CAPITOLO 7 (Parte 2)

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Mia 

"Mia. Mia."

Mugugno qualcosa di incomprensibile anche alle mie orecchie quando il suono del mio nome si fa spazio nel confortevole silenzio dentro la mia testa. Ma pare che chiunque abbia deciso di porre fine al mio momento di pace non abbia alcuna intenzione di desistere dall'impresa. La cosa sul mio braccio –una mano, immagino- passa da un tocco gentile allo scuotermi neanche tanto delicatamente. Chissà cos'altro potrebbe fare, se non mi decidessi a sollevare le palpebre. La palpebra, per amor di precisione. Tenerle sollevate entrambe al momento è fuori discussione.

"Che succede?" Borbotto, quando l'occhio aperto inquadra il volto della mia coinquilina.

"C'è Gaia. Dice che avevate appuntamento per studiare, ma non ha più ricevuto tue notizie e ha pensato di passare."

Sbatto le palpebre, stavolta entrambe, mentre la lucidità prende a farsi largo tra i neuroni assonnati. "Ma che ore sono?"

"Le undici, signorina. E ti assicuro che se avessi saputo che dormivi ti avrei lasciata riposare, ma tu non dormi mai dopo le sette. Ho pensato che fossi finita sotto un tram o qualcosa del genere." Mi risponde un'altra voce poco più distante.

"Ammiro il tuo ottimismo." Rispondo con il tono arrochito dal sonno, mentre cerco di mettermi a sedere sul tappeto su cui ho passato la notte – di nuovo-, arricciando il naso di fronte ai dolori che avverto ad ogni articolazione che si mette in movimento. "Mi fa male tutto."

"Sì, immagino. Non ti ho sentita rientrare ieri sera, mi sono accorta solo stamattina che ti sei addormentata qui. Non c'era verso di svegliarti, comunque, perciò mi sono limitata alla coperta." Si giustifica Alice, accennando allo stesso plaid con cui mi sono occupata di coprirla ieri sera, che adesso giace appallottolato attorno alle mie caviglie.

"Non devi scusarti, non è mica colpa tua." La rassicuro, massaggiandomi la parte bassa della schiena.

"Ma che ci facevi col computer? Hai passato la notte a studiare?" Mi chiede lei, indicando il pc poco lontano, ancora aperto ma con lo schermo che deve essersi arreso mentre dormivo alla batteria scarica.

"Beh, io... Sì, avevo delle cose da... rivedere." Piccolo consiglio tra noi: quando si risponde ad una domanda, le alternative sono due: o si dice la verità, o si mente. Non esiste una terza opzione, tipo mentire con esitazione e tentennamenti, perché l'unico risultato sarà di aver macchiato la vostra coscienza con una bugia che si rivelerà totalmente inutile. Specie se la vostra migliore amica è nella vostra stessa stanza.

"Bugiarda. Ti sei messa a scrivere." Mi accusa prontamente Gaia, scrutandomi con il sopracciglio inarcato e il dito puntato contro di me.

"Ho bisogno di una dose di caffeina prima di poter reggere qualunque conversazione, stamattina. Specie le domande su ieri sera che sono stampate sulle vostre facce a caratteri cubitali. La scusa della preoccupazione per il mio possibile infausto destino non regge nemmeno un po'." E dopo il fallito tentativo di mentire, decido di optare per la fuga e mi metto in piedi. "Anzi, no, prima tappa, pipì. Poi caffè. Poi vi rispondo, anche se, vi avverto, non c'è assolutamente niente di interessante da sapere."

Arranco verso il bagno ancora dolorante sotto i loro sguardi al contempo scettici e divertiti. L'acqua fresca sul viso ha il solito effetto ristoratore, anche se la pressione al centro della fronte mi avverte che le poche ore di sonno non hanno giovato alla mia materia grigia. L'ultima volta che ho lanciato un'occhiata all'orologio sulla parete della cucina, erano le cinque e tre minuti e il mio file word contava due capitoli conclusi. Credo di essermi addormentata sulla tastiera del computer più o meno a metà del quarto.

Quando si inciampa in una storia d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora