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Haylee si rigirò nel letto quando sentì una serie di rumori indistinti provenire dal piano di sotto. Borbottò qualcosa di sconnesso e infilò la testa sotto al cuscino. Noah si mosse a sua volta accanto a lei, quando sentì un rumore simile a quello di un vetro rotto.

"Che cavolo è?" Biascicò la giovane donna sollevandosi sull'avanbraccio.

Buttò poi un'occhiata sulla sveglia rossa sistemata sul suo comodino e sbuffò sonoramente: avrebbe potuto dormire un'altra ora! In più, era ancora mezza influenzata, aveva il naso e le orecchie tappate e un costante e fastidioso mal di testa.

"Lascia perdere." Biascicò lui, con la voce impastata dal sonno e lasciando correre il braccio sul materasso finché non le circondò il fianco e l'attirò a sé, schiacciandola contro il suo petto. Cercò poi la carne tenera del seno sotto la maglietta e ne catturò uno con il suo palmo mentre lei si rilassò meglio contro di lui. Noah le scostò i capelli dal collo e glielo sfiorò con un bacio.

Haylee cercò frizione contro il cavallo dei suoi pantaloni e lo sentì emettere un gemito di gola quando lo fece.

La voce squillante e frustrata di Daphne li fece saltare in aria ed Haylee scattò a metà del letto mentre Noah imprecò sottovoce.

"Devo andare a vedere." Disse, scardinando le coperte e tirando appena su col naso.

"Hay... lascia stare..."

Ovviamente Haylee non gli diede retta ed uscì di corsa dalla stanza. Quando arrivò in cima alle scale riconobbe la figura di Aaron in piedi davanti alla porta: c'erano cocci di vetro spazi ovunque e Daphne era di fronte a lui: stava piangendo e aveva le guance rigate dalle lacrime.

"Per favore, smettila..." lo implorò.

"Smetterla? Davvero? Dopo tutto quello che..." Aaron distolse lo sguardo, ferito "hai mandato tutto a puttane quando hai conosciuto lui..."

"Non c'era niente da mandare al diavolo, Aaron..." rispose lei in un singhiozzo, "tra noi era solo..." lasciò cadere la frase.

Aaron sorrise amaramente "solo sesso, giusto?"

Aaron abbandonò le braccia lungo il corpo e guardò Daphne per un lungo istante prima di spostare gli occhi altrove: detestava vederla piangere ma era arrabbiato, ferito, deluso...

La sua attenzione venne poi attirata da Haylee, che se ne stava in piedi in cima alle scale ad osservare la scena senza sapere esattamente cosa dire o cosa fare.

"Tu" cominciò Aaron, puntandole il dito contro "è tutta colpa tua."

Haylee strabuzzò gli occhi e se li strofinò un paio di volte prima di mettere a fuoco ciò che stava dicendo e soprattutto, se lo stava dicendo veramente a lei. Colpa sua? In che modo doveva essere colpa sua?

"Da quando sei entrata nelle nostre vite hai portato solo casini!" Esclamò.

Per chiunque conoscesse Haylee Darling sapeva che era una persona estremamente sensibile e già passava la vita a sentirsi in colpa da sola senza bisogno di avere a che fare con qualcuno che glielo facesse presente.

"Aaron..." s'intromise Daphne.

"Pensaci, Daphne: si tratta della tua migliore amica e di suo fratello e di te e Noah che non fate altro se non nominarla continuamente."

Haylee boccheggiò alla ricerca di aria "non credo di capire..." disse, con un filo di voce e lasciando la frase a metà, senza sapere come continuarla.

Aaron fece un paio di passi verso le scale e lei rimase ferma immobile a guardarlo, continuando a chiedersi se tutto ciò stesse succedendo davvero.

"Non capisci? Come te la posso mettere per fare in modo che tu capisca?" Si fece fintamente pensieroso, mettendosi poeticamente l'indice sotto il mento "vediamo... le cose vanno male a causa tua, Haylee Darling."

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