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Due settimane dopo

Grosse gocce di pioggia tintinnavano sulla ringhiera in terrazza, filtrando i pochi pallidi raggi di sole che comparivano a intermittenza da dietro i pesanti nuvoloni scuri che, ormai, troneggiavano sulla città da un paio di settimane.

Haylee Darling rigirava il cucchiaino nel suo caffè con una punta di latte senza la benché minima intenzione di berlo, anche se, pensandoci, le sarebbe tornato utile visto che aveva dormito si e no tre ore in tutta la notte. Si era girata e rigirata nel letto un milione di volte e lo aveva fatto avendo cura che Noah non se ne accorgesse per non farlo preoccupare.

...come se le sue pesanti occhiaie e gli occhi gonfi non parlassero al posto suo.

Daphne scese in cucina e poggiò la borsa sul tavolo; la sua coda di cavallo guizzava a destra e a sinistra mentre si versava una tazza di caffè per poi estrarre un waffle bollente dal tostapane che le bruciò la punta dei polpastrelli. Dopo una piccola imprecazione lo poggiò sul piatto in ceramica e aspettò a mangiarlo – nemmeno lei aveva poi così tanta fame – per evitare di scottarsi anche la lingua.

"Pensi mai che vorresti prendere una bella pastiglia e svegliarti senza ricordare nulla dell'ultimo mese?" Domandò Daphne, sollevando la tazza per portarsela alle labbra.

"Ogni mattina quando mi sveglio." Rispose lei.

Haylee si rese conto che non aveva ancora bevuto il suo caffè e se lo portò alla bocca: era gelido ma non le importava poi così tanto.

Noah entrò in cucina senza maglietta e se ne pentì subito dopo, considerando che c'era un gran freddo.

"Dio, Wash, copriti!" Esclamò disgustata Daphne "non è niente che voglio vedere."

"Nemmeno io avrei voluto vedere te e Zach, l'altro giorno... eppure..."

Daphne alzò gli occhi al cielo: dannato Noah aveva sempre la risposta pronta!

"A casa mia faccio quello che voglio." Disse, incrociando le braccia.

Noah poggiò il mento contro la nuca di Haylee e lei sospirò rilassata di fronte a quel contatto: Noah era la sua casa.

"Vorrà dire che Haylee ed io andremo a stare altrove." Rispose lui, scrollando appena le spalle.

Ad Haylee quasi andò di traverso il caffè disgustoso che stava bevendo ma cercò di non dare troppo peso alla cosa: stava solo scherzando, no? Mica parlava davvero di andare a vivere assieme...

Anche Daphne cercò di ignorare l'affermazione pensando che lo stesse dicendo tanto per dire, anche se la sua indole curiosa e pettegola si sarebbe spinta a chiedere che divano avrebbero comprato.

"Sai niente di Aaron?" Domandò poi, facendo cadere il gelo in cucina.

Haylee si alzò dalla sedia mormorando un 'devo andare' poco convinto e Daphne si rese conto che forse non era stata proprio un'ottima idea tirare fuori l'argomento in quel momento.

Noah le rivolse infatti un'occhiataccia e guardò Haylee andare via. Sospirò poi rassegnato e si sedette al posto lasciato vuoto dalla sua ragazza. "Si è licenziato." Disse alla fine, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo in legno e guardando Daphne dritta negli occhi.

Daphne annuì piano, processando la risposta "era assurdo pensare che avrebbe telefonato, vero?"

"Che cosa avrebbe potuto dire?"

Daphne aprì la bocca per rispondere e si rese conto che effettivamente c'era ben poco da dire. Delle scuse non sarebbero state sufficienti e se avesse messo piede in casa loro Noah gli avrebbe con ogni probabilità sparato, per non parlare di Haylee che era ad un passo da una crisi di nervi.

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