1. Sofia

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Erano solo le 8:00 di mattina quando un rumore forte alla porta mi costrinse a svegliarmi. Non avevo avuto una notte particolarmente riposante, e la vista della luce che filtrava dalla finestra mi faceva desiderare di tornare a dormire.
«Chi diavolo è a quest'ora, Dio santo?» Imprecò Megan, la mia coinquilina. Aveva i capelli scompigliati e il viso stanco, segno di una notte agitata. Il rumore alla porta si intensificò, fastidioso.
«Abbiamo capito!!» urlai esasperata. Mi alzai sbattendo i piedi infastidita.
«Ma vedi un poco se devo combattere appena mattina!» buffai, scuotendo la testa. Spalancai la porta, sperando che fosse solo un'altra scocciatura, ma mi ritrovai di fronte la governante.
«Posso aiutarla?» chiesi, appoggiando il mio braccio sullo stipite della porta, cercando di sembrare più sveglia di quanto fossi in realtà.
«La direttrice vuole vederti, a quanto pare qualcuno vuole prenderti in affido.» rispose senza tanti preamboli, e il suo tono non lasciava spazio a dubbi. Non mi stupii più di tanto. Era una di quelle cose che succedevano sempre. Mi prendevano in affido, mi provavano, per poi restituirmi come se fossi un pacco Amazon. Ero stanca di essere trattata come oggetto, di essere solo un altro esperimento da "provare" per un po'.
Uscii dalla mia stanza, sentendo l'ennesimo peso sulle spalle. Mentre mi avvicinavo all'ufficio, mi legai i capelli in una lunga coda, cercando di darmi un'aria più dignitosa.
Quando entrai, mi trovai davanti a una scena che ormai mi sembrava quasi familiare. Una donna dai capelli biondi, elegante in un vestito blu che le arrivava a metà gamba, e al suo fianco un uomo dai capelli castani con la barba brizzolata. Si girarono verso di me, ma non ero nemmeno sorpresa. Quello che mi colpì, però, fu il ragazzo al loro fianco. Aveva i capelli castani e occhi marroni, ma era la giacca di pelle che lo rendeva... ribelle. Mi colpì un nodo alla gola, e per un attimo dimenticai tutto ciò che mi circondava. Era incredibilmente attraente, il suo sguardo concentrato su di me non aiutava di certo a calmarmi.
Incrociai le braccia, cercando di non far trasparire il mio disagio, mentre guardavo la direttrice.
«Allora Sofia, loro sono la famiglia Romero.»disse la direttrice con un sorriso forzato, cercando di sembrare cordiale. La sua voce era calma, ma c'era una nota di preoccupazione, come se sapesse che questa situazione mi avrebbe potuto turbare ulteriormente.
Osservai la famiglia Romero, ognuno di loro sembrava così perfetto e composto, in contrasto con il mio disordine interiore. La donna bionda sorrise dolcemente, cercando di sembrare accogliente, ma i suoi occhi tradivano una certa insicurezza. L'uomo al suo fianco aveva un'espressione seria, come se fosse lì per adempiere a un dovere piuttosto che per una reale volontà di adottarmi. Ma quello che catturò la mia attenzione fu il ragazzo, il loro figlio, o almeno supponevo che lo fosse. I suoi occhi marroni fissavano i miei, un mix di curiosità e indifferenza. La giacca di pelle che indossava gli conferiva un'aria da cattivo ragazzo ma c'era qualcosa nel suo sguardo che mi fece sentire vulnerabile, come se avesse visto attraverso di me, come se sapesse cosa mi stava passando per la testa.
«Piacere di conoscerti.» disse la donna bionda, la sua voce tremava leggermente.
Non risposi subito. Mi sentivo in trappola, un topo in una gabbia dorata, ma comunque una gabbia. La mia vita non era mai stata la mia. Era sempre stata decisa da qualcun altro. Mi avevano tolto la libertà tante volte, e ogni volta mi avevano fatto sentire come un oggetto, un pacco da spedire di qua e di là.
«Perché io?» chiesi infine, cercando di mantenere la calma nonostante il nodo che mi si formava nello stomaco. «Perché volete prendere me in affido? Non ho nulla di speciale.» il ragazzo con la giacca di pelle alzò appena un sopracciglio, ma non disse nulla. Forse era troppo presto per giudicarmi. O forse non gli importava affatto. La direttrice fece un passo avanti.
«Credo che tu meriti un'opportunità, Sofia. Questa famiglia ha espresso un forte interesse a prenderti con sé. Potrebbe essere una nuova chance per te.»
Una nuova chance. Quante volte avevo sentito quella frase? Quante volte avevo pensato che finalmente qualcuno sarebbe rimasto, che qualcuno mi avrebbe voluto davvero? Ma ormai sapevo che queste erano solo parole, e le parole non avevano mai cambiato nulla.
Guardai la famiglia Romero ancora una volta, cercando di leggere nei loro occhi qualcosa che potesse darmi speranza. Ma non lo trovai. Mi alzai in piedi.
«Grazie, ma credo che starò meglio da sola.» dissi, stringendo le mani. «Non mi farò prendere in giro ancora una volta.» la direttrice mi guardò, ma non cercò di fermarmi. Sapeva che era inutile. La famiglia Romero sembrò sorpresa dalla mia risposta, ma il ragazzo con la giacca di pelle non fece una piega. Non sembrava che gli importasse.

Endless 1 Cuori Nascosti (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora