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James parcheggió l'auto di fronte all'appartamento, la donna che aveva conosciuto giorni prima gli sorrise quando scese e la raggiunse. Afferró le chiavi che lei gli consegnó e tutto in quel momento fu reale.
Avrebbe avuto quel posto per lui e suo figlio. Avrebbe incluso anche Alan.
-Se vi serve qualcosa, non esitate a chiamare!-
James la ringrazió avviandosi alla macchina, stringendo le chiavi tra le dita.
Si diresse all'ospedale, era sicuro che Alan fosse già li. Non era riuscito a parlarci quella mattina. Si era svegliato solo e il fatto che al distretto fosse uscito che una delle vittime, il fratello fosse stato violentato non era una cosa da prendere sotto gamba. Niente affatto.
Salutó la donna con la mano immettendosi in strada e percorrendola diretto all'ospedale.
Era sempre stato fiero di Alan e del suo lavoro. Si era sempre guadagnato il successo che aveva ricevuto.
Gli anni di studio e di lavoro. Spense l'auto quando entró nel parcheggio. Scese e chiuse la macchina camminando su per le scale diretto all'ingresso dove notó Lana non era al suo posto. Alan aveva detto loro che avrebbe incontrato Jason. Chissà come sarebbero finite le cose tra quei due.
James si illuminó quando Alan usci da una delle stanze, gli occhi fissi su una cartella mentre sollevava i fogli, studiando i valori del paziente di turno. Gli si avvicinó piano. Portandosi dietro di lui.
-I valori mi sembrano buoni!-
Alan si voltó a guardarlo, schiarendosi la voce quando incontró finalmente i suoi occhi.
-Sai leggere i valori di una persona malata?-
-Ho un marito che sa perfettamente come fare!-
Alan richiuse la cartella.
-Ecco perchè sono felice che tu faccia il poliziotto e non il medico. Questi volori sono tutto tranne che buoni!-
James afferró le chiavi e gliele mise davanti alla faccia.
-Guarda qui-
Alan le afferró tornando poi a guardare James negli occhi.
-L'appartamento?-
-L'appartamento. Te lo avrei detto stamattina, ma sei corso via presto e non ho potuto avvisarti che avevo ricevuto la chiamata dall'agenzia ieri pomeriggio. Sono appena tornato da li!-
James studió il volto di Alan, era difficile capire che cosa stesse pensando in quel momento. Felicita? paura? realizzazione?
-Di qualcosa!-
fu un sussurro, ma Alan tornó a guardarlo.
-Andiamo da Ethan adesso!-
Alan gli diede le spalle e James gli afferró il polso, tirandolo verso di se.
-Perchè mi eviti?-
Alan sembrava confuso mentre lo guardava di nuovo.
-Non ti sto evitando. Perchè dovrei?-
-Ieri notte dormivi già. Ammesso che stessi dormendo davvero. Questa mattina mi sono svegliato ed eri giá corso via. Perchè mi eviti?-

Alan guardó l'uomo che amava di fronte a se. Serio come non mai, mentre gli diceva la verità. Lo stava evitando, ma solo perchè era spaventato dall'ammettere ad alta voce che era pazzo di lui.
-Ti fai troppi film. Ora perchè non andiamo da tuo figlio?-
James a quella parola si irrigidì appena. Sapeva quanto quella cosa lo spaventasse, gli aveva fatto presente che non si vedeva come padre, che non sapeva bene come comportarsi. Ma James era un uomo di valore pieno di sorprese e avrebbe affrontato anche questa cosa. Con il suo aiuto, ne sarebbe uscito.
Gli diede le spalle, percorrendo il corridoio, evitando la stanza di Jane e preseguendo verso quella di Ethan.
-Jane come sta?- la voce di James era vicinissima e poteva sentirne la presenza dietro di se, la voce calda e bassa, il respiro contro il collo. Deglutì portando la mano alla maniglia e stringendola.
-Gli esami non danno niente di anomalo. Ha solo una ferita da taglio al braccio che ha un infezione. La stiamo curando con antibiotici. Lana si sta prendendo cura di lei al momento!-
-Ho visto che Lana non è all'ingresso!-
Alan alzó le spalle, era uscita da due ore ormai e se era come pensava, in questo momento era con Jason. Perchè disturbarla?
-È uscita un paio di ore fa, John mi ha riferito che ha parlato al telefono e che poi è corsa via!-
Il volto di James si piegó appena, Alan lo guardó negli occhi.
-Cosa?-
-John?-
Alzó gli occhi al cielo.
-che tu ci creda o no. Lavoro con ogni tipo di medico, uomo o donna che sia. Le mie labbra possono pronunciare nomi maschili senza che tu ti faccia prendere dal panico!-
James si portó di fronte alla porta e Alan lasció la maniglia.
-La tua bocca non deve pronunciare nessun nome!-
Alzó gli occhi su di lui.
-Come dovrei chiamare un mio collega quando ho bisogno di lui?-
-Tu non hai bisogno di nessuno. Sai il fatto tuo. Questo John di cosa si occupa?-
-Psicologia. Dovresti farci un salto sai? Sei pazzo!-
Lo spinse via piano. Entrando nella stanza. Si avvicinó alla finestra aprendola.
Si voltó verso la culla, Ethan dormiva ancora, era impressionante il modo in cui assomigliava a James.
-Diventerai come il tuo papà vero?- gli accarezzó piano i capelli. Una delle cose che aveva preso da Grace.
-A quale dei due ti riferisci?- Alan alzó gli occhi su James mentre si avvicinava alla culla.
-Fino a prova contraria l'unico padre che ha sei tu!-
James per la prima volta guardó suo figlio. Le manine strette a pugno, gli occhi chiusi, il respiro lento e regolare, avvolto da una copertina azzurra.
-Chi dice ad Alan che io voglio che tu diventi come lui?-
Gli accarezzó la guancia e il neonato fece il versetto, mentre gli occhi di Alan si spostavano dall'uno all'altro.
-Che stai dicendo?-
-Se prendesse da me sarebbe la fine. Finirebbe per mettersi nei guai. Preferirei che prendesse da te!-
-James...!-
-Sono serio. Ho già avviato il tutto. Anche tu sarai suo padre!-
Alan afferró la mano di James tirandolo lontano da Ethan.
-Di cosa parli?-
-Adozione. Podestà genitoria. Chiamala come vuoi, non sono un avvocato. Ma voglio che entrambi ci prendiamo cura di quel bambino!-
Alan fu costretto a sedersi, la testa gli girava troppo in quel momento.
James si inginocchió di fronte a lui.
-Lo sai anche tu che è il modo migliore per tenerlo al sicuro da tutto. Crescere solo con me? a diciotto anni dovrei tirarlo fuori di prigione!-
Alan guardó James.
-Sai che cosa stai facendo?-
James annuì.
-tutelo le persone che amo. Lui perchè è mio figlio. Lo so fatico a crederci e mi ci vorrá ancora un pó prima di abituarmi a tutta questa storia padre/figlio. E te. Perchè se mai dovesse succedermi qualcosa, qualsiasi cosa, sapró che Ethan è al sicuro!-
Alan non sapeva che cosa dire in quel momento. Che discorsi stava facendo? cosa doveva succedere?
-Stai parlando della persona che mi ha rapito? pensi che potrebbe arrivare a fare qualcosa alla tua persona?-
-Non escludo niente. E voglio che tu e Ethan siate al sicuro!-

Dentro all'incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora