CAPITOLO 2. // STUPIDA CURIOSITÀ //

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Il mattino seguente dissi a i miei che anche se non potevo usare la magia volevo conoscerla e studiarla, così vedendomi estremamente determinato mi portarono in quella bottega di grimori che vidi la settimana prima.


Questa volta mi accompagnò mio padre mentre mia madre era rimasta ad occuparsi delle faccende di casa, quando arrivammo di fronte al negozio, rimasi davanti all'entrata per qualche secondo, feci un respiro profondo ed entrai; il locale era impolverato, pieno di libri e pergamene, il loro prezzo era piuttosto alto.


«Cinque monete grandi d'oro? » pensai...


Feci due conti e ipotizzai che una moneta grande d'oro valesse circa mille euro quindi dieci monete d'oro piccole.


« Quindi cinque monete d'oro grandi equivalgono a cinquemila euro! » dissi nella mia mente.


Io e mio Padre ci avvicinammo al bancone, non sembrava esserci nessuno, mio padre allora disse ad alta voce.


«Silvia!... ci sei?!!»


Dopo qualche secondo di silenzio sentimmo dei rumori venire dal retrobottega e venimmo accolti da una donna mezza assonnata di bell'aspetto e piuttosto prosperosa, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurro chiaro con riflessi verde acqua, la cosa che mi lasciò più stupito erano le orecchie allungate.

Dopo qualche secondo di silenzio sentimmo dei rumori venire dal retrobottega e venimmo accolti da una donna mezza assonnata di bell'aspetto e piuttosto prosperosa, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurro chiaro con riflessi verde acqua, la cosa...

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«Che sia un' elfa?» pensai.


La donna arrivò al bancone barcollando, si strofinò gli occhi e disse sbadigliando.


«Buongiorno Albert... è da un bel po' che non ti fai vedere... al mio negozio »


Mio padre fece un sorriso sarcastico e le rispose.


«Scusami Silvia ma da quando mi sono ritirato ho iniziato la dura vita di genitore eheh...»


La donna spalancò gli occhi ed esclamò a gran voce.


«Cosa??!!!... sei diventato padre?... perché non mi hai detto nulla in questi ultimi anni!!!» disse la donna che iniziò a sporgersi sul bancone verso mio Padre.


Lui inclinò la schiena di riflesso e alzò le mani per allontanarsi dal viso della donna e le rispose.

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