Il Coltello

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"Un giorno, quando questa allegria si spegnerà, per favore resta la mia anima gemella."

Ormai erano passati mesi da quando anche Taehyung si era trasferito in casa Kim, lasciandosi indietro tutto il suo passato e provando a costruirsi un presente assieme a me.
Woojin l'aveva accolto come sé fosse un suo terzo fratello, gli aveva promesso di farlo stare bene e di aiutarlo in qualsiasi cosa avesse avuto bisogno e non aveva mai mancato in nessuno dei suoi ruoli.

Per me era diventato ormai parte della mia unica famiglia, aveva preso il posto di padre, madre e non smetteva di essere il dottore con il quale avrei potuto parlare di tutto e, lentamente, anche Taehyung iniziò a fidarsi di lui.
Avevamo creato quella stabilità che stavamo disperatamente cercando tutti quanti, nonostante alcune cose avevano bisogno di tempo per poter essere sistemate del tutto.

Namjoon non era indifferente ai miei sguardi o alle mie battute o i discorsi, ma si assentava spesso, non parlava quasi mai con noi e ad ogni modo trovava la scusa perfetta per poter uscire di casa e tornare solo quando si fosse assicurato che me e Taehyung stessimo dormendo sogni profondi.

Avevo provato a chiedere più e più volte un confronto con lui ma sembrava non volerlo avere, come sé stesse disperatamente cercando di farsi scivolare addosso qualsiasi tipo di dolore io gli avessi inflitto o, quantomeno, le mie parole.
Mi sentivo strano nel vederlo così, mi faceva male saperlo in quel modo, ma decisi di lasciarlo stare e fargli capire che a tutti sarebbe servito il giusto tempo per potersi mettere apposto.

Nonostante questo, però, ogni piccolo angolo di casa mi riportava a lui e soprattutto quel libro, Alcyone, mi lasciava in balia di onde che avevo affrontato grazie al suo prezioso aiuto.
Una cosa importante, però, avevo il desiderio di esaudire prima che fosse stato troppo tardi, ovvero quello di incontrare l'autore.

-

Quel giorno io e Taehyung avevamo deciso di prenderci una pausa da scuola, il dottor Kim ce lo aveva permesso senza problemi e noi per ricambiare il suo gesto decidemmo di prenderci cura della sua casa e fargli trovare una buona cena che, a chiunque, avrebbe fatto piacere.

"Taehyungie, vado a vedere se Namjoon ha finito di parlare al cellulare, gli chiederò se ha fame" annuii asciugando le mani attorno ad uno straccio che avevo preparato apposta

"Sei sicuro vuoi andarci tu? Posso farlo io" sussurrò avvicinandosi

Scossi la testa
"Non preoccuparti, non ho intenzione di dirgli altro, voglio solo che venga a mangiare" mi morsi le labbra andando verso la sua stanza dalla porta rigorosamente chiusa.

Ormai quasi non ricordavo più come fosse fatta all'interno.
Alzai la mano chiudendola in un pugno, cercando, con le nocche, di bussare delicatamente ma non appena le poggiai sulla porta mi capitò di sentire la sua conversazione.

"Si, certo che ci sarò, come potrei prendermi il tuo firma-copie in citta?"

"Sei sicuro che stai bene? Ti sento davvero molto strano"

"Sto bene Yoongi hyung, stai tranquillo" sospirò

"Dimmi la verità, la tua voce mi dice altro"

"È un momento difficile okay? Non preoccuparti per me, stasera sarò al tuo firma-copie"

"Come vuoi, Nam, ne parleremo meglio da vicino. A più tardi"

Mi morsi le labbra, tenendo bene a mente quello che Namjoon aveva appena detto, lasciandomi scorrere addosso il tutto per quel breve momento, fino a bussare contro la porta.

"È aperta" sentii pronunciare, prima di accettarmi che effettivamente era davvero aperta, quindi entrai

"Namjoon, non mangi con noi stasera?" Sussurrai guardandolo, restando sullo stipite della porta, mentre il suo corpo disteso sul letto che mi dava le spalle, sembrava assomigliare ad uno inerme

Face// YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora