11.

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Quella notte la passai in bianco, le parole di Max avevano iniziato a far battere il mio cuore, il quale non aveva per nulla intenzione di calmarsi. Inutile dirvi che avevo chiesto a Verstappen di prendere una posizione, me o lei, non poteva tenere i piedi in due scarpe e se le cose tra me e lui dovevano prendere una piega diversa dall'amicizia, volevo che la nostra fosse una storia pulita.

Il giorno seguente, era giornata di qualifiche qui a Barcellona, le nuvole non promettevano bene, c'era possibilità di pioggia ma per il momento la pista era asciutta; la temperatura dell'asfalto era molto bassa, circa 23 gradi, ero abbastanza tranquilla, allo stato attuale Emilian se la sapeva cavare in tutte le condizioni. Mi aggiravo per il paddock in attesa di essere contattata dalla federazione per autorizzarmi a suonare l'inno spagnolo, nel mentre decisi di fare tappa al box McLaren e parlare un pò con Lando.

- "Certo che tutte le volte che vai a ballare devi essere salvata come le principesse" disse il pilota

- "Credo che mi chiuderò in casa infatti" dissi ridendo

- "Max era furioso, ti ha osservato per tutto il tempo, aveva visto subito il modo viscido con cui ti guardava quel tipo" scappò detto a Norris

- "Lando.. per caso mi stavate seguendo?" infilai il dito nella piaga

- "Ti prego non glielo dire o mi ucciderà" mi supplicò il ragazzo e io scoppiai a ridere

- " Sai, è sempre stato così, prima che qualcuno potesse farmi del male, Max interveniva, è sempre stato il mio scudo.. " affermai sorridendo pensando al passato

- " Lo so.. non ha permesso a nessuno di noi di avvicinarsi a te, mai" dichiarò Lando ridendo

- "Okay oggi hai la bocca larga, signorino" lo presi in giro

Poco dopo lo salutai perché finalmente era arrivata l'ora e mi sarei dovuta recare alla sala conferenze per discutere con la federazione e alcuni rappresentanti spagnoli. Quando entrai, rimasi impietrita dalla quantità di persone che erano sedute lì, ma cercai di mostrarmi il più sicura possibile. La cifra che mi offrirono era spropositata per il lavoro che avrei dovuto fare, capisco i diritti televisivi, sponsor ecc ma alla fine avrei dovuto farmi capire e suonare il piano, un'azione che per me non era così impegnativa. Decisi di inserire una clausola nel mio contratto, a me sarebbe spettata la cifra che ritenevo corretta per il lavoro svolto, il restante, e fidatevi che erano molto, ma molti, soldi li avrei devoluti in beneficienza, le associazioni alla quale devolverli li avrei decisi insieme alla federazione. Rimasero tutti sconvolti dalla mia risolutezza in merito, ma non avrei mai lucrato così tanto sulla mia passione per la musica.

Il meeting finì giusto in tempo per poter andare nel box RedBull e godermi il Q2 e Q3, come avevo previsto, Max aveva passato il Q1 con il miglior tempo. Le condizioni meteo iniziarono a peggiorare, vi era qualche gocciolina di pioggia che iniziava a dar fastidio ai piloti; Charles era riuscito a fare un ottimo tempo con la pista ancora semi asciutta, fissando il suo come miglior tempo, imbattibile visto l'evolversi delle condizioni della pista. Man mano che i minuti passavano, la pioggia aumentava e il Q3 era un vero terno a lotto; i piloti giravano con le intermedie, la situazione era al limite con le full wet ma per ora nessuno le aveva ancora montate. Tra testa coda, fuori pista e bandiere rosse, queste qualifiche sembravano interminabili, ma alla fine, con molta fatica, Max, per pochi millesimi rubò la pole al monegasco; mi diressi verso Verstappen per congratularmi ma vidi Kelly corrergli incontro e poi più nulla. Alle mie spalle era comparso Daniel, il quale per non farmi assistere alla scena dei due fidanzatini, mi aveva poggiato una mano davanti agli occhi, avvolgendomi con un braccio e tirandomi a lui. Rimanemmo così per un'eternità di secondi e quando Ricciardo mollò la presa, vidi la sua espressione dura che rivolgeva a Emilian, mi voltai e vidi come l'olandese fissava il suo migliore amico, archi con frecce infuocati venivano lanciati dai suoi occhi. Vidi Max fare un passo verso di noi, ma fu fermato da Kelly, la quale lo prese per mano e lo portò via; potrei giurare di aver sentito Daniel dire "Idiota" in un sibilo, ma non ne sono poi così sicura.

Stavo per tornare in hotel, quando due braccia mi afferrarono da dietro e mi fecero roteare in aria, lanciando qualche gridolino.

-" Lewis! Ma sei impazzito?!" dissi basita

- "Beh.. volevo dargli qualcosa da guardare" disse indicando con un cenno del capo Max, il quale stava passeggiando mano nella mano con la fidanzata

- "Come sei scemo" dissi ridendo dandogli un colpetto sul braccio

- "Vieni a cena con me, ci divertiamo stasera, almeno stai sicura che io non ti salto addosso" mi fece l'occhiolino

- "Mah questo è tutto da vedere" lo presi in giro. "Comunque accetto il tuo invito" sorrisi.

Lewis è sempre stato gentile con me, un gentleman e con un carisma da far invidia a molti, ci siamo trovati sin da subito, abbiamo una buona sintonia, ma nessuno dei due ha mai pensato di essere qualcosa di diverso da buoni amici, forse forse, migliori amici. Beh, io parlo per me.
Non sapevo dove mi avrebbe portata Hamilton, così decisi di vestirmi molto easy, una gonna-pantaloncino e un top, outfit carino ma comodo al tempo stesso; stavo per uscire quando bussarono alla porta della mia stanza

- "Lewis sono solo in ritardo di un minuto!" urlai ridendo

Quando aprii la porta, mi trovai dianzi Jos, il padre di Max. La mia faccia esprimeva tutta la mia sorpresa e l'uomo se ne accorse

- "Stavi uscendo?" mi chiese

- "Si, vado a cena con Lewis" risposi con un filo di voce

- "Ottimo, tanto sarò breve. Tu mi piaci, non mi fraintendere, ma non sei adatta per mio figlio. Max deve stare con Kelly, lei non lo distrae dai suoi obiettivi, tu si" mi disse secco

- "Con tutto rispetto, questo lo dovrebbe decidere Emilian" risposi con coraggio

- "L'ho allontanato da te già una volta, non costringermi a farlo di nuovo" mi minacciò per poi andarsene

Quando aprii la porta, si trovò difronte Lewis, il quale si irrigidì alla sua vista e vidi farsi più dura la sua espressione, l'uomo nemmeno lo salutò e passò dritto per la sua strada.

- "Stai bene?" mi chiese Hamilton

- "Non lo so.. " risposi

- "Se vuoi.." provò a dire, ma io scossi più volte la testa, l'unica cosa di cui avevo bisogno ora era alcol.


Pov Max

Mi trovavo sdraiato sul letto, un braccio dietro la nuca e le gambe incrociate, a fissare il soffitto. Incredibile come i miei amici erano tutti dalla parte di Lucia, tutti si preoccupavano per lei, mentre io ero il mostro della situazione. Improvvisamente, mi suonò il cellulare e quando vidi chi mi stava telefondando, rimasi basito, ma risposi

- "Lewis che piacere" dissi ironicamente

- "Ti mando l'indirizzo vieni qui, Lucia è ubriaca e non si alza da qui se non ti vede" mi rispose per poi buttare giù.

Fissai lo schermo del cellulare confuso, ma come arrivò il messaggio, non ci pensai due volte a prendere e andare da lei. Quando arrivai, la trovai seduta ad un tavolo, sola con Hamilton a ridere; l'inglese non me l'aveva venduta così la situazione. Lewis mi vide e si avvicinò a me, mi mise una mano sulla spalla e si avvicinò al mio orecchio

-"Tuo padre l'ha ridotta così, non ho capito che le ha detto. Io ho fatto il mio, ora vedi di non fare casini" mi sussurrò 

Rimasi esterrefatto dal gesto e da cosa mi disse Hamilton, continuavo a guardare Lucia e non sapevo che fare. Provai a carpire più informazioni ma il pilota mi spiegò che lui sapeva solo questo perché aveva visto mio padre in camera sua prima di uscire. Una volta al locale Lucia non aveva fatto altro che bere ed evitare ogni discorso che mi riguardasse, non male, avevo una bella gatta da pelare; ringraziai Lewis, poi mi avvicinai a lei dolcemente, le poggiai una mano sulla nuca e le sorrisi, lasciandole una carezza tra i capelli.

- "Ciao amore" mi disse sorridendo e il mio cuore mancò un battito.

Matched //Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora