-Come va?- sentii la voce di Maria -Tutto bene mary tu?- le dissi, nonostante la mia voglia di parlare fosse pari a zero -bene, bene. Che fai tutta sola?- come sempre a Maria nulla passava inosservato -pensavo- risposi molto vagamente -posso sapere a cosa stavi pensando?- e li cedetti -è un giorno un po' particolare per me oggi...- cominciai -è per quello che hai detto a Samu l'altra volta?- e li capì che Maria sapeva già tutto -Si- risposi sentendo già gli occhi farsi lucidi -Senti, mi dici che significa quel tatuaggio sul fianco?- già lo sapeva, ma voleva che fossi io a dirlo -C'è scritto "respect yourself", cioè "rispetta te stesso" diciamo che è una specie di promemoria- sentì la voce sempre più incrinarsi, mentre le lacrime minacciavano di scendere -In che senso promemoria?- da lì comincia a parlare singhiozzando, sperando che Maria mi capisse lo stesso -L'ho fatto per coprire la cicatrice. È un promemoria perché mi ricorda sempre che non devo mai più permettere a nessuno, nemmeno a me stessa, di farmi stare male. Mi ricorda che la cosa che più di tutte conta è il rispetto, soprattutto per me stessa, quel rispetto che io per me non ho avuto- da lì iniziarono a scendere le prime lacrime, nonostante avessi fatto di tutto per trattenerle -Sai che non è colpa tua vero?- non riuscì a risponderle, ormai troppo persa nei miei ricordi -Che ne dici se ti chiamo Samu?- continuò -No, preferisco stare da sola- riuscì finalmente a risponderle decentemente -Tenersi il dolore dentro e tutto per se non fa bene. Non ti senti già meglio dopo averne un po' parlato con me?- annuì e lei continuò -Samu ti vuole bene, ed è l'unico che sa tutto, condividere il tuo dolore con lui ti farà bene. Parlane e vedi che ti sentirai meglio- e come sempre Maria era riuscita a trovare le parole giuste -Grazie di esserci sempre per tutti- la ringrazia dal profondo del mio cuore -Dai scema ti chiamo Samu- . Subito dopo aver salutato Maria sentì la porta spalancarsi e vidi entrare un Samu affaticato -Maria mi ha chiamato e mi ha detto che... ma stai piangendo? Che succede nana?- disse venendomi ad abbracciare e sentendo il calore delle sue braccia non resistetti più e comincia a piangere, raccontandogli tutto ciò che avevo detto a Maria - Bella, tesoro, il passato non si può cancellare e tu questo lo sai, ma si può sempre decidere di andare avanti, di condividerlo con qualcuno. Io ci sono sempre per te e odio vedere come debba essere Maria a convincerti di parlarne con me, vedi, non ti senti già meglio ora dopo aver condiviso questa parte di te con due persone?- disse asciugandomi le lacrime e facendomi spuntare un mezzo sorriso -Visto che sei bella quando sorridi? No con quelle lacrime che fanno piangere anche me- finse di asciugarsi una lacrima, facendomi scappare una piccola risata. Samu era così, con poco riusciva sempre a farti sorridere, anche nelle giornate più buie e tristi, era un po' come l'arcobaleno dopo la pioggia, che rende una giornata triste un po' speciale, perchè hai assistito a questo fenomeno che avviene raramente. E così glie lo dissi -Sei veramente speciale Samu, non so cosa avrei fatto senza di te- dissi dandogli un bacio sulla guancia. Dopo un po' di tempo passato a coccolarci sentì qualcuno bussare -Scusate, ma eravamo con Samu quando Maria l'ha chiamato dicendogli che avevi bisogno di lui e ci siamo preoccupati. Ora stai meglio? Possiamo fare qualcosa?- il faccino di Mattia spuntò da dietro la porta, facendomi intenerire per la sua preoccupazione, perché infondo Mattia era così, non si accorgeva mai che una sua minima azione mi causava un uragano di emozioni, faceva tutto con ingenuità, forse è questo che mi ha fatto innamorare di lui. Rimasi sorpresa però quando dietro di lui trovai Alessio, anche lui con sguardo preoccupato, che si intensificò non appena capì che avevo pianto -Grazie ragazzi, sto meglio. Non preoccupatevi- dissi facendogli un sorriso e nonostante ci fosse un Mattia preoccupato per me in quella stanza non riuscì a distogliere gli occhi da Alessio, che sembrava voler capire il tutto da un solo sguardo. Vidi Samu alzarsi ed uscire, seguito da Mattia, vidi anche Alessio muoversi e pensai che stesse per andarsene anche lui, quando lo vidi avvicinarsi e sedersi sul bordo del letto -Sicura che vada tutto bene? Sembra che tu abbia pianto- e come mi aspettavo quel particolare non gli era passato inosservato -Si, hai ragione, ho pianto un po' ma menomale c'erano Maria e Samu. Ora veramente sto meglio, grazie- inaspettatamente lo vidi alzarsi,si avvicinò e mi fece cenno di fargli spazio, anche se un po' perplessa mi spostai, si sdraiò accanto a me, senza mai invadere i miei spazi -Sai, anche io spesso tendo a tenermi il dolore tutto per me, tendo a scappare dai problemi, sperando che ignorandoli questi improvvisamente scompaiano, ma purtroppo non è mai così. Per far passare il dolore bisogna affrontarlo, non solo parlarne ma esserne consapevoli, capire che questo non possiamo dimenticarlo, ma semplicemente possiamo superarlo, lasciarlo in un angolo della nostra mente, in modo da non averlo come pensiero fisso ma in modo da non ripetere lo stesso errore che ci ha portato queste conseguenze- pensai subito che probabilmente Alessio mi avesse capito più di chiunque altro e questa cosa mi spaventava, perciò mi misi subito in difensiva -Chi ti dice che io abbia un dolore dentro e che semplicemente non è stata una lezione andata male a farmi stare così?- dissi guardandolo negli occhi, quegli occhi che in così poco tempo mi avevano stregato la mente -Perché lo vedo dagli occhi. I tuoi occhi parlano e si vede che quello che ti affligge è più di una semplice lezione andata male, l'ho capito dal primo momento in cui in quegli occhi mi ci sono perso- e li capì che entrambi avevamo avuto le stesse sensazioni quando ci eravamo incontrati e che forse eravamo più simili di quando ci aspettassimo -E di Mattia che mi dici invece?- mi disse con un sorrisino di chi la sapeva lunga, facendomi arrossire e prendendosi la risposta che involontariamente gli detti. Lo sentii cominciare a ridere e l'unica cosa che pensai fu che forse la risata di Mattia non era più l'unica che avrei voluto ascoltare all'infinito
STAI LEGGENDO
En e Xanax || Alessio Cavaliere
RomansaLo vidi guardarmi per tutta la durata della canzone, sapevo che a modo suo me la stava dedicando -Se non ti spaventerai con le mie paure il giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle- lo vidi fare cenno con la testa per indicarmi e...