Capitolo 28.

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Non sono riuscita a dormire, le lacrime che hanno continuato a solcare il mio viso per tutta la notte

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Non sono riuscita a dormire, le lacrime che hanno continuato a solcare il mio viso per tutta la notte. Mi sento uno schifo, come se mi fosse passato sopra un treno e mi avesse spezzato tutte le ossa.

Se avevo creduto che Rev non potesse essere più stronzo, dopo quello che mi ha detto ieri sera ha toccato davvero il livello massimo.

Non lo colpevolizzo per le parole, ma per il modo, avrebbe potuto essere meno diretto, indorare la pillola invece di farmi passare come una maniaca con qualche problema mentale. Perché non importa quante volte l'abbia pensato nella mia testa, sentirlo dire ad alta voce da qualcun altro è stato ben peggio di quanto pensassi. Soprattutto perché è stato lui.

Quanto può essere umiliante essere trattata a quel modo? Vedere le proprie sensazioni tritate e poi rigettate addosso? Sono consapevole che, qualsiasi pensiero abbia su Rev, sia sbagliato, ma quel suo atteggiamento è stato fin troppo meschino e scorretto.

Lo odio. Lo odio davvero, perché vorrei semplicemente che avesse avuto la maturità di comportarsi in altro modo, di parlare con me come una persona adulta e farmi capire che, qualsiasi emozione stessi provando, era sbagliata. Invece no, Rev non sa far altro che attaccare e ferire, senza pensarci due volte. Stupida io che ho pure pensato che in lui ci fosse qualcosa di buono. Se così fosse stato, non si sarebbe comportato a quella maniera.

Ma di una cosa sono sicura. Potrà avermi anche condannato per i miei pensieri, ma sono sicura che lui non è stato da meno. Non riesco a far altro che pensare alle sue occhiate sul mio corpo nudo del giorno prima. Se io sono riprovevole, lui lo è tanto quanto me.

Oggi ho tentato in tutti i modi di stare da sola, ignorando chiunque sul mio cammino, anche Jeff, perché non saprei come spiegargli le enormi occhiaie che ho intorno agli occhi e la voglia malsana di uccidere qualcuno.

Decido di chiamare Gwen, sperando di non disturbarla in alcun modo.

«Ehi, stavo giusto pensando a te.»

Anche solo sentire la sua voce mi forma un groppo in gola che non riesco a sciogliere. Mi rendo conto che mi sembra passata un'eternità da quando se n'è andata, invece è solo un mese. Spero che torni e che la mia vita si riassesti, perché da quando non c'è più mi sembra che tutto vada a rotoli, io mi sento sgretolare ogni giorno che passa e non mi riconosco più.

«Ah sì? Spero per qualcosa di bello» tento un sorriso, con la speranza che non noti il mio turbamento.

«Ho trovato un regalino per te. Credo che ti piacerà moltissimo.»

«Oddio, che bello! Che cos'è?» e l'entusiasmo adesso non lo devo fingere, perché lo provo davvero.

«Eh no, sorpresa. Lo vedrai quando tornerò.»

«E quando pensi che sarà?» torno triste, come se fossi un boomerang che compie la sua traiettoria.

Sospira pesantemente. «Amy, non lo so. Vorrei tornare per il Ringraziamento, ma non sono sicura di riuscirci.»

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