"Amore, dovresti svegliarti se vuoi partire!"
"Infatti, non voglio partire..." sussurrai io sul mio letto, da appena sveglia.
Mi alzai da esso e preparai la mia valigia, mettendoci vestiti, accessori vari e profumi.Dopo un'oretta avevo finito, controllai l'orario ed erano le 3:30 di mattina. Dovevamo andare all'aeroporto per andare in Germania, traslocando.
Dopo la morte di mia madre, papà si rifece una vita nuova, invece io rimasi sempre la stessa.
La mamma e il papà si odiavano, potrei dire, ma io amavo tutti e due.
"Jolene, sei pronta?" chiese mio padre bussando alla porta di camera mia.
"Non ancora... mi vesto" dissi, prendendo i vestiti che avevo scelto prima.Mi sistemai i miei capelli lunghi e lisci in una coda, poi presi la valigia ed uscii di camera
...
Andammo all'aereoporto, io volevo rilassarmi, ma invece tutti continuarono a chiedermi autografi e cose varie.
Ero molto conosciuta in italia, essendo un'attrice italiana. Ma comunque in alcuni momenti volevo non esserlo.
Tutti vogliono una vita facile, ma a quale costo?...
Il viaggio fu tranquillo e molto breve. Infatti, arrivammo nell'hotel circa verso le 9 di mattina.
Ma mentre mio padre mentre faceva il check-in, notai che nella hall ci fossero dei ragazzi che mi guardavano, e speravo solo che loro non mi conoscessero, essendo già stressata.
Purtroppo non potevo neanche capire quello che dicevano. Avevo sempre vissuto in italia, e al massimo potevo parlare Inglese o spagnolo, ma il tedesco zero.
Ma comunque lasciai perdere, dato che dovevamo andare in stanza.
"Tra poco dobbiamo andare a fare colazione, intanto mettiti le cose a posto, okay?" disse mio padre mentre apriva la porta della camera.
Entrammo e io posai subito la valigia, buttandomi sul letto."Amore dai cambiati e poi scendiamo per la colazione... non sei l'unica stressata comunque, io per fare il check-in sono uscito fuori di testa. Non capivano nulla! E di certo non so parlare il tedesco. Abbiamo usato il traduttore, ma ti sembra normale?!"
"Si papà... ma perfavore lasciami stare ora... sono stanchissima." dissi, mentre mi alzavo dinuovo prendendo dei vestiti dalla mia valigia.
Andai in bagno e mi misi solo una cannottiera con dei jeans corti.
Poi scendemmo al piano di sotto, a fare colazione.
Mio padre si fiondò al buffet, mentre io mi guardavo intorno, ancora confusa da dove fossi.
Dopo qualche minuto mio padre venne dinuovo da me, con un piatto pieno di dolci.
"E tu? Non mangi amore?"
"No, non mi va."
"Ancora con quella storia?! Ho detto che non te ne de-"
"Non mi deve importare degli altri, e nessuno ha nominato quell'argomento, papà devi smetterla di prendertela su tutto, è una mia scelta. E poi devo mantenermi in forma, se devo continuare a fare l'attrice."
"Certo che continuerai, solo che-"
"Continuerò?! Sicuro che continuerò?! Mi hai portata in Germania solo per lavoro tuo, ma al mio?"
"Papà, dovevi almeno chiedermelo o almeno parlarmene di questa cosa, ma invece hai solo rovinato i miei sogni." conclusi, trattenendo le lacrime agli occhi."Senti... non qui, va bene?" disse mio padre, mentre si allontanava per chiudere la conversazione.
Io guardai in basso, ma ad un certo punto, tra tutta la folla, sentii ancora le voci di quei ragazzi di prima. Alzai la testa e li guardai scherzare tra loro. Non erano molto lontani da me, quindi se avessi saputo la lingua tedesca, potrei avuto capire.
Ma ad un certo punto sentii uno dei ragazzi dire ad un altro qualche parola in spagnolo.
"Sagst etwas wie 'hola, còmo estás? a me gustas tu' " (dí qualcosa come 'ciao, come stai? mi piaci')Io feci una piccola risata, perché probabilmente mi avevano sentito parlare con mio padre e pensarono fossi spagnola.
Volevo ascoltare la loro conversazione, ma era inutile se non capivo cosa dicessero, quindi uscii dall'hotel.
Venni quasi acciecata dal raggio di sole che mi colpí non appena messo fuori piede.
L'aria calda dell'estate che subito sostituí l'aria condizionata dell'hotel.
I cinguettii degli uccellini che tanto mi rilassavano e il cielo senza una nuvola. Il mio stress sparí immediatamente, e di questo ne ero felicissima.Ma anche se ero non più stressata, quei ragazzi continuavano a rimanere nella mia testa... quel ragazzo che aveva detto quelle cose in spagnolo sembrava molto al ragazzo con cui parlava, mentre gli altri due mangiavano, assistendo alla scena.
Sí, siamo nel 2006, ma comunque loro erano esagerati con lo stile. Uno aveva i dread e vestiva maglia e pantaloni oversize, con un cappello e una fascia. L'altro suo simile aveva i capelli sparati in aria e molto eyeliner. Erano stili strani ma molto belli. Aveva le unghie lunghe colorate di nero, e molte collane.Ma comunque ero così persa nei miei pensieri che mio padre mi raggiunse fuori l'hotel.
"Ada, ma che ci fai ancora qui? Pensavo stessi in camera"
"No... ma ora ci vado." dissi, rientrando nell'hotel dirigendomi verso la camera.
Lui mi seguii e appena entrammo in essa io mi buttai sul letto, davvero stanca, infatti mi addormentai in qualche minuto.
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Running through the Moonson
FanfictionAda Bianchi è un'attrice sedicenne italiana molto famosa, ma per lavoro del padre, dovette trasferirsi in Germania. Incontrerà molti fan, ovviamente, ma sarà solamente quello ad incontrare? "Hai finito di fissarmi, anonimo?" chiese la ragazza mentre...