”

“Direi che è un’ottima idea. Che dolce pensi di preparare per questa mattina?”

“Torta di mele.”

La mattina passa tranquilla come ogni sabato mattina: ancora si chiede perché il signor Jeff si ostini a tener aperto il Morning Call anche in quel giorno e chiudere solo di domenica.
È quasi l'una quando Eli corre dentro tutto contento. “Ciao, Stiles. Come stai? La mousse era davvero strabuona.”

Stiles sorride. “Sto bene. Ho la testa dura, sai?”

“Mi fa piacere. Senti ma… hai da fare stasera?”

“Dovrei recuperare un paio di lezioni che ho saltato. Perché?”

“È il mio compleanno e ho organizzato una festa a casa. Mi farebbe piacere se venissi anche tu. Parte dei miei amici già li conosci e avrebbero piacere rivederti.”

“È IL TUO COMPLEANNO E NON ME LO HAI DETTO PRIMA?”

Eli si gratta il retro del collo. “Te lo sto dicendo ora?”

“Fermo lì” gli dice Stiles correndo in cucina. Rovista dentro un cassetto per cinque minuti buoni prima di uscirne vincitore. “Trovata!” urla.

Torna al bancone con un piatto con sopra una fetta di torta e una candelina accesa. Gliela mette davanti. “Buon compleanno, Eli!”

Eli sorride contento. “Grazie. Posso soffiare?”

“Certo. Ricordati il desiderio.”

“Vorrei davvero che venissi alla mia festa” sussurra prima di spegnere la candelina.

Stiles chiude il bar, afferra il telefono e fa partire una chiamata. “Pronto?”

“Scottino bello so che ti avevo promesso un pranzo con i fiocchi ma ho avuto un imprevisto quindi cosa ne dici se ti porto fuori a pranzo e poi mi aiuti a fare una cosa?”

“È successo qualcosa di grave?”

“Assolutamente no, anzi. È passato Eli e… insomma… oggi è il suo compleanno e mi ha invitato alla sua festa stasera e devo andargli a prendere il regalo.”

“Hai già un’idea?”

“Assolutamente sì ma ho voglia di compagnia.”

“Arrivo.”

Fortunatamente tornano a casa abbastanza presto e Stiles riesce anche a riposare un po' prima di cominciare a prepararsi per la festa. Considerando che sarà a casa degli Hale decide di vestirsi in maniera piuttosto casual: jeans attillati neri e una normalissima maglia bianca. Arriva in perfetto orario e quando suona viene accolto da un caloroso abbraccio di Eli. “Sei venuto.”

“Certo. Ci tenevi ed eccomi qua. Questo è per te.”

“Grazie ma non dovevi disturbarti. Per me conta che siamo tutti qua a divertirci.”

Stiles sta passando davvero una bellissima sera: gli amici di Eli si riconfermano simpatici e alla mano. Andrew, il miglior amico di Eli, lo ha praticamente preso sotto la sua ala portandolo a conoscere tutti gli invitati. Mangiano, ridono e ballano fino al momento della torta. La ragazza di Eli, Rosy se Stiles ha capito bene, porta un’enorme torta piena di candeline che fanno le scintille tra le urla, gli applausi e le note di tanti auguri. Stiles si ritrova ad essere l’addetto al taglio anche se, non ha ancora capito bene come, qualcuno gli ha schiaffato della panna in faccia. E la vendetta non si è fatta aspettare: ne prende un po' anche lui e la sbatte su chiunque sia alla sua sinistra. La battaglia ha inizio. “Che succede qui?”

Tutti si immobilizzano nel sentire quella voce ed Eli si pulisce velocemente la faccia prima di avvicinarsi al nuovo arrivato. “Papà ma non dovevi lavorare fino a domattina?”

“E tu non mi avevi garantito di non fare danni?”

“Prometto che pulirò tutto io. Vuoi una fetta di torta?”

“Non mi sembra ne sua rimasta molta. Vado a lavarmi e a dormire. Non fate troppo casino” dice per poi sparire su dalle scale.

Stiles si avvicina a Eli. “È tanto arrabbiato?” gli domanda.

“Non lo so. Però non capisco cosa ci faccia a casa. Di solito resta ben lontano quando organizzo queste feste.”

“Magari era solo molto stanco.”

“Pensi abbia mangiato?”

“Non lo so. Ma sembrava davvero di pessimo umore.”

A Stiles dispiace per Eli perché sembra davvero diventato triste. “Ci penso io a lui. Hai della cioccolata, vero?”

“Cosa vuoi fare?”

“Vedrai” gli risponde con un occhiolino.

Mezz’ora dopo Stiles sta salendo verso camera di Derek con un vassoio con sopra un piatto pieno di stuzzichini, un budino di cioccolato ricoperto di panna e una bottiglia di vino. Bussa alla porta sperando che l’uomo non stia già dormendo. “Avanti.”

Stiles apre e quasi si scioglie vedendolo con i capelli umidi, una maglia larga e pantaloni della tuta. È sempre bellissimo ma gli sembra un’immagine talmente intima che si sente quasi in colpa per essere lì. “Ciao.”

Derek sorride. “Che ci fai qui?”

“Mi è sembrato che avessi avuto una brutta giornata quindi… viveri e vino. Il budino è ancora tiepido quindi è meglio se aspetti un po' a mangiarlo.”

“Lo hai fatto tu adesso?”

“Sì.”

“Perché?”

Perché? Non esiste una risposta a quella domanda, non nella mente di Stiles. Lo ha fatto istintivamente, senza nemmeno pensarci. Ma forse Derek troverebbe quelle parole patetiche. “Perché mi sembrava ne avessi bisogno” risponde quindi.

Derek appoggia il vassoio sul comò, prende Stiles per i fianchi e se lo tira contro. “Grazie” gli dice per poi baciarlo. 

Il bacio è lento, ma breve, si separano dopo poco, ma Derek non lo lascia andare e continua a sorridere.
“Quindi ora non sono più il signor Hale? O il dottor Hale?” Chiede.

Stiles arrossisce, ma regge il gioco. “Non sono mai così formale con le persone la cui lingua è stata nella mia bocca più di una volta.”

Derek sbuffa una risata. “Quanto andrà ancora avanti la festa?”

“Stavano prendendo svariati giochi di società, immagino un bel po’.”

La stretta sui fianchi si accentua e il viso di Derek è vicino al suo collo, lo sfiora con la punta del naso e con il respiro. “Quindi posso tenerti qui?” chiede, mentre un brivido attraversa la schiena di Stiles, che porta le mani dietro la sua nuca, stringendogli I capelli 
“Come spiego poi ah Eli la-la mia assenza?” balbetta, quando il respiro di Derek è sostituito da umidi baci. Reclina il collo, per dargli più spazio.

“Il tuo dottore doveva visitarti in maniera approfondita” risponde l’uomo, guardandolo negli occhi. “Sei d’accordo?” chiede.

Certo che è d’accordo. Il contatto impiega pochi attimi per diventare fuoco. Stiles si ritrova senza maglietta, con le proprie mani sotto quella di Derek, a contatto con quella pelle dura e bollente. Gli graffia la schiena quando l’uomo scende a mordergli i capezzoli gli strattona la maglia sopra la testa, perché ha un disperato bisogno di vederlo nudo. Derek non sembra volerlo ostacolare, perché in poche mosse toglie anche i pantaloni, mostrandosi in tutta la sua gloriosa bellezza.

“Mio dio…” gli viene fuori spontaneo, appoggiando le mani su quel petto, vedendolo eccitato.

Derek, con uno strattone, lo invita a voltarsi e lo stringe da dietro, mentre gli apre i jeans e glieli fa scivolare lungo le cosce insieme ai boxer. Stiles scalcia via tutto, rimanendo nudo, con la schiena in contatto con il petto dell’altro e la sua erezione che gli sfiora il culo. “Sei sicuro?” chiede l’uomo, mentre una mano stringe una sua natica, sfiorando poi la sua apertura con un polpastrello.

“Sì” risponde sicuro Stiles. “Ma sono piuttosto vocale” ammette.

La risposta di Derek è un dito infilato di colpo dentro, subito contro la sua prostata, e l’altra mano premuta sulle labbra di Stiles che si aprono in un muto grido di piacere. “Il vantaggio di essere un medico è conoscere alla perfezione il corpo umano.”

Derek comincia a muovere veloce il dito, poi sposta Stiles, sempre tenendolo da dietro, vicino al letto, aiutandolo a mettersi carponi. Stiles lo sente aprire un cassetto e poi un liquidi freddo gli cola tra le natiche. Le dita, grazie al lubrificante, passano veloci a due, poi a tre e a quattro, fino a quando Stiles gli chiede di smetterla di giocare e di scoparlo sul serio. E Derek lo accontenta subito: lo prende così, da dietro, subito con spinte forti e mirate, che gli fanno roteare gli occhi per il piacere, ma ancora con una mano premuta sulla sua bocca.

Stiles viene in tempi vergognosamente brevi, ma l’uomo lo segue subito dopo. Stiles si aspetta che gli venga dentro, ma Derek si sfila veloce il preservativo e lo volta di colpo. Si masturba lì in ginocchio sul letto, davanti a Stiles, vedendogli addosso. Se non fosse appena venuto, Stiles gli chiederebbe di scoparlo ancora, perché non ha mai visto una scena più eccitante.

Derek riprende fiato, poi si sporge e Stiles gli va incontro, baciandolo avido, con la voglia di non interrompere mai quel contatto.

“Ti prendo qualcosa per ripulirti, piccolo” dice l’uomo prima di alzarsi e Stiles capisce di essere totalmente fottuto.

Derek lo ripulisce con cura e Stiles si lascia coccolare anche in quel modo sporgendosi di tanto in tanto per posargli un bacio sulla pelle. Vorrebbe chiedergli cosa faranno ora, se ha una vaga possibilità che tutto quello si ripeta quando dal piano inferiore giunge uno strano tranbusto che non promette nulla di buono. Si rivestono e si precipitano giù trovando Eli in piedi con i pugni serrati di fronte ad una donna bionda con in mano un pacco regalo. “Più passano gli anni più assomigli a tuo padre, tesoro.”

Stiles non ha idea di chi sia quella ma proprio non gli piace. E non deve piacere molto nemmeno a Derek visto come si irrigidisce di colpo. “Cosa fai qui, Kate?”

“Non posso fare gli auguri a mio figlio?”

“Non sei la benvenuta, vattene” gli urla Eli.

Ma la donna ride avvicinandosi a Derek. “Eppure tuo padre era sempre molto felice quando venivo” dice appoggiandogli le mani su petto.

Derek le prende e gliele sposta. “Stai facendo una figura ridicola. Fermati qui che è meglio.”

“Dimmi che non lo stai facendo per quello. Da quando ti piacciono i ragazzini, Derek.”

“Lui è mio amico. Papà non farebbe mai una cosa del genere” interviene Eli.

“Beh dal segno che ha sul collo proprio non si direbbe.”

Eli li guarda con un’espressione che Stiles non riesce proprio a decifrare ma che gli pesa sullo stomaco. Per un momento spera che Derek si infuri, che le dica qualcosa, che neghi la cosa davanti ad Eli ma non lo fa. “Vattene” sussurra stanco a Kate che esce da quella casa con aria trionfante.

Stiles sente il fiato mancargli, avrebbe bisogno di sentirsi dire qualcosa da Derek ma la sua attenzione è tutta verso Eli che sembra furioso. I due discutono ma Stiles non riesce a comprendere le loro parole troppo impegnato a ricordarsi come si fa a respirare. Esce di corsa da quella casa, gira l’angolo e fa partire una chiamare. “Vienimi a prendere. È successo un casino.”

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