4. Il tetto dell'hotel

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ABIGAIL'S POV
La cena si concluse per le 11:00, salutai i miei genitori e finalmente arrivai nella mia stanza d'hotel. Non ero affatto stanca così decisi di andare sul terrazzo a prendere una boccata d'aria. Appoggiai la mia borsa sul letto e lasciai la camera. Salì le scale perché l'ascensore era occupato. Non avevo fretta ma non avevo nemmeno voglia di aspettarlo. Arrivata sul terrazzo mi affacciai al cornicione. La vista era mozzafiato. Si potevano vedere tutti i più alti grattaceli della città. In Germania non c'erano palazzi così alti. Per fortuna non soffrivo di vertigini.
W: "pensavo non venisse nessuno qui" - disse William alle mie spalle.
Era uno dei ragazzi che durante la cena si trovava in quel tavolo. Stava fumando dell'erba seduto per terra. Indossava una camicia nera e un pantalone da smoking, mentre la giacca, si trovava sul pavimento affianco a lui.
- "scusa non volevo disturbare, stavo giusto per andarmene"
W: "tranquilla rimani pure"
Ringraziai con un sorriso.
W: "vieni qui non mordo mica" - disse con un sorriso asimmetrico.
Feci una risata sbuffante e mi sedetti per terra affianco a lui. Continuavo a sistemarmi il vestito per paura che si sgualcisse.
W: "mettiti comoda, tanto una piega non rovinerà mica il vestito" - disse guardando il cielo - "comunque oggi non mi sono presentato come si deve, sono William"
- "piacere Abigail" - sorrisi
W: "vuoi un tiro?" - disse porgendomi la canna che stava fumando.
- "no grazie, non fumo"
W: "non sai che ti perdi" - ghignò.
Rimanemmo in silenzio a guardare le stelle per un po'.
W: "sbaglio o non ti stiamo simpatici?" - domando con un sorriso presuntuoso.
- "perché dici questo?"
W: "non vedevi l'ora di andartene questa sera a cena"
- "non è vero!" - dissi.
Si girò verso di me con un sorriso da saccente.
- "non è che non mi state simpatici è solo che preferisco stare con un altro tipo di persone"
W: "per esempio?" - chiese incuriosito
- "gli adulti"
W: "cazzata"
- "no sono seria"
W: "hai 15 non ci credo neanche morto"
- "beh non crederci. Comunque si è fatto tardi e il caso che rientri. È stato un piacere William"
W: "il piacere è mio"
Me ne andai. Ero stata sincera e se non voleva credermi era un problema suo. Era così strano da credere? Perché una ragazza della mia età non può preferire la compagnia degli adulti? Che strano ragazzo. O sono strana io? Non mi importa sono stanca. Mi diressi verso la porta che conduceva alle scale quando mi accorsi che era chiusa.
- "cavolo! Wi-william non si apre la porta" - dissi cercando di nascondere la mia preoccupazione.
W: "sei sicura? o non riesci?" - disse ridendo. Si alzò e venne verso di me. - "spostati fai fare a me"
Mi scostai per fargli spazio ma nemmeno lui riuscì ad aprirla.
W: "merda! 1-0 per te Abigail" - disse ironico.
- "cosa facciamo?"
W: "sei tu quella che voleva andarsene, io posso stare qui per sempre. Problema tuo"
- "cosa!?" - dissi con gli occhi spalancati.
W: "prova chiamare qualcuno?" - disse con tono sarcastico.
- "non ho il telefono"
W: "come fai a non avere il telefono!?" - disse esasperato.
- "l'ho lasciato in camera" - dissi dispiaciuta - "non puoi chiamare qualcuno tu?"
Si mise a frugare tutte le tasche del suo pantalone.
W: "cazzo, nemmeno io ce l'ho" - disse ridendo.
- "come fai a non avere il telefono!?" - dissi urlando visto che lo disse a me poco prima.
W: "calmati. Forse questa canna serve più a te che a me" - disse ridendo e porgendomela.
- "NO, GRAZIE. come fai a rimanere così calmo, a giusto sei fattissimo. Probabilmente non ti rendi nemmeno conto della situazione"
W: "almeno io non mi agito inutilmente. Comportarsi così non servirà a nulla"
Si porto la canna alla bocca e andò a sedersi dove si trovava prima.
- "dove vai adesso!?"
W: "ovunque pur di non sentirti urlare"
Cominciai a colpire la porta inutilmente. Esausta mi tolsi un tacco e lo lanciai contro la porta.
W: "ti prego continua è divertente vederti insistere" - disse sbellicandosi dalle risate.
- "almeno io ci provo, William" - evidenziando il suo nome per fargli capire che avrebbe dovuto fare qualcosa.
Continua per ancora 5 minuti ma niente. Non avevo più forza nelle braccia così mi diressi verso William e mi sedetti affianco a lui.
- "basta sono stanca e ho freddo"
W: "finalmente, tieni la mia giacca tanto non la uso"
- "no tranquillo"
W: "allora rimarrà per terra"
- "va bene la prendo, grazie" - e la indossai.
W: "sei sicura di non voler un tiro?"
- "ripeto, no grazie"
W: "d'accordo" - disse alzando le mani in segno di resa.
Appoggiò la testa sulla mia spalla e mi venne da sorridere ma non dissi nulla.
Si addormentò dopo poco. Sulla mia spalla! Vidi che aveva un orologio che brillava. Senza farmi gli presi la mano per osservarlo. Swarovski pensai. Allo stesso tempo sentivo la sua mano calda e morbida tra le mie. Aspetta! Ma erano le 03:00 del mattino!
W: "che carina, mi dai la mano?" - disse ironico ridendo.
- "dovevo vedere l'orario"
W: "si certo"
- "giuro! E sono le 03:00!"
Improvvisamente fuori dalle tasche il suo telefono.

La principessa della villaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora