Capitolo 11

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-Alza di più la gamba e stendi la punta- sentì dire dal maestro Montesso e cercai di eseguire. Erano giorni ormai che io e Alessio preparavamo il compito della maestra, la parte del modern e dell'hiphop ci veniva abbastanza bene ma per il classico non eravamo ancora il massimo -Devi stenderle le gamba, cerca di portargliela più alta, tanto è aperta non le fai male- disse il maestro ed Alessio cercò di alzarmi la gamba -NO- urlammo all'unisono io e il maestro e il ragazzo mi lasciò immediatamente andare -Che è successo?Ti ho fatto male?- chiese subito preoccupato -No, è che devi alzarmi la gamba dalla coscia e non dal ginocchio, sennò me lo rompi- gli dissi ricordando le parole della mia insegnante di danza -Va bene, per oggi abbiamo finito- annunciò il maestro dopo che ebbimo provato la coreografia un'ultima volta -Maestro, se la sala è libera non è che potremmo provarlo ancora un po' da soli?- gli chiesi sapendo che lui aveva un'altra lezione e non sarebbe potuto rimanere con noi -Si, certo. La sala è libera per un'altra ora-e dopo averci salutato se ne andò -Ho i piedi che mi fanno malissimo, non mi era mancato per nulla indossare le punte- mi lamentai con il ragazzo -Non sapevo avessi studiato anche classico- mi disse -Nella mia scuola di danza facevamo tante lezioni di classico quante di modern- gli risposi -Come mai non ti sei presentata come ballerina classica allora?- mi chiese curioso -Il classico non mi è mai piaciuto come stile, per carità bellissimo da vedere, ma troppo rigido, mi sono trovata meglio a studiare il modern, lo sentivo più mio. Ma comunque continuiamo dai- gli dissi e continuammo a provare. -Non capisco perché non riesco a fare il secondo giro- dissi ormai esausta e buttandomi a terra -Ma guarda che è normale, considera che sei anche sulle punte- il ragazzo si sedette accanto a me e cercò di consolarmi -Lo so, ma non voglio che la maestra pensi che non ne sia capace. Ho studiato classico per anni e ho fatto anche cose più difficili di due pirouettes di fila- dissi sempre più delusa da me -Considera che non metti le punte da quando?- mi chiese -Da 7 mesi- risposi -È normale. Abbiamo ancora due giorni per provarlo su- continuò a cercare di consolarmi -È che ho paura che la maestra pensi che abbia sbagliato a darmi la maglia del serale così presto. Non voglio che pensi che io mi senta già realizzata e che perciò non mi impegno come prima- gli confessai i miei dubbi -La maestra non potrebbe mai pensare una cosa del genere. Lei sa quanto tu ti impegni e soprattutto quanto tu sia brava. Sei una tra le migliori ballerine che io abbia mai conosciuto- mi disse il ragazzo -Grazie Ale- gli risposi con un sorriso e lo abbracciai -Dai continuiamo a provare e dimostriamo alla maestra che non si è sbagliata a pretendere tanto da noi- mi disse dandomi la mano per aiutarmi ad alzarmi -Si continuiamo- gli dissi questa volta più motivata che mai. Continuammo a provare e finalmente quel passo mi riuscì -Visto ce l'hai fatta- mi disse Alessio e felice come non mai lo andai ad abbracciare ma misi male il piedi e inciampai facendo cadere, oltre che me stessa, anche Alessio -Se volevi saltarmi addosso bastava dirmelo, non c'era bisogno di essere così aggressiva- mi disse ridendo -Cretino- gli dissi ridendo anch'io e guardandolo mi accorsi che i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, come l'altra sera. Cercai di alzarmi ma vidi che il ragazzo mi stava trattenendo, nessuno dei due parlò e per degli interminabili secondi ci guardammo negli occhi, finché non si avvicinò e finalmente le sue labbra si appoggiarono sulle mie. Erano delicate e soffici, proprio come mi ero immaginata.
Era un bacio dolce, non uno di quelli bisognosi, ma uno che non ti scorderai mai. Sentì le famose farfalle nelle stomaco, riprovai delle sensazioni che non sentivo da tempo, il bacio continuò finché non restammo entrambi senz'aria -È dalla prima volta che ti ho visto che sognavo di baciare queste labbra- disse toccandomi la bocca con un dito -E com'è stato?- gli chiesi -Meglio di ciò che mi aspettassi- mi rispose sorridendo e facendo spuntare un sorriso anche a me -Credo che dovremmo alzarci- gli dissi dopo un po' -Già lo credo anch'io- mi disse alzandosi e porgendomi una mano per aiutarmi -Ragazzi scusate ma dovete lasciare la sala- entrò Giulia ad avvertirci e dopo aver raccolto le nostre cose tornammo in casetta insieme -Senti Ale per quello che è successo prima...- comincia ma mi interruppe -Forse è meglio che ce lo teniamo per noi- mi disse -Beh, si, ovvio. È stato solo un bacio- gli dissi -Poi conoscendo gli altri si farebbero troppo film- continuai, anche se l'unica scema ad essersi fatta i film probabilmente ero io -Io però non voglio perderti- mi disse lui -Ale, non è successo niente, è stato un semplice errore che non accadrà più- gli dissi e lo vidi annuire. Continuammo a camminare, ma vidi che il ragazzo non era sereno, ma prima che potessi chiederglielo parlò lui -Non è stato un errore. Io lo volevo fare. Non me ne sono pentito e non penso che mai me ne pentirò. È solo che non voglio che le cose si sappiano perchè non mi è mai piaciuto che tutti sapessero i fatti miei- mi confessò -Ale siamo circondati da telecamere 24/24h, non c'è modo che questa cosa non si venga a sapere- gli dissi -Lo so, ma vorrei fare le cose con calma. Io voglio conoscerti veramente e bene, senza bisogno di etichettare per forza cosa siamo. Io voglio godermi ogni attimo con te, bello o brutto che sia- continuò -Ale, io non voglio che tu ti faccia illusioni, noi siamo solo amici e quel bacio per me è stato un errore- gli dissi cercando di non ferirlo -Quindi per te quel bacio non ha significato nulla?- mi chiese -No- gli dissi e fu la più grande bugia che avessi mai detto -Bene- mi rispose lui cominciando a camminare -Ale io però non voglio perderti- gli dissi fermandolo -Io ho solo bisogno un po' di tempo Bella- mi sentì una fitta al cuore quando lo sentì chiamarmi con il mio nome e non con il suo solito soprannome e così lo lascai andare. Quel bacio non era stato un errore ma se veramente tenevo ad Alessio non avrei mai potuto permettere che si innamorasse di una persona rotta come me, lui si merita di meglio

En e Xanax || Alessio Cavaliere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora