il Giusto, lo Sbagliato

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"Non c'è cosa più giusta che essere sbagliato"

"Non mi convince questo ragazzo, sapete?" Alzò un sopracciglio Seokjin, avvicinandosi al mio viso, fissandomi

"Uh-" lo spostai arrossendo leggermente "smettila di starmi così vicino, sto bene"

"Yah, ci scappa il limone adesso o possiamo stare tranquilli?" Ridacchiò Hoseok sorseggiando il suo caffè

"Tu sta zitto" Namjoon annuì indicando male Hoseok poi guardandoci entrambi "credo che ti sia perso un po' fra i tuoi pensieri o forse...Jimin?"

Scossi la testa lentamente
"Troverò quel ragazzo, sicuramente, ma non è questo il punto. Stavo pensando...alla nostra amicizia" li guardai uno ad uno, annuendo "a quante ne abbiamo passate insieme, a quante volte devo ancora dirvi grazie e come non potrò dimenticarvi mai" sussurrai affondando di nuovo lo sgaurdo in quel caffè, ormai freddo e invivibile

"Oh" Hoseok mi abbracciò da dietro, delicatamente "smettila di essere sentimentale, non ci sono abituato"

Namjoon sorrise e scosse la testa
"Quante volte ti abbiamo ripetuto che non devi dirci nessun grazie e che ci hai già ripagato con il tuo riscatto personale e sociale?"

"Lo so" sussurrai "ma non posso dimenticare ciò che avete fatto per me, ogni volta che ci penso mi viene da gridare al mondo quanto io sia stato fortunato e che senza la vostra presenza, a quest'ora, il mio corpo era stato già ridotto in polvere"

"Ma invece nessuno dei nostri corpi è ridotto in polvere e tutti siamo qui perché siamo stati gli uni la forza degli altri" sussurrò Jin accarezzandomi leggermente la testa

"Hai ragione, Seokjin" sussurrai annuendo leggermente guardando verso Namjoon che, semplicemente, accennò la testa, mettendo sul suo volto un piccolo sorriso.

-

"Dai ragazzi, credo proprio che sia giunto il momento di farci un bel bagno, cosa ne pensate?" Alzò un sopracciglio Seokjin, appoggiando i suoi vestiti su una sdraio attorno alla piscina.

Eravamo giovani e quella con i ragazzi fù la mia prima vacanza. Seokjin aveva ereditato una casa al mare, con piscina e arredamento ultramoderno, dall'unico zio che l'aveva sempre trattato come un figlio ma che, purtroppo, fù allontanato dalla sua casa paterna proprio perché gli stava aprendo gli occhi sù quello che era giusto o sbagliato nella vita.

E no, i suoi non potevano permettersi che la loro bambolina spara-soldi potesse rendersene conto.

Ma quello zio non lo aveva mai dimenticato, aveva sempre voluto un figlio e Seokjin, per lui lo era e al momento della sua morte, durante lettura del testamento, nessuno dei presenti riuscì a nascondere lo sgomento dato da quelle parole scritte a mano, nero su bianco.

Aveva invitato tutti lì e ci aveva dato un via libera sù chi dover portare o meno. Fù così che Hoseok decise che sarebbe stato giusto trascinare un suo amico, uno che aveva in comune con Seokjin, un ragazzo di nome Namjoon.

Namjoon aveva un fisico robusto, muscoloso, non aveva esagerato con la palestra, e si vedeva, ma non lasciava trascurare un minimo dettaglio né di sé e né di quello che lo circondava, data l'importanza che la sua famiglia dava dell'immagine esteriore e, pur essendo un chicco cresciuto fuori dal recinto, aveva dei tratti ancora troppo marcati e presenti per dirgli "addio".
Si percepiva come, talvolta, prendeva spesso le sembianze di un capogruppo, un padre, una figura autoritaria, che calcolava tutto nei minimi dettagli, ed era qualità che veniva dettata dalla sua intelligenza.

Praticamente? Una macchina da guerra.

La prima cosa, però, che notai di quel ragazzo fù sicuramente il suo dolce sorriso, contornato da delle fossette che non facevano altro che renderlo tenero, nonostante ciò che il suo passato aveva avuto in serbo per lui.
La seconda cosa, certamente, fù l'enorme somiglianza che si accomunava con il dottor Kim, lo stesso che mi aveva tenuto in cura e continuava a farlo.

Face// YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora