Capitolo 17

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Mi svegliai di soprassalto. Avevo la maglietta del pigiama umidiccia e sentivo delle gocce di sudore scendermi dalla fronte. Avevo fatto un incubo terribile.
Di fretta, presi subito il telefono per controllare se William mi avesse risposto. Nessun messaggio. Andai in bagno e mi sciacquai la faccia con un po' d'acqua fredda per riprendere contatto con la realtà.
Quando tornai in camera, mi buttai sul letto e appoggiai la testa sul cuscino. Iniziai a guardare un punto fisso sul soffitto dipinto di bianco.
Non so come abbia potuto avere il coraggio di partire per l'Arizona senza dirmi nulla. Ci doveva essere qualcosa sotto. Dopo tutto questo tempo passato assieme, il mio William non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Forse, non lo conoscevo abbastanza come credevo. Forse, si era spaventato del fatto che io avessi un cancro. Ma erano già passati tre mesi. Tre mesi in cui ogni giorno mi ha dimostrato il suo totale amore nei miei confronti. Siamo sempre stati uniti, in qualsiasi occasione. Con Mary, andavo a guardare le sue partite di calcio. Passavamo i pomeriggi a guardare episodi di friends dove alla fine lui si addormentava sempre. Mi scese una lacrima al ricordo del suo viso addormentato. Le carezze che gli davo sulle sue guance, i baci sulla fronte prima di andare a dormire, gli abbracci dove riusciva a farmi sentire protetta con le sue grandi e muscolose braccia. Mi teneva la mano durante le visite di controllo del giovedì e mi accompagnava a fare psicoterapia. Mi aiutava a portare la bombola dell'ossigeno per le scale e mi sistemava i capelli dietro le orecchie per far aderire bene le canule.
Con due dita toccai la collana che ci univa. Quel mezzo cuore, che forse, sarebbe rimasto spezzato. Grazie al suo amore, ero riuscita quasi del tutto ad uscire dalla depressione. Ero riuscita ad amare e a godermi ogni attimo della vita come se fosse l'ultimo.
La sua presenza mi tranquillizzava; come se il mondo potesse cadere da un momento all'altro, ma io ero calma e sicura perché le sue mani rimanevano incrociate alle mie. Perché i nostri cuori e le nostre anime erano unite.
Sono stati mesi intensi per me, ma forse, per lui no. Forse, tutte quelle belle parole che mi diceva, erano solo bugie.
Mi riaddormentai con uragani di pensieri che mi frullavano per la testa.

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