Capitolo 12

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ISABEL

Mi sto preparando per quel maledetto appuntamento. Da quando gli ho scritto mi ha risposto che ci saremmo visti quattro giorni dopo perché ha avuto tutti i turni serali in questi giorni.

Un po' sono stata felice di quei giorni di mezzo. Significava che avevo quattro giorni per me, quattro giorni prima di quell'uscita, ma d'altro canto, significava anche che per quattro giorni non avrei avuto pace.

Continuavo a chiedermi se fosse stata una buona idea, se avessi preso la decisione giusta. Continuavo a pensare a Trevor. Continuavo a pensare a come fosse strano che non avessi ricevuto nessun libro da lui in questo mese.

È in ritardo di qualche giorno e non capisco proprio il perché.

Che lui lo abbia già saputo?

No, non è possibile. Non è proprio possibile. Come avrebbe potuto saperlo?

Il problema è che in questi giorni sono diventata terribilmente paranoica e ho iniziato a dubitare di qualsiasi cosa.

C'è stato l'incontro per i giovani scrittori in questi giorni e io non ho ascoltato nemmeno uno dei ragazzi che ha presentato il proprio libro.

Quando sono venuti alcuni clienti indecisi su cosa comprare, non sono stata nemmeno in grado di consigliare un libro. Non ho fatto altro che prendere il primo che mi capitava in mano e venderglielo.

Christine è venuta a trovarmi uno di questi giorni, ma non sono stata molto loquace.

Vedevo dal suo sguardo quanto fosse triste per me. Vedevo dalla sua espressione quanto avrebbe voluto qualcosa di meglio per me, quanto avrebbe voluto che fossi un po' più felice. Non la più felice del mondo, solo un po' più felice.

Ma io non ci riesco. Sto smettendo di mangiare e mi sto distruggendo da sola. Non voglio fare nulla.

La mattina non voglio alzarmi dal divano, non voglio andare all'università e non voglio aprire la libreria. Voglio solo rimanere a dormire fino al giorno dopo, e quello dopo, e quello dopo ancora.

Spero sempre di trovare un po' di pace nel sonno, ma neanche lì riesco a trovarla. Sono tormentata dagli incubi e mi sono resa conto dei loro effetti quando mi sono ritrovata a usare parecchio correttore per nascondere le occhiaie che ormai hanno trovato il loro posto fisso sul mio volto.

Sono chiusa in bagno da un bel po'.

Ho fatto una lunga doccia, poi ho cercato di sistemare i capelli il più possibile e mi sono dedicata subito al trucco.

Mi sembra passata una vita dall'ultima volta che mi sono truccata bene. Mi sembra una vita dall'ultimo appuntamento. Con Trevor...

Solo in questo momento mi rendo conto che non ho mai avuto un primo appuntamento con Trevor.

Non ne abbiamo avuto bisogno. Ci siamo conosciuti, siamo diventati amici, è venuto da me per Natale e poi...poi mi sono innamorata perdutamente di lui.

Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di avere un primo appuntamento. Ogni volta che ci vedevamo, non avevamo voglia di uscire o di andare da qualche altra parte. Volevamo solo stare abbracciati a raccontarci i nostri pensieri e a farci le carezze e a riempirci di baci.

Faccio un respiro profondo e torno nell'ufficio.

Ho chiuso la libreria da poco più di mezz'ora e Adam passerà a prendermi tra un'altra mezz'ora.

Ho già scelto il vestito da indossare. Ho chiesto a Adam che genere di uscita sarà e mi ha detto che andremo a cena fuori in un ristorante di un certo livello.

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