7. Hai fatto sesso con la tua segretaria?

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7.

Hai fatto sesso con la tua segretaria?


Baekhyun stava facendo l'impossibile, l'avevo notato il suo impegno e gliene fui grata. La dedizione che ci stava mettendo mi fece capire quanto veramente tenesse a me. Cercava di calibrare le sue due personalità, tentando di mettere da parte quella più autorevole quando era a casa ed essendo semplicemente se stesso. Apprezzai lo sforzo, sapevo che non doveva essere per niente facile per lui.

Sarebbe tornato a casa dal lavoro a momenti ed io lo stavo aspettando sul divano. A dire il vero mi annoiavo parecchio quando non c'era, quella casa era troppo grande per una sola persona e più volte mi ero chiesta come avesse fatto a vivere da solo per così tanto tempo. Forse un giorno, magari, avrei anche trovato il coraggio per domandarglielo sul serio, ma fino ad allora era meglio non parlarne. Certi argomenti avrebbero potuto turbarlo in qualche modo e non avevo proprio voglia di interrompere quella magica tranquillità che si era creata.

Non mi accorsi nemmeno di essermi addormentata quando ad un tratto mi sentii sollevare dal divano. Aprii gli occhi e il sorriso di Baekhyun mi accolse splendidamente.

"Non potevi aspettarmi?" – mi prese in giro.

"Non sono stanca." - piagnucolai. Ben presto, la mia schiena fu gentilmente appoggiata contro il suo soffice letto prima che si dirigesse verso l'armadio. Si tolse la giacca e lavorò alla cravatta, di nuovo di fronte a me.

"Andiamo da qualche parte. Solo noi due." - suggerì. "Un posto in cui non siamo mai stati prima."

"Adesso?" – risposi scocciata e sbadigliai. Uscire era l'ultimo dei miei pensieri e Baekhyun parve notarlo. Rise e annuii, e quando finì di cambiarsi scivolò nel letto accanto a me.

"Intendevo la prossima settimana o qualcosa del genere." - l'umorismo era ancora intriso nella sua voce, ma era tranquillo. "Penso che sia ora per noi di andarcene per un po'." - mi avvolse tra le braccia e mi attirò a sé.

"Ti seguirò ovunque." – dissi solenne facendolo ridere di nuovo, poi mi baciò dolcemente. Ormai era diventata una piacevole routine quella delicatezza. Erano lontani i tempi in cui tornava a casa frustrato dal lavoro e se la prendeva con me. Non che non ne fossi grata, anzi, ma a dire il vero mi mancava un po' quel suo lato rude.

Le sue labbra lavorarono contro le mie e la lingua accarezzò il mio labbro inferiore. Mi abbandonai subito a lui, sentendolo canticchiare in segno di approvazione. Si adagiò sopra di me con movimenti esperti, lasciando che le nostre bocche danzassero all'unisono.

"Ti voglio." – sospirò tra un bacio e l'altro, spostandosi poi sul collo. Le sue labbra erano morbide, i suoi tocchi delicati. Non immaginava nemmeno quanto lo desiderassi anch'io.

"Sono tua." - sussurrai. L'oscurità che ci circondava era pacifica e silenziosa, l'unico rumore erano il fruscio delle lenzuola e gli schiocchi dei nostri baci. Mi sollevò la maglietta sopra la testa, trascinando le mani sul mio corpo prima di afferrare i miei seni nudi. Li strinse delicatamente e le sue dita mi accarezzarono dolcemente i capezzoli ormai turgidi.

"Non sono in vena di convenevoli stasera." – si giustificò. "Perciò scusa se arrivo subito al sodo." – sorrise provocante, cominciando a togliersi  il resto dei vestiti. Lo aiutai e gettai la camicia per terra. Mi beai della pelle liscia del suo petto, accarezzandolo lentamente con le dita. Poi allungai le braccia e mi spostai sulla schiena, lasciando con le unghie segni che solo lui avrebbe potuto vedere.

Il suo petto sfiorò il mio mentre prendeva le mie labbra con le sue ancora una volta, ma nonostante il bacio vellutato, notai l'impazienza e il bisogno repentino. Giocò un attimo con la porta del mio piacere e il respiro mi si bloccò in gola. Con i ricordi di quanto fosse stato bello le ultime volte, potevo solo sperare che non mi prendesse in giro.

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