Discoteca

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La sera stessa io non riuscii a dormire per quando la schiena mi facesse male, a causa della bruciatura.
Così mi alzai e andai da Tom, che era ancora sveglio.
"Tom, ma come me l'hai messa la crema?! Mi sono bruciata tutta la schiena! E anche tutto il petto"
"Ma come hai fatto? Io te l'ho spalmata bene d'appertutto!" disse lui in sua difesa, mentre cercava il telecomando per spengere la piccola tv sul tavolino davanti al letto.
"Sí certo, non riesco neanche a trovare una posizione comoda" continuai io entrando in camera per poi chiudere la porta alle mie spalle.
"Che fai? Dormi da me?" chiese lui, lasciando la tv accesa, non trovando il telecomando.
"Sí, forse riuscirò a non morire stanotte." risposi, sdraiandomi su di lui abbracciata.
"Sono comodo almeno?"
"Diciamo, meglio del letto"

Mi muovevo ogni secondo per trovare una posizione comoda, e a Tom non dava neanche fastidio.
Misi le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua schiena, schiacciata al materasso.
"Sembri un koala Ada, sei comoda?"
"Cazzo sí... non muoverti."
"Beh, io dovrei andare in bagno"
"Portami con te..." susurrai mentre quasi mi addormentavo.
Lui scoppiò a ridere e si alzò, facendomi sdraiare sul letto.

***

Sentii la suoneria del mio telefono squillare, aprii gli occhi.
La camera era buia, ma sentivo qualcosa accanto a me... un respiro pesante.
Presi il telefono e mi feci luce con esso.
Era Tom, ma non capii se fosse sveglio o meno.
Rifiutai la chiamata, poi, dato che lui era di spalle, mi appoggiai al suo fianco per vedere il suo volto.
"Ada? N-Non pensavo fossi s-sveglia.." disse lui guardandomi.
"Tom? Sí sono sveglia ma... perché stai sudando? E sei tutto rosso, che succede?"
"No, nulla... i-io.. dovrei stare un attimo da solo, scusa"
"Oh, va bene..." risposi, prendendo il telefono.

"Papà?" pensai.

Lo richiamai, restando ferma, mentre fissavo Tom che era di spalle. Si comportava stranamente, e sembrava anche stesse tremando.
"Pronto, papà?" dissi freddamente.
"Ehi piccola... come stai?"
"Bene. Perché?"
"Non ti sento da un po'... volevo assicurarmi fosse tutto ok."
"Sí lo è, ciao."
"Ehi Ada asp-"

Chiusi la chiamata e posai il telefono, ma vidi lo stesso il corpo di Tom, grazie alla poca luce che la luna trasmetteva dalla finestra dietro il letto.
Ma appena spostai lo sguardo su essa, Tom iniziò a fare versi, che però furono soffocati dal cuscino.
Io mi girai verso di lui e, notai che non stava tremando, ma si stava toccando.
Io spalancai gli occhi girandomi subito verso la finestra, mi sedetti e appoggiai le braccia sul davanzale di essa.
Ma restai lí, perché infondo, mi eccitava sentirlo quasi gemere.
Oppure ad immaginarmi la scena, quando potevo solo girare lo sguardo. L'avrei aiutato, ma non volevo rovinare nulla... ci conoscevamo da troppo poco.

Ma volevo aiutarlo, insomma non so perché lo stesse facendo vicino a me, però mi faceva pena in un certo modo.

Però decisi di farlo, per mettere fine anche alla situazione davvero imbarazzante.
Mi misi dietro di lui, attaccandomi al suo corpo, praticamente abbracciandolo.
Appoggiai la mano sul suo braccio, poi iniziai a muoverla fino alla mano.

Spostai la sua mano e presi la sua intimità, iniziando a fare lo stesso movimento che prima faceva lui. A dirla tutta? Non mi aspettavo fosse così grande.
"A-Ada...? Che s-"
"Volevo aiutarti, era imbarazzante." dissi, aumentando la velocità della mano.
Intravidi un sorriso sul suo viso, e stessa cosa feci io.
Lui mi mise una mano sulla mia coscia, quasi stringendo. Io invece continuavo a toccarlo.

Dopo qualche minuto finalmente venne, ed io mi alzai, andando in bagno.
Aprii il lavandino e iniziai a lavarmi le mani, insaponandole per bene. Era disgustoso, per una vergine come me, ma Tom chissà quante ragazze avrà portato a letto.
Tornai in camera e lui era in piedi, mentre si cambiava i boxer.
"Tom, hai sonno?" chiesi, sedendomi sul letto.
"Non tanto, perché?"
"Neanche io... non riesco proprio a dormire ora che mi sono svegliata"
"Beh, che si fa allora?"
"Andiamo in discoteca e balliamo un po' " risposi io sorridendo.
Lui ricambiò il sorriso, sedendosi vicino a me.
"Ma se neanche reggeresti un drink"
"Ah sì? Vedremo." risposi io, alzandomi.
"Vuoi seriamente andarci?" chiese Tom.
"Sí, prendiamo un taxi" risposi, andando in camera mia.
Aprii l'armadio e cercai un vestito da discoteca, anche se non vidi nulla di speciale.

Running through the MoonsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora