Capitolo 1.

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" Okay Talya, anche oggi arriverai in ritardo a scuola. Fantastico, non credi? " Dissi tra me e me, camminando a passo svelto.


Prima di bussare alla porta della classe diedi una veloce occhiata all'orologio da polso. 8:10. Sono in ritardo di dieci minuti.


Bussai e dopo aver sentito un "avanti" entrai. Ed ecco che ci risiamo, tutta la classe aveva gli occhi puntati verso di me, compreso Shawn.


Lui è un ragazzo bellissimo e dolcissimo, ma essendo capitano della squadra di hockey tende a vantarsi del suo talento. Tutti mi guardavano, alcuni sparlavano a mio riguardo, altri mi ridevano dietro.


E' come se io fossi il giullare di questa classe.


" Signorina Simpson, è in ritardo" affermò il professore di storia, il quale amavo, non solo perchè era buono, ma perchè insegnava una delle mie materie preferite. Molti trovano la Storia banale, io invece la adoro.


" Mi scusi professore, l'autobus era arrivato in ritardo" risposi io torturando la mia povera borsa a tracolla. Povera, che mi ha fatto di male?


" Capisco. Ora vada a sedersi" disse lui, per poi continuare a spiegare la lezione.

Mi sedetti e iniziai ad ascoltare.


Stavo seduta sul banco e aspettavo che questa lezione di matematica finisse. Non sopporto la matematica. Mentre la professoressa dettava i compiti suonò la campanella che segnava l'ora di pranzo. Oh grazie al cielo.


Presi le mie cose e mi diressi verso il mio armadietto. Mentre chiudevo l'armadietto qualcosa colpì la mia testa.


"Ahia" imprecai voltandomi e prendendo in mano la pallina che mi è stata appena lanciata. Mi accorsi dopo che fu Shawn a lanciarmela. Appena lo vidi iniziai a tremare. Stavo per andare ma lui mi chiamò. Perfetto.


" Talya, scusami tanto, non l'ho fatto di proposito " disse lui avvicinandosi.


" Come fai a sapere il mio nome? " chiesi io agitata.


" Sai, non è difficile ascoltare l'appello " rispose sorridendo. Solo ora mi rendo conto di quanto io sia idiota.


" Ah certo, ovvio. Ci si vede" dissi per poi andarmene in mensa.


***

" Dunque, per lunedì prossimo dovrete fare una piccola ricerca sulla vita dei cavalieri dei regni medioevali. Ci vediamo."Disse prima che la campanella suonasse. Presi le mie cose e uscii dalla classe.


A dirla tutta non volevo tornare a casa. Sicuramente troverò mio padre urlare per qualcosa che ovviamente io non ho fatto. Ho un padre molto strano, si arrabbia per tutto. Non c'è un giorno in cui non litighi con me.


Presi un bel respiro e varcai il cancello di uscita. Passai davanti a Shawn e al suo gruppo e lì dissi tra me e me "non farti notare a sparisci da qui" ma ovviamente, il karma non è mai a mio favore. Sentii qualcuno chiamarmi, di nuovo. Era sempre Shawn.


Mi limitai a stare in piedi e lo salutai con un cenno. Si stava avvicinando a me e come al solito cominciai ad agitarmi e tremare. Non è colpa mia, è lui che mi fa questo effetto.


" Hey, oggi diamo una festa in onore della vittoria che conquisteremo alla partita di hockey. Verrai, vero? "


" Quand è la partita?" chiesi io leggermente confusa.


" Sta sera"


" Scusa, come lo sai che vincerete? " chiesi.


" Abbiam sempre vinto e vinceremo anche oggi. In fondo siamo i migliori di tutta Toronto" rispose lui.


" Poco modesti devo dire. Comunque non credo di venire, mi dispiace" dissi io. Volevo andare, ma sicuramente mio padre avrebbe detto di no.


" Perchè no? Domani è sabato, non c'è scuola. Anche se torni tardi non è un problema."


" Oh, non è quello il problema. E' che i-io, non posso mi dispiace. " detto questo me ne andai. Ero molto dispiaciuta, se la mia vita fosse un po' più felice e senza ostacoli avrei sicuramente accettato.


Tornai a casa esausta. Appena entrai sentii mio padre litigare con mia madre. Senza farmi notare salii in camera mia. E' sempre la stessa storia.

Never let me go. || Shawn Mendes. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora