20.Gabriel

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Entrai in auto sbattendo la portiera con rabbia. Sentivo una rabbia incontrollabile che cresceva ogni secondo. Ginevra aveva passato il limite, e non potevo ignorarlo. Misi in moto e guidai come un forsennato fino a casa sua, con il cuore che martellava nel petto.
Arrivato davanti alla sua porta, scesi dall'auto e mi avvicinai, bussando con forza. Anzi, più che bussare, sbattevo i pugni contro il legno. La porta si aprì di scatto, e Ginevra mi fissò con sorpresa e un misto di fastidio.
«Gabriel, sei impazzito?» domandò, ma non le lasciai il tempo di dire altro. La spinsi all'interno della casa, chiudendo la porta con un calcio, e le puntai un dito contro il petto.
«Fai ancora una cosa del genere a Sofia e giuro su Dio che ti rovino. Non deve più esistere per te, ci siamo capiti?» ringhiai, spingendola contro il muro.
Lei mi fissò con un'espressione che oscillava tra il terrore e il divertimento. «Che ti ha raccontato quella pazza?» rispose con un tono sprezzante.
Sentii i denti stringersi così forte che avrei potuto spezzarli. «Non mi serve sapere altro. Ho visto quelle foto. Non ci vuole niente per mandare le tue, Ginevra. E sai bene a chi le manderei.» Mi avvicinai ancora di più, il mio viso quasi contro il suo. «Ti ripeto: avvicinati di nuovo a lei e ti rovino.» Mi allontanai, pronto a uscire da quella casa, ma la sua voce mi bloccò.
«Tornerai da me, Gabriel.» disse con tono velenoso. «Le ho detto chi sei davvero.»
Mi fermai a metà strada, il cuore che sprofondava nel petto. Mi voltai appena, senza guardarla del tutto. «Ah sì? E chi sono ? Sentiamo.»
«Uno stronzo che ci prova con tutte.» rispose con un ghigno malizioso. Scoppiai a ridere amaramente, senza un briciolo di allegria. «Non osare più contattarmi.»
«Se mi lasci, dirò a Sofia della scommessa.» Quelle parole mi gelarono il sangue. Mi paralizzai, incapace di reagire per qualche istante. Poi, mi girai verso di lei, furioso.
«Tu che cazzo ne sai?» le andai contro, sentendo il cuore accelerare a dismisura.
«Ho le mie fonti, amore mio.» rispose con sarcasmo, alzando un sopracciglio. «E se mi lasci, dirò tutto. Riguarda questo, no? La tua scommessa: scoparti la sorellastra vergine.» Non riuscii a trattenermi. Diedi un pugno contro il muro, lasciando un'impronta profonda. «Vaffanculo.» ringhiai, uscendo da casa sua con un solo pensiero in testa: ero nella merda fino al collo. Chi cazzo glielo aveva detto?

Quando rientrai a casa, cercai di calmarmi, ma la rabbia continuava a bruciare sotto pelle. Vidi Sofia in cucina, avvolta in una coperta, mentre preparava una tisana. Nonostante il mio stato, mi accorsi subito che qualcosa non andava. Tremava ancora, e il suo viso era pallido.
«Che diavolo hai fatto alla mano?» mi chiese appena mi vide, indicando i segni evidenti sulle mie nocche.
«Nulla, ho sbattuto contro la portiera.» mentii, ma il suo sguardo sospettoso mi fece capire che non ci credeva.
«Ah sì? E quei pezzi di muro attaccati alla pelle da dove vengono?» replicò, avvicinandosi per afferrarmi il polso. Senza darmi il tempo di rispondere, mi trascinò verso il lavabo e mise la mia mano sotto l'acqua fredda.
«Hai litigato con qualcuno?» chiese, mentre prendeva del ghiaccio istantaneo e lo posava sulla mia mano.
«Nulla di importante.» cercai di minimizzare.
«Gabriel, non mentirmi.» disse con fermezza. «Sei andato da Ginevra, vero?» Abbassai lo sguardo, colpevole. Lei si allontanò di scatto, stringendosi le braccia al petto. «Cazzo, Gabriel! Lo sai che adesso la situazione peggiorerà?» Vidi che barcollava leggermente, e la preoccupazione prese il sopravvento. «Ehi, stai bene?» Mi avvicinai per sostenerla, posando le mani sui suoi fianchi. Quando le toccai la fronte, sentii che era bollente.
«Hai la febbre. Devi andare a riposarti in camera.» dissi con tono deciso.
«Sto bene, è solo un po' di giramento di testa.» Ma prima che potesse dire altro, perse i sensi tra le mie braccia.
«Cazzo!» esclamai, sollevandola senza esitazione e portandola in camera sua. La adagiai delicatamente sul letto, coprendola con una coperta, poi corsi in bagno per prendere un panno e dell'acqua fredda. Tornai da lei e le misi l'impacco sulla fronte, sedendomi accanto al letto.
La guardai attentamente, osservando il suo viso rilassato, ma il mio sguardo si spostò involontariamente sul suo polso. Notai un elastico sottile, e sotto di esso, dei segni che mi fecero gelare il sangue. Rimasi immobile, incapace di distogliere lo sguardo.

*********

Ormai era sera quando vidi finalmente Sofia aprire gli occhi. Si sollevò leggermente, appoggiandosi sul gomito, con lo sguardo ancora confuso.
«Cosa è successo?» mi domandò, disorientata.
«Sei svenuta tra le mie braccia.» risposi con un tono divertito, aggiustandomi i capelli. «Probabilmente per la mia incredibile bellezza.»
La vidi ridere e quel suono mi fece sorridere istintivamente.
«Ecco cosa volevo vedere.» dissi, riferendomi al suo sorriso.
Lei scosse il capo, sedendosi sul letto. «Cosa è successo a casa di Ginevra?» mi chiese, guardandomi con un'espressione seria.
«Quello che ti ha riferito non è assolutamente vero.» dissi, fissandola negli occhi, facendole intuire che sapevo della loro conversazione dell'altro giorno.
«Ah sì? Non mi è sembrato.» replicò, incrociando le braccia. «Alla festa, come hai baciato quella ragazza in maschera... sembravi molto preso.»
Le lanciai uno sguardo malizioso. «Sei gelosa per caso?»
Lei sbuffò, distogliendo lo sguardo. «Ma che stai dicendo, non lo sono.» rispose con tono superficiale, ma il suo volto arrossì appena. Mi avvicinai leggermente, abbassando la voce. «Giusto, non puoi essere gelosa... di te stessa.»
La vidi girare di scatto il capo verso di me, gli occhi spalancati. «C-cosa?» Accennai un sorriso, abbassando lo sguardo per un istante. «Secondo te potevo mai provarci con un'altra in quel modo così sfacciato?»
«Come facevi a sapere che ero io?» domandò, la sua voce carica di curiosità e nervosismo.
«I tuoi occhi.» risposi senza esitazione. «Ti ho riconosciuta grazie ai tuoi occhi.» La guardai intensamente, permettendo al silenzio di parlare per noi. Poi aggiunsi con un sorriso complice: «Devo ammetterlo, baci bene, Rapunzel.» Le feci un occhiolino e iniziai ad avviarmi verso la porta della sua stanza.
«Aspetta, aspetta, aspetta!» esclamò, alzandosi di scatto. «Ci hai provato con me solo per baciarmi? Hai mentito tutto questo tempo?» Mi fermai e mi voltai verso di lei, con un'aria soddisfatta. «Diciamo che ho omesso la verità, non ho mentito.» Le strinsi delicatamente il mento con due dita, ma lei mi diede un colpetto deciso sulla spalla.
«Ahia!» esclamai, massaggiandomi il punto colpito.
«Così impari a rubarmi baci con l'inganno.» disse, incrociando le braccia e imbronciandosi come una bambina. Mi avvicinai a lei, il tono della mia voce divenne più basso e provocatorio. «E se lo rubassi senza ingannarti? Andrebbe bene?» Le mie mani scivolarono con lentezza sui suoi fianchi, avvicinandomi ancora di più.
Lei alzò un sopracciglio, mantenendo un'aria di sfida. «Credi davvero di riuscire ad ammaliarmi con queste frasi, Romero?»
«Non lo so.» risposi con un mezzo sorriso. «Ci sto riuscendo... García?»
Le accarezzai il collo con una lentezza studiata, osservando ogni sua reazione.
«Cosa vuoi da me, Romero?» mormorò, i suoi occhi inchiodati ai miei.
Mi avvicinai ancora di più, con il mio respiro mescolato al suo. «Cosa voglio? Voglio il tuo corpo...» sussurrai, lasciando scivolare le dita lungo i suoi fianchi. «Voglio le tue labbra...» Sfiorai il suo labbro inferiore con il pollice. «...questo voglio.» Mi avvicinai ancora, pronto a baciarla, ma lei mise una mano sulle mie labbra, bloccandomi.
«A volte non si può ottenere tutto quello che si vuole...» disse con un sorriso malizioso, allontanandosi da me ridacchiando. Non persi tempo. La presi per il polso e, con un gesto deciso, unii prepotentemente le mie labbra alle sue. La mia lingua trovò la sua in un bacio profondo che la fece ansimare leggermente. Mi staccai subito dopo, osservandola mentre cercava di riprendersi.
«Io ottengo sempre quello che voglio. Rapunzel.» dissi, allontanandomi con un sorriso soddisfatto e una scintilla di sfida negli occhi.

Endless 1 Cuori Nascosti (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora