I CAPITOLO

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ATTENZIONE: OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, FATTI E NOMI REALMENTE ESISTITI È PURAMENTE CASUALE E FRUTTO DELLA FANTASIA DELL'AUTRICE.
Buona lettura!

2010~Roma

Chiusa la cerniera della valigia, e aperta la porta di casa, Jessie si avviò verso la sua scuola. Lei era una studentessa liceale, estremamente timida con le persone che non conosceva.

Jessie stava percorrendo la strada d'andata, e sentiva sulla sua pelle la brezza mattutina, e il venticello delle macchine che le passavano accanto.

Quella strada le faceva pensare che, anche se i suoi genitori non erano quasi mai con lei per via del lavoro, e che i suoi compagni per la maggior parte non l'ascoltavano, alla fin fine non era sola: il canto degli uccellini, il peso dello zainetto sulle spalle, il frusciare delle fronde verdi e rigogliose degli alberi erano lì con lei. Qualsiasi cosa fosse accaduta.

Arrivata all'ingresso, alcuni compagni della sua classe stavano chiacchierando animatamente, controllati dallo sguardo attento dei professori:

La Fray, ovvero la professoressa preferita di Jessie, d'altronde la materia che preferiva la ragazza, nonché la materia insegnata dalla professoressa era l'italiano, e il suo modo di fare era sempre calmo, ed era così tanto simpatica che faceva ridere anche i sassi, un po' come Moroni, simpaticissimo anche lui, e infine la Marianne, che Jessie non conosceva bene, infatti era la professoressa d'italiano della IIID, ovvero la classe che andrà al camposcuola insieme a quella di Jessie.

-Ehi Jess!- La chiamò Sam, il suo migliore amico.

-Sam! Sei pronto? Io non vedo l'ora!!- rispose Jessie con un dolce sorriso stampato sulle labbra.

Sam passò la mano nei suoi capelli corvini, e con una scintilla nei suoi occhi verdi mormorò:

-Sono nato pronto.-

Questo fece ridere la ragazza, che gli buttò le braccia al collo avvolgendolo in un dolce abbraccio.

I ragazzi si staccarono quasi subito:

-Oh... guarda un po' chi c'è... smamma, ragazzina, e non toccare il mio uomo.-

Ringhiò Gaia, la popolare della scuola, nonché bulla. Con le sue due "amiche" Lora e Catherine, si divertiva a prendere di mira le persone che riteneva più deboli.

-Gaia, quante volte te l'avrò detto che non mi piaci? Devi cambiare atteggiamento per riuscire a entrare nelle mie simpatie. Chiaro?-

-Sei sempre troppo attraente Sammy! Oh, sarà bellissimo stare in pullman con te!-

-No! Non starò con te!-

Gli rispose Sam, ma Gaia, con il suo sorrisetto da superiore, si era girata e aveva attaccato conversazione con Raphael, un ragazzo dell'altra classe, migliore amico di Lucas, che ci provava con tutte.

Arrivati tutti i ragazzi, sia della D che della classe di Jessie, ovvero la B, i professori li raggrupparono davanti al pullman mentre l'autista e due uomini aiutanti prendevano valigie e zainetti e li depositavano nel portabagagli ai lati della vettura.

Iniziò a parlare la Fray. Era minuta, ma questo non c'entrava niente con il suo carattere: era determinata, e quando doveva sì che si faceva sentire!

-Okay, ragazzi, ascoltatemi bene. Adesso saliremo sul pullman, uno per volta, senza creare una "mandria" di cavalli imbizzarriti, perché vi dovremo contare. Ricordatevi che sul pullman non si portano nè bevande, nè cibo, ma solo quello che siete sicuri di usare, come giochi, carte, libri... magari il cellulare tenetelo spento, mi fa una tristezza vedere voi giovani soggiogati davanti a quell'aggeggio... insomma, parlate! Premesso questo, fate una fila indiana e salite ordinatamente.-

Concluso ciò, la Fray sorrise e cominciò a contare i ragazzi che salivano docilmente sul pullman

-Ci mettiamo vicini, Sam?- domandò Jessie a bassa voce, guardando con la coda dell'occhio l'amico d'infanzia e avanzando ogni volta che saliva un compagno.

-E me lo chiedi pure? Certo! -

Le rispose l'interessato, dandole un pugnetto amichevole sulla spalla.

Sorridendo ancora di più, Jessie salì sul pullman seguita da Sam. La ragazza non aveva mai capito perché le scale della vettura fossero così tanto alte: dovevano fare una faticaccia per salire quei tre gradini!

Scalata la montagna, Jessie si accaparró i posti più vicini a quelli dei professori, tanto era curiosa di sentire le loro conversazioni e di attaccare discorso con loro.

-Sempre della stessa idea eh? Mi metto dalla parte del finestrino?-

-Sì, grazie.- rispose Jessie sorridendo.

Dopo acrobazie per mettersi dalla parte del finestrino (il pullman era così stretto che per un attimo Sam dovette sedersi sulle gambe della ragazza, che stava morendo dal ridere), i prof. fecero il giro dei posti per vedere se tutti avessero le cinture allacciate e che nessuno avesse portato cibi o bevande varie.

La Fray, quindi, si mise all'inizio del corridoio e cominciò a parlare, mentre il pullman si metteva in moto.

-Allora ragazzi, il viaggio durerà quattro orette: ricordatevi che stiamo andando da Roma a Urbino, mica al centro della città. Allora, faremo una pausa verso metà viaggio dove potrete mangiare qualcosa e sgranchirvi le gambe, per poi ripartire. Detto questo, buon via...AHH!!-

Le si spezzò la voce a metà parola perché l'autista aveva accelerato senza preavviso, e con un abile gesto la professoressa aveva afferrato il sedile che aveva davanti, evitando di cascare all'indietro.

Jessie, guardando la scena, si era quasi alzata, però si era riseduta subito perché incatenata al sedile dalla cintura di sicurezza, così come Moroni, a cui il cuore gli si era bloccato in gola, tanto si era spaventato di vedere la Fray cascare.

Tirato un sospiro di sollievo da parte di tutti I presenti, la Fray finì la parola e si andò a sedere vicino a Moroni, nel sedile alla sinistra di Jessie.

-Mios Dios...-

Sentì mormorare il ragazzo alle sue spalle. Era Raphael, d'origine spagnola.

-C'è mancato poco...- disse Jessie in risposta, buttando fuori l'aria che aveva trattenuto per lo spavento.

Per quanto si era irrigidita, non si era neanche accorta della mano che Sam aveva poggiato sul suo braccio in modo protettivo, come se quella che stesse per farsi veramente male fosse lei, e non la Fray.

Jessie e Sam iniziarono ad ascoltare la conversazione che aveva preso una piega animata dei professori a loro fianco.

-Non avrei sopportato di perderti.-

Stava dicendo Moroni.

-...non avrei sopportato di perdere un'altra persona a cui tengo.-

-Oh... grazie... però dico, non è stato poi così tragico, no?-

-Noooo... hai solo rischiato di perdere la vita.-

Non sapendo di essere osservati da Jessie e Sam, Moroni diede una rapida carezza in viso alla Fray, che lo guardò con sguardo trasognante e innamorato.

-IO LO SAPEVO! ERO SICURA CHE CI FOSSE DEL TENERO TRA LORO!-

Jessie quasi urlò, e i professori si girarono verso di lei.

Sam, che come sempre riesce a tirarsi fuori da tutti i guai, rispose a Jessie:

-Hai ragione Jess, tra Sebastian e Lara c'è del tenero. Ti devo dieci euro.-

Jessie, che in quel momento aveva perso un battito ed era sbiancata, guardò Sam come avrebbe guardato un Angelo sceso dal Cielo per salvare l'umanità dalla distruzione, quindi, tirato un sospiro di sollievo, Jessie rilassò i muscoli, pensando che ciò che aveva appena passato non aveva cambiato le cose tra lei e i professori.

Salvami, mio AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora