Capitolo 4

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- Ecco la spiaggia - disse Sam - ce ne sono parecchie, ma questa è la più vicina all'ostello e la più comoda da raggiungere.

Sì, persimo la partita. Non facemmo poi così schifo, però Ryan era davvero bravissimo. Mi sarebbe piaciuto verdermi la scena di Sam completamente ghiacciato, a causa della doccia fredda, per una settimana.
La spiaggia era fantastica: un vasto prato con diversi alberi, di cui uno immergeva le radici nel lago. Posizionammo i nostri teli-mare uno di fianco all'altro e ci spogliammo, rimanendo in costume. Notai un cespuglio di more poco distante da noi e ne colsi una, era dolce.
Emma indossava un costume a due pezzi verde che le metteva in risalto il fisico, si sdraiò cominciando a leggere uno libro molto spesso, di almeno seicento pagine. Sam le si sedette accanto ammirando il suo bel vedere, facendo finta di essere interessato al romanzo. Ma quel tizio è un puttaniere di prima categoria, lo fa apposta oppure è un pervertito? Emma si era accorta che Sam la stava fissando, ma non diceva niente anzi, sembrava che apprezzasse il fatto di piacere al ragazzo, ma non lo dava a vedere. Con un sorriso divertito, mi sdraiai anche io sull'erba a godemi il sole francese.
- Andiamo a fare una passeggiata - propose Ryan dopo una ventina di minuti - c'è un bel sentiero in riva al lago -
- Io non vengo, rimango qui, magari faccio un bagno - dissi io.
Gli altri tre ragazzi annuirono e si allontanarono.
Presi i miei occhialini gialli, attraversai il prato fino alla riva del lago e mi immersi nell'acqua leggermente fredda. Mi era sempre piaciuto nuotare, fin da piccola. Cominciai ad andare a largo, cercando di non pensare a niente e a rilassarmi, ma alcuni ricordi mi riaffiorarono in mente .

" La barca dondolava pigramente, come se ci stesse cullando. Ero seduta sulle gambe di mio nonno, mentre lui mi mostrava come infilzare un esca all'amo. Mi spiegava sempre tante cose, di cui la maggior parte non riuscivo neanche a comprendere. Mi raccontava della guerra, dei suoi anni migliori. Come quella volta che era andato a rubare le zucche in un campo; le aveva caricate sulla bicicletta, solamente che il contadino lo aveva beccato e gli aveva tirato i sassi sui raggi delle ruote, facendolo cadere. Oppure quella volta che era con i suoi amici sulla riva del fiume e che per sbaglio ci era caduto dentro e, essendo inverno, si era congelato.
Aspettavamo sempre con molta pazienza che il pesce abboccasse,mentre io fissavo le sue mani rugose che tenevano la canna da pesca. Erano tanto diverse dalle mie: così grandi e secche, con tante macchioline marroni, tipiche degli anziani. Non riuscivo a credere che anche lui un tempo fosse come me, senza quelle rughe di saggezza che narravano di una vita passata.
Mi piaceva stare con lui, era sempre così affettuoso. Mi recitava delle poesie per me molto complicate, ma di cui riuscivo a imparare a memoria alcuni pezzetti. Lui sorrideva in modo fiero quando io completavo alcuni versi al posto suo. Mi insegnò lui a nuotare, all'età di cinque anni. Odorava di dopobarba, i suoi vestiti sapevano di naftalina. Mi dava sempre delle caramelle quando andavo a casa sua, mi chiamava bambolina..."

Stavo nuotando leggermente in profondità quando gli occhialini si sfilarono dalla testa. Cercai di prenderli andando sempre più giù, riuscendo a vederli per via del loro colore acceso. Quando l'ossigeno cominciò davvero a mancare riuscì ad afferrarli e cercai di tornare in superficie il più velocemente possibile, dopo essere riemersa sentì un dolore assordante alla testa.
- Ma che cazzo?! Oddio! - sentì una voce maschile il lontananza e mi resi conto che stavo nuovamente andando sott'acqua. Fui presa dalle braccia e portata in superficie su quella che sembrava una canoa. Cominciai a tossire, cercando di riprendermi, mentre un ragazzo mi stava fissando la fronte e le mani con aria preoccupata, erano rosse di sangue.
- Sanguino...Perché diavolo mi hai colpita?! Cos' hai in testa? - ringhiai.
- Che razza di domanda è? Sei lontanissima dalla spiaggia e sei comparsa dal nulla, mi hai fatto venire un infarto - alle parole del ragazzo mi resi conto che ero davvero distante dalla terra ferma. Ma com'era possibile?
Il ragazzo sorrise per via della mia faccia stupita, prese un asciugamano e lo bagnò con l'acqua del lago e mi tamponò la fronte.
- Io... gli occhialini... beh, li avevo persi... - balbettai. Mi resi conto che stavo farfugliando e che lui non aveva capito il senso delle mia frase e mi sentì le guance avvampare - stavo nuotando e gli occhialini mi si sono sfilati dalla testa e stavo cercando di riprenderli, ma... -
- Si ho capito - mi interruppe lui con un dolcissimo sorriso, aveva dei bellissimi occhi verdi, erano emormi e ne fui subito rapita - e alla fine sei riuscita a prenderli? - mi chiese lui riportandomi al presente.
- Ehm si, dovrebbero essere qui da qualche parte... - dissi io cercandoli - merda. Devono essere caduti quando mi hai colpita... pazienza ne farò a meno - gli dissi sorridendogli.
- Ma come hai fatto a nuotare fino a qui? È pazzesco! -
- A dire la verità non lo so nemmeno io -
- Mi hai davvero spaventato sai? Pensavo che fossi un pesce o qualcosa del genere... una sirena - disse lui ridendo.
- Lo devo prendere come un complimento? -
- No, dato che stavi boccheggiando con la bocca spalancata - disse riprendendo i remi della canoa.
- Stavo per soffocare! A proposito, sanguino ancora? Grazie per questa specie di medicazione... - gli dissi spostando l'asciugamano dalla fronte per permettegli di controllare la ferita.
- Poco, però ti verrà un bernoccolo. - disse toccandomi dolcemente la ferita con il pollice - Hai fame? Ti porto in un posto speciale, che nessuno conosce -
Iniziò a remare e io cominciai a fissargli i muscoli della schiena. Sto diventando come Sam! Distolsi subito lo sguardo.
- Come ti chiami? - mi chese, non ci eravamo ancora presentati
- Jennifer Lawrence. Tu? -
- William Hampton. -
- Da quanto tempo sei qui? -
Iniziammo a parlare e non ci fermammo più, fu come se ci conoscessimo da anni, andavamo molto d'accordo.

Tra una risata e l'altra arrivammo in una spiaggia nascosta, con molti alberi, tra cui un magnifico salice piangente. Amavo quegli alberi, erano i miei preferiti.
William mi aiutò a scendere dalla canoa prendendomi per mano:
- Ma che galante - gli dissi io con una risata di scherno.
- Sei ancora troppo intontita dalla botta, non vorrei che finissi in acqua - intontita? Io sono così di natura...
Seguì il ragazzo fino ad un albero di ciliegie, aveva i rami molto robusti che avrebbero potuto reggere entrambi. Infatti cominciai ad arrampicarmi, cercando un appoggio per i piedi e facendo forza sulle braccia, aggrappandomi ai rami più vicini. Anche William cominciò ad arrampicarsi e, vedendolo in difficoltà, gli presi una mano e lo aiutai a salire.
- Adesso sono io che aiuto te - gli sorrisi dall'alto, tirandolo verso di me.
Andammo sempre più su, fino a trovare un ramo comodo su cui sedersi. Iniziammo a mangiare le ciliegie, ce n'erano in quantità, ma le più buone erano quelle scure.
- Sei davvero strana, lo sai? - a quella frase lo fulminai con lo sguardo - Non in quel senso! Intendo che sei diversa dalle altre ragazze... nuoti come un pesce, ti arrampichi sugli alberi... e ora ti stai facendo una scorpacciata di ciliegie. -
- Cos' hai contro le ciliegie? -
- Non ho nulla contro di loro, sono buone. Stavo solo dicendo... sei particolare Jen, originale. -
- So anche cacciare se per questo. -
- Davvero? -
- Nah, ti sto prendendo in giro. Sono una creatura dei boschi! - dissi, cominciando a fare una strana danza, come un hippie.
- Eh piantala, figlia dei fiori... - mi sorrise e i suoi occhi si illuminarono, diventando di un verde più limpido rispetto a prima.
Finimmo la nostra mangiata di ciliegie in silenzio, sorridendo ogni tanto quando i nostri sguardi si incontravano.

- È ora che io vada, si è fatto tardi - gli dissi, scendendo dall'albero - i miei amici si staranno preoccupando. -
- Va bene, ti accompagno con la canoa. Tu stai in un campeggio?
- No, all'ostello Saint Marie. -
- Davvero? Io andavo lì l'anno scorso, Moïse è un pazzo. -
- Sì, me ne sono accorta... tu invece dove dormi? -
- Nel campeggio Chez Moi con dei miei amici. -
- Ci vedremo ancora, vero? - gli chiesi speranzosa.
- Sicuramente. Incontriamoci qui a quest'ora fra due giorni, ok? -
- Perfetto. - era una specie di appuntamento?
- Alla fine ti è venuto il bernoccolo. - Disse premendolo, mentre io trattenevo una smorfia di dolore. A quanto pare noi due avevamo l'abitudine di rovinare i bei momenti con delle frasi idiote.

Salimmo nuovamente sulla canoa e, durante il tragitto, presi tutto il tempo in giro Will dicendo che non era in grado di remare. Cosa assolutamente falsa, ma mi piaceva dare fastidio alle persone, da brava rompiscatole.
Arrivammo a destinazione e lui mi lasciò lontana dal punto in cui io e gli altri ci eravamo accampati, in modo da non essere visti. Non volevo essere bombardata dalle domande di Emma e Sam mi avrebbe presa sicuramente in giro per motivi a me sconosciuti. E Ryan...lui non averebbe detto nulla, non è invadente come gli altri due. E poi, detto tra noi, volevo tenere tutto per me quello che era successo quel giorno, specialmente l'appuntamento alla spiaggia nascosta. Detto così sembra chissà cosa, invece è solamente un incontro con un ragazzo in un posto che nessuno conosce. Oppure era davvero un appuntamento? Stavo già delirando... E se William cominciasse a piacermi?

Dopo esserci salutati in un modo impacciato, raggiunsi gli altri ragazzi, che erano sdraiati a prendere il sole.
- Ma dove sei stata per tutto questo tempo? Stavamo iniziando a preoccuparci - mi chiese Emma, non appena le comparsi di fronte.
- Ho solamente fatto un bagno e poi una passeggiata qui intorno -
- ... in compagnia di un bel francese! - si immischiò immediatamente Sam.
- Ma che diavolo hai in fronte?! - mi chiese la mia amica preoccupata.
- Ah, ehm... un bambino idiota mi ha lanciato un frisbee in testa - mentii io.
- Un bambino idiota oppure è stato il pene del francese? -
- SAM!! - urlammo io ed Emma contemporaneamente, mentre Ryan si spanciava dalle risate.
- Anche se la cosa ti ecciterebbe parecchio, ti assicuro che non ho avuto a che fare con peni francesi né oggi, né mai! - gli dissi, attirando l'attenzione di altri bagnanti - e voi due piantatela di sghignazzare, ci stanno guardando tutti - proseguì io abbassando la voce.
- Se ci stanno osservando tutti - disse Sam avvicinando il suo volto al mio in modo sexy - è a causa di voi due oche che continuate a starnazzare, oppure è a causa dell'obrobrio bluastro che ti ritrovi in fronte. -
- Per quanto devo sopportare le tue prese in giro? -
- Per molto tempo, Lawrece. Per molto tempo. -

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Spiazio autrice:
Ciao! Spero che abbiate gradito il capitolo, perché per farlo ci ho messo molta passione e impegno :D
Vi chiedo solamente un commento o un voto per sapere se avere gradito e se vi piace William ♪♪

Helis♡

Jennifer Lawrence ~Profumo d'Estate~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora