MESSAGGI IN CODICE

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Alle 7.50 sono già sotto casa. Mentre facciamo la strada in macchina mi chiama Edoardo.

"Ciao Massimo, abbiamo un imprevisto. Maddalena ha dei piccoli dolori alla pancia, preferiamo andare in ospedale per fare un controllo. Ve la sentite di portare con voi Davide?"

Guardo Sara e lei mi fa un cenno affermativo con la testa.

"Va bene, tra cinque minuti siamo lì".

Parcheggiamo la macchina e scendiamo. Davide appena ci vede mi salta in braccio e poi allarga le mani per tirare verso di noi anche Sara.

"Tienimi aggiornata su come va" – dice mie moglie guardando Maddalena.
"Certo, non preoccupatevi, divertitevi ... e tu fa il bravo" dice dando un bacino a suo figlio.
Dal garage spunta Edoardo con il seggiolino in mano.

"Monto sul sedile posteriore questo; lo zio non è abituato a trasportare bambini, lui sa solo portare in giro le donne".

"Non è vero, ultimamente trasporto anche panda!"

"Panda? Davvero zio? Voglio venire anche io quando fai salire i panda!"

Sara scoppia a ridere! "Trasporta anche orsi senza saperlo! ... Dai, saliamo in macchina altrimenti non troviamo più niente da mangiare e io ho una fame assurda!"

"Sali dietro con me zia?".

Il viaggio in macchina è molto breve. Parcheggiamo in un campo vicino alle attrazioni e ci dirigiamo verso gli stand gastronomici. Davide si mette in mezzo a noi due e dà una mano a ciascuno.

Ordiniamo da mangiare 3 risotti e patatine frette.

Sara mette il suo piatto da parte e inizia a sistemare Davide, aprendo la tovaglietta si sistemandolo bene sulla panca.
Lui prova ad imboccare il riso con la forchetta ma gli cade tutto e allora lei tira fuori dalla borsa un cucchiaino e una cannuccia.

"Prova con questo, farai meglio".

"Hai anche un coltello nella borsa per caso insieme al cassetto delle posate?"

"No, ho portato solo questo per lui, pensavo potesse servire."
"Hai fatto bene, io non ci avevo pensato!"

" Tu sei un uomo, certe cose proprio non ti vengono spontanee"

"Conosco tante donne che avrebbero fatto come me ... ma non si sentono mamme in tutto quello che fanno, come mi hai detto tu al fast food!"

Finito di mangiare Davide ci tira da una giostra all'atra fino a che la sua attenzione non viene attirata da un peluche enorme!"

"Zio guarda! È un panda! Ti prego prendiamolo!"

"Va bene, ci proviamo. Tre tiri a testa, parti tu".

Davide vince una pistola ad acqua.

"Tocca a te zio!"

Io vinco un braccialetto da bambina con le margherite bianche.

E adesso è il turno di Sara. Tutti e due la guadiamo e le facciamo cenno di avvicinarci.

Lei ci guarda e fa no con la testa e allora decidiamo che bisogna intervenire e la trasciniamo di peso.

"Io non so giocare, non so neanche come si tiene un fucile!"

"Ma ti aiuta lo zio, ha aiutato anche me! Non preoccuparti! Ti prego zia ... voglio il panda ... provaci!"

Prendo il fucile e mi sistemo dietro di lei.

"Lo devi impugnare da qui sotto e guardare nell'obiettivo. Quando hai chiaro il bersaglio, spara."

Sara mi ascolta ma è visibilmente agitata. Respira profondamente e non tiene il fucile fermo.

Allora abbasso una mano e gliela appoggio sulla pancia con l'intento di dirle di stare tranquilla ma lei si agita ancora di più e spara 3 colpi uniti.

Non so come ha fatto ma ha preso il panda e mentre il ragazzo lo prende e Davide salta dalla felicità; lei evita appositamente il mio sguardo.

" Che bello! Ho vinto quello che volevo! Allora io regalo la mia pistola allo zio, lui regala a te il braccialetto e tu regali a me il peluche, che dici zia?"

"Dico che è una idea molto bella e molto saggia."

Io mi carico il panda sulle spalle e lei prende in braccio il bambino.

Tutti e due facciamo finta di niente anche se le vorrei chiedere perché ha sguizzato in quel modo.

Alle 11 torniamo verso la macchina. Maddalena ci ha telefonato per dirci che il controllo era andato bene e che erano già a casa.

Davide si è addormentato in braccio.

Ingancio il panda nel seggiolino e poi apro la portiera davanti per far salire Sara e il bambino.

Nel tragitto la osservo sistemarselo meglio sulle ginocchia e accarezzargli i capelli. Lui sembra un angioletto. Ha tutta la testa buttata all'indietro e una manina infilata nella maglietta di Sara, vicino al cuore.

Io non posso neanche sfiorarle la pancia che si scandalizza e lui può infilarsi in mezzo ai bottoni senza che faccia una piega. Boh!

Mi viene da ridere. Se sono geloso anche di un bambino di quattro anni forse una visita da qualche specialista dovrei farla.

Quando scendiamo dalla macchina si accoccola meglio il bambino in braccio ma le scivola e allora mi avvicino per prenderlo io.

Si sporge verso di me per non svegliarlo e vengo investito dal suo profumo.

Toglie la mano di Davide dal suo seno e si accidentalmente le si sgancia un bottone che lei è pronta a coprire.

Io sorrido e la osservo. Il vento della sera le scompiglia i capelli e tutta la sua dolcezza mi investe come un pugno in pieno stomaco.

È la ragazza meno appariscente del mondo eppure io sono incantato a guardare tutti quei particolari che ogni giorno mi colpiscono e mi affascinano contro la mia volontà.

Lasciamo Davide e il panda a Maddalena ed Edoardo e ci dirigiamo verso casa.

Quando entriamo dentro ognuno di noi va verso la propria stanza.

Levandomi i pantaloni però sento cadere per terra qualcosa e mi accorgo che è il braccialetto che ho vinto alla sagra.

Ci penso e ripenso. Poi mi infilo un pigiama e vado a bussare alla sua porta.

Lei è ancora vestita e mi guarda con una faccia strana.

"Questo è tuo dico" e dicendo così le mostro quel piccolo oggetto insignificante."

"E' bellissimo, grazie ... se mi aiuti me lo metto."

Tira su la manica e mi mostra quel polso piccolissimo che ha. Solo lei lo potrebbe indossare perché si chiude a stento. La sua pelle è calda e morbida. Mi sudano le mani e faccio fatica a chiudere il gancetto. Lei fissa il pavimento e poi mi guarda.

Sono in difficoltà e non so cosa dire. So solo che voglio stare con lei ancora.

"Adesso cosa fai?"le dico.

"In che senso?"

"Non so, io non ho sonno, se vuoi possiamo guardare un film o bere una tisana o fare qualsiasi cosa ..."

Sara è titubante e allora mi avvicino. Le afferro il polso e sistemo meglio il braccialetto sperando in un sì come risposta.
Ma lei si ritrae quasi scottata e poi mi liquida in due parole.
" Io sono molto stanca e vorrei dormire."

"Va bene, allora ci vediamo domani" e prima di finire la frase mi vedo la porta chiusa in faccia.

Io non la capisco. A volte ride con me e a volte mi evita. Mi abbraccia e poi se la sfioro io si scansa. Interpreta male quello che dico e mi chiude la porta in faccia ... e in casa mia per altro. Forse le sto dando troppa importanza. C'è un limite a tutto e io non posso stare sveglio ad interpretare i suoi messaggi in codice.

HO SPOSATO HELLO KITTY revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora