Il contratto

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Apro lo sportello del passeggero del SUV nero Audi, e faccio entrare Anastasia. Lei si infila dentro e chiudo la portiera. Vado al lato guidatore, mi metto alla guida e metto in moto. La guardo attraverso la visione periferica. Riesco a vedere una miriade di emozioni passarle sul viso. Sembra persa. Per due volta sembra che stia per dire qualcosa, ma si trattiene. E' colpita dal nostro bacio. Questo non potrà accadere di nuovo senza averne parlato prima. Perdere il controllo non è da me.

Esco in retromarcia dallo spazio in cui era parcheggiata l'auto, e poi fuori dal parcheggio. Metto un po' di musica.

Arriva "The Flower Duet" di Delibes. I suoi occhi si illuminano e si gira verso di me. "Christian, cosa stiamo ascoltando? E' magnifica!"

"Si, lo è. E' un brano d'opera, da Lakmé." Le dico. Vuole ascoltarla di nuovo, così metto il lettore MP3 in ripetizione. Mi chiede se mi piace la musica classica, cosa che è esatta, ma i miei gusti non si limitano solo a questo.

"Ho dei gusti eclettici, Anastasia. Cambiano a seconda del mio umore. Classica, moderna, musica corale religiosa, Tudor, tutto ... qualsiasi cosa vada bene con il mio umore del momento. E invece tu?"

"Per me è lo stesso!" dice entusiasta.

La seguente è "Sex on Fire" dei Kings of Leon, quando la canzone inizia lei la riconosce. Il mio telefono suona, ed esco dal mio relax del momento per rientrare in modalità affari. Premo il pulsante del Bluetooth sul volante, "Grey" dico bruscamente. E' Welch. Dice che ha le informazioni che gli avevo richiesto. Si tratta dei dettagli del contratto che voglio far leggere ad Anastasia e che spero accetti.

"Bene. Mandamelo via e-mail. Se non hai altro da aggiungere," dico in modo interrogativo.

"No, signore." Risponde. Chiudo la conversazione e la musica torna a riempire l'abitacolo. Lei mi da' la sua occhiata da "sei così prepotente" che ormai ho imparato a riconoscere. Il telefono squilla di nuovo, e questa volta è Andrea. "L'accordo di riservatezza le è stato inviato via e-mail, Mr. Grey," mi informa.

"Va bene. E' tutto Andrea." Dico e riattacco. Appena chiudo la telefonata con Andrea, il telefono squilla di nuovo, e questa volta è mio fratello Elliot.

"Hey fratello! Hai scopato la scorsa notte?"

"Ciao a te Elliott. Sei in viva voce, e non sono solo in auto," mi faccio scappare un sospiro esasperato.

"Chi c'è con te?" chiede.

Gli dico che è Anastasia. Lui si riprende all'altro capo del telefono e saluta Anastasia come se la conoscesse da tutta la vita.

"Hey, Ana!"

"Ciao, Elliot," risponde intimidita.

"Kate mi ha parlato molto di te, Ana!" dice tutto d'un fiato e riesco a percepire il suo ghigno.

"Spero che abbia detto solo cose belle, Elliot," dice lei.

"Elliot, sto riaccompagnando Anastasia a casa. Hai bisogno di un passaggio?"

"Certo!"

"Ci vediamo presto, allora," dico, dato che non voglio che flirti con Anastasia. Sento un'improvvisa morsa di gelosia.

Anastasia mi chiede perché insisto a chiamarla con il suo nome per intero, come mi piace. E anche tanto. Le dico semplicemente che lo faccio perché è il suo nome. Lei dice di preferire "Ana."

"Dovrei iniziare?" la punzecchio. Lei arrossisce come se l'avessi accarezzata. Ma la mia mente è occupata; devo farle sapere che ho delle regole. Mentre ci avviciniamo al suo appartamento mi rivolgo a lei e le dico, "Quello che è accaduto nell'ascensore non accadrà di nuovo senza che ne avremo prima parlato, Anastasia." Certo, mi piace fare anche altro oltre a quello, ma con le mie regole. Molto, molto più di quello ... Lei sembra ferita e delusa. Arriviamo al suo appartamento. Mi infilo in uno dei posti nel parcheggio e fermo l'auto. Lei è imbronciata, silenziosa. Un po' di colore la ravviva. Sembra imbarazzata mentre i miei occhi la studiano. Cosa pagherei per sapere cosa le passa per la testa!

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