Capitolo 27.

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E Rev non si presenta in palestra né il giorno dopo, né quello dopo ancora, così, per tutto il weekend

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E Rev non si presenta in palestra né il giorno dopo, né quello dopo ancora, così, per tutto il weekend. Lo incrocio a mala pena in casa, lo becco quasi sempre in cucina che parla con Jeff, che ride rilassato. Rev non appena mi vede, mi lancia un'occhiata di sfuggita e se ne esce dalla stanza.

Non riesco a capirlo. Non trovo nessuna spiegazione ai suoi atteggiamenti. Era lui quello che ci teneva tanto che prendessi lezioni di Krav Maga e adesso non vuole nemmeno vedermi.

Sono quasi sicura che mi eviti, ma non riesco a capirne il motivo. Ho fatto qualcosa di sbagliato senza saperlo?

Una parte di me vorrebbe parlare con lui, perché ho bisogno di spiegazioni, ma l'altra si rende conto che sia davvero meglio così. Meno lo vedo e meno mi affolla i pensieri, più riesco a concentrarmi su Jeff e quello che mi fa provare. Adesso che Rev sa di noi, non ci nascondiamo più e ci sentiamo liberi di comportarci come meglio crediamo, o meglio, Jeff non ha nessun problema a baciarmi in mezzo a una stanza, o a venire a bussare alla porta della mia camera. Io non riesco a essere così rilassata e spontanea, perché sento costantemente la presenza di una terza persona in casa, qualcuno a cui non mi va di far vedere le mie effusioni.

Prendo la lontananza di Rev come uno stimolo per distaccarmi del tutto da lui e riprendere in mano le redini dei miei pensieri, ma ammetto che non è del tutto facile. Cosa può essergli scattato nel cervello tra il momento in cui è venuto nel mio letto e questo distacco? Credevo che avessimo cominciato a instaurare una sorta di rapporto, ma questa lontananza mi fa capire che mi sbagliavo. È chiaro che mi stia evitando, ma perché?

È martedì pomeriggio, sono in piena sessione studio, anche se dovrei concentrarmi sul compito che mi è stato assegnato dal professor Dubois, ma ammetto di non avere la testa per pensare all'argomento. So già che mi ridurrò a scrivere pagine su pagine quando mancheranno pochi giorni alla scadenza.

Oggi ho deciso di mettermi in giardino e godermi il calore dei raggi solari sul corpo, ma comincio a sentire il bisogno di bermi qualcosa di fresco. Ancora in costume, mi incammino verso la cucina.

Entro rilassata, mentre canticchio una canzone tra me e me muovendo i fianchi. Entrare in casa mi offusca la vista per un po', mi dimentico sempre di chiudere gli occhi per evitare lo sbalzo luminoso, ma continuo a camminare verso il frigo, tanto sono abituata.

Recupero l'acqua e quando mi giro per prendere un bicchiere dalla credenza, sussulto. Rev è lì, appoggiato al mobile della cucina, che mi osserva e, giuro, mi sembra che il suo sguardo abbia qualcosa di diverso. Sta saggiando il mio intero corpo, facendomi sentire più nuda di quello che sono.

«Mi hai spaventato» gli faccio presente, mentre tento di calmare il mio cuore che non ne vuole sapere di rallentare la sua corsa.

«Sei tu che non ti sei accorta di me» mi guarda negli occhi, ma poi li abbassa ancora sul mio corpo.

Mi sento una stupida anche solo a pensare che nelle sue occhiate ci sia della malizia, a compiacermi che mi stia guardando a questo modo e io, che ultimamente non so fare altro che prendere decisioni sbagliate, mi ritrovo a fare lo stesso. Rev è vestito, purtroppo non ha l'abitudine di girare per casa senza maglietta e non riesco a capire se sia positivo oppure no. Mi prendo un labbro tra i denti, mentre osservo le sue mani strette attorno alla tazza, riportando alla mente quegli istanti in cui ce le ho avute addosso, sui fianchi. Le dita affusolate e le vene ben in rilievo sono un dettaglio che ho sempre amato nelle mani di un ragazzo e Rev possiede tutte quelle caratteristiche, in realtà non c'è un solo particolare che non mi piaccia in lui.

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