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- "Non avrai mica intenzione di uscire vestita così vero?" mi squadrò Max

- "Guarda che non sei mica mio padre! Ma poi cosa c'è che non va in questo vestito?" chiesi su tutte le furie

- "É inesistente! Si sono dimenticati di aggiungere la stoffa" affermò lui. "Martin, dille qualcosa!"

- "Dai Max, sta sereno, alla fine le arriva una mano sopra al ginocchio, non è mica così corto" mi supportò mio fratello

- "Dicci almeno dove vai" continuò l'olandese

- "A ballare, con le mie amiche, al Boccaccio. Vi saluto." conclusi la conversazione dando un bacio a mio fratello

Uscii di casa e mi infilai nella macchina delle mie amiche che mi stavano ormai aspettando da 20 minuti; mi scusai per il ritardo e raccontai loro la grandissima scenata che mi aveva appena fatto l'olandese a causa del mio mini, che poi non è nemmeno così mini, dress.

- "Tesoro mio, non sappiamo più come dirti che innamorato di teeee" mi dissero le mie amiche in coro

- "No ragazze assolutamente no, ve lo garantisco!" sbuffai, sentendomi dire per la millesima volta la stessa cosa

Arrivammo alla discoteca verso 00:30, entrammo subito in quanto avevamo prenotato il tavolo, ad accoglierci infatti, vi era una bottiglia gigante di prosecco e quattro bicchieri, uno a tesa. Inizialmente la musica non era di mio gusto, ma quando piano piano a iniziato a riempirsi il locale, il dj ha iniziato a fare sul serio; chiaro, per me nessuno può eguagliare mio fratello ma almeno provo ad andare in locali dove la musica sia decente. Iniziammo a ballare e cantare a ritmo, ci stavamo divertendo tantissimo, fino a quando dei ragazzi entrarono di prepotenza nel nostro tavolo; feci subito cenno ai buttafuori che qualcosa non andava, e quando gli spiegai che loro non erano con noi, gli animi iniziarono a scaldarsi. Questi trogloditi invadenti continuavano a sostenere che erano i nostri fidanzati, noi provavamo a smentire in tutti i modi tirando anche fuori i cellulari per dimostrare che non avevamo nemmeno i loro numeri di telefono; insomma, la situazione iniziò a diventare sempre più tesa, quando all'improvviso, sentii un braccio avvolgermi intorno alle spalle, mi voltai e vidi Lando Norris.

- "Le signorine hanno ragione, questi pezzenti si sono infilati nel loro tavolo" disse il pilota, risolvendo la situazione

- "Ti ha mandato Max non è vero?" gli chiesi all'orecchio per via della troppa musica

- "Divertiti" mi rispose Norris sorridendo, per poi andare via. Okay, era un si.

La serata si concluse tranquilla, quell'equivoco era ormai acqua passata e per il resto della serata non ci pensammo più, anzi. Eravamo ormai arrivate all'orario di chiusura, la discoteca si stava piano piano svuotando e devo ammettere che la stanza cominciava a girare un pochino, forse ho troppo prosecco in corpo; era ora di tornare a casa. Nonostante questo, riuscii a fare le scale che portavano al mio appartamento molto bene, non persi mai l'equilibrio, mi feci pat-pat prima di aprire la porta, oltre la quale Max mi stava aspettando sveglio. Cercai di fare meno rumore possibile per non svegliare Martin, il quale stava già dormendo, e mi limitai a salutare Verstappen con il gesto della mano. L'olandese rimase fermo immobile sul divano, osservava ogni mio movimento e mi scrutava, come a cercare delle risposte a chissà quali domande. Lo oltrepassai, ma prima di sparire dietro al muro del corridoio, mi affacciai, gli sorrisi e gli dissi "Grazie"; notai uno strano bagliore nei suoi occhi, durò solo un istante ma lo notai. Fu allora che Max si alzò, camminò verso di me e mi intrappolò tra il muro e il suo corpo

- "Quanto hai bevuto bambina?" mi domandò con gli occhi socchiusi

- "Il giusto Emilian" risposi a tono

L'olandese si avvicinò ancora di più a me, molto lentamente, potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle, il quale mi scatenò la pelle d'oca. Lo sentii respirare a grandi sospiri, poi tornò a guardarmi e mi disse

- "Non metterti più abitini del genere se non ci sono io nei paraggi, questa volta a quelli è andata bene" sibilò lui

Le parole di Max mi colpirono, il suo modo di fare da predatore mi aveva provocato una scarica elettrica nel corpo, una vampata di calore mi aveva sicuramente fatto arrossire, menomale che in penombra non si sarebbe notato. Verstappen poi si allontanò da me, mi augurò la buonanotte e d uscì da casa nostra. Solo quando sentii la porta chiudersi alle sue spalle, portai una mano al petto e iniziai a respirare, ero rimasta in apnea tutto questo tempo. Ma che diavoli mi prende? Ma soprattutto che cavolo gli prende a lui?! Prima di andare a dormire mi buttai sotto la doccia, avevo bisogno di rinfrescarmi perché quella sensazione di calore non riuscivo a toglierla dalla mia pelle.

La mattina seguente mi svegliai che era molto tardi, e come spesso accade, mio fratello era accanto a me nel letto. Ieri sera era così addormentato che non mi ha sentito rientrare e deve essere venuto a controllare se fossi tornata. Al sol ricordo di ieri sera, le mie guance si fecero subito rosso fuoco, sprofondai il viso nel cucino e cercai di pensare ad altro per tornare ad assumere un colore normale in volto; poco dopo si svegliò anche mio fratello e insieme andammo a fare colazione, che in realtà si tramutò in un brunch visto l'ora.

Il pomeriggio avevo appuntamento con le mie amiche in centro, avevamo programmato un pomeriggio pieno di shopping, soprattutto per me, avrei dovuto comprare un abito elegante adatto ad un gala al quale avrei dovuto accompagnare Max, glielo avevo promesso. Non avevo ancora capito se ci sarebbe stato anche mio fratello, non gli avevano ancora confermato la presenza. Girammo per tutti i negozi del centro città, prese dalla disperazione perché non trovavamo un vestito adatto all'occasione, entrammo da Atelier emé e finalmente trovai lui, il signor vestito, era veramente bellissimo.
"Wow" dissero le mie amiche in coro, "Sei bellissima!" Aggiunsero. Più passavo il tempo dinanzi allo specchio e più mi chiedevo sei sarei stata alla sua altezza, degna di lui.

Purtroppo non sono mai stata molto confident con il mio corpo, non a causa della cellulite o smagliature, che nolente- volente, le abbiamo tutte, ho sempre avuto una percezione distorta della mia fisicità; ho un fisico a clessidra che mi piace il più delle volte, in altri casi, esattamente come questo, mi prende lo sconforto e mi chiedo se potrei sembrare fuori luogo o essere motivo di critica nei confronti di una persona a cui tengo. Questo conflitto piano piano lo sto imparando a gestire, ad amarmi ogni giorno di più.
Alla fine l'ho comprato il vestito, qualche giorno prima dell'evento, lo farò vedere a Max e deciderà lui se va bene o meno, così mi toglierò da ogni impasse.

Matched //Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora