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"Ho davvero bisogno di comprare una macchina che sia tutta per me," esclamo esausta mentre pulisco l'ennesimo tavolo della serata.

Sono passate un paio di settimane dall'ultima uscita con i ragazzi, tutti insieme.
Settimane ricche di ansie, lavoro e, purtroppo, troppo poco tempo per Dusan.

"Sarebbe anche ora, non possiamo scarrozzarti sempre in giro" mi prende in giro Luca ridendo.
"A proposito... ti serve un passaggio a fine turno?"

Scuoto la testa.
"No, vado a piedi.. grazie" gli sorrido.

"Dai Camilla, non ti sarai offesa?" domanda il mio collega, smettendo per un attimo di fare le sue mansioni.

"Ho solo voglia di starmene un po' per conto mio, farmi due passi.. tutto qui," cerco di tranquillizzarlo. È comunque la verità.

"Va bene," dice. "Anche se non mi va molto di lasciarti andare da sola a quest'ora," dice mostrandomi l'ora sul suo orologio.

1:27 del mattino.
Abbiamo finito tardi questa sera, ce la siamo presa forse un po' troppo con comodo.
Faccio spallucce e sorrido, va bene così.

Sentiamo il campanello della porta suonare, avvisandoci dell'entrata di un nuovo cliente.

"Siamo chiusi," dico senza voltarmi nemmeno a guardare.

Non ricevo risposta e tantomeno sento la porta richiudersi. Sbuffo rumorosamente, stanca.
Poggio lo straccio bagnato sul tavolino, quasi sbattendolo.

"Sono stanca, per favore se ne vada" sputo tutto d'un fiato, voltandomi.

La mia espressione cambia. Da corrucciata e innervosita a felice, estremamente.
Un sorriso fa capolino sul mio viso, la stanchezza neanche la sento più.

"Che ci fai tu qui? È tardi" domando senza nascondere il mio entusiasmo.

"Sono venuto a prendere la mia ragazza," Dusan sorride e il mio cuore scoppia di gioia.

In una frazione di secondo corro da lui, saltandogli in braccio e abbracciandolo forte, stretto a me.

"Mi sei mancato tanto" gli sussurro nell'incavo del collo.

Dei brividi prendono vita per tutto il suo corpo, posso vederli.
Sorrido.
Non ci vediamo da quasi una settimana, periodo più lungo da quando ci siamo conosciuti.

"Andiamo a casa, ho già avvisato tuo fratello che ti fermi da me" e questa volta sono io a rabbrividire. Lui sorride, soddisfatto.

"Vai pure, ci penso io qui" dice Luca, di cui mi sono completamente dimenticata.

"Grazie" dico solo, uscendo dal locale con Dusan.

Nemmeno il tempo di salute in macchina che veniamo accerchiati da fotografi.
Non ci era mai successo, nemmeno alla luce de giorno. Perché a quest'ora?
Rimango scossa per qualche secondo.

"Che palle," esclama il ragazzo al mio fianco battendo furiosamente le mani sul volante.

"Tranquillo Duci," cerco di rassicurarlo.

Il suo volto è teso. La sua mascella contratta, così come ogni muscolo del suo corpo.

"Succede sempre qualcosa, non c'è un attimo di pace" solo tanto nervoso nel suo tono di voce.

"Sapevano non sarebbe stato facile," ribatto. "Io sono qui."

Dusan mi guarda e finalmente inizia un po' a rilassarsi.
Lo vedo prendere un respiro profondo e tirare giù il finestrino.

"Possiamo andare a casa?" domanda alle persone lì fuori.

"Dusan.. sarà una distrazione per la tua carriera?" la domanda di quel signore mi colpisce nel profondo.
Poteva davvero considerarmi tale?

"Si parla di una tua possibile cessione quest'estate. Puoi dirci qualcosa di più?" domanda un altro.

I nostri sguardi si incrociano per un istante. Lo guardo interrogativa.
Sento crescere un peso sullo stomaco.

"Voglio solo andare a casa," ripete mettendo finalmente in moto l'auto.

I fotografi davanti cominciano a spostarsi ai lati, continuando a scattare foto.

Passiamo il resto del tragitto in silenzio, nessuno dice niente.
Una volta fermata la macchina scendo, ammirando la villetta che mi trovo davanti. È la prima volta che mi porta qui, a casa sua.

Dusan, timoroso, mi afferra la mano guidandomi all'interno.

"Te ne avrei parlato più avanti, non è niente di serio" dice poi, interrompendo il silenzio.

Lo scruto nei minimi dettagli. È sincero ma non per questo fa meno male.

"Vorrei che mi dicessi tutto, subito. Ormai le nostre vite sono legate, vorrei essere messa al corrente di tutto quello che succede" cerco di spiegargli mantenendo la calma.

Lui annuisce, "lo farò."

Gli sorrido, cercando di non pensarci adesso.

"Dove siamo rimasti?" chiedo avvicinandomi a lui sempre di più.

Pochi istanti dopo metto fine alla distanza tra i nostri corpi, poggiando le mie labbra sulle sue.

"Mi fai impazzire" esclama Dusan, guardandomi da testa a piedi.

Pizzico lievemente il labbro inferiore e mi lascio sfuggire un urletto divertito quando vengo sollevata da terra. Attraversiamo il salone e ci dirigiamo su per le scale che portano al piano superiore.

"Dusan Vlahovic," lo chiamo per intero. "Sei la cosa più bella che potesse capitarmi."

Lui, di tutta risposta, apre la porta della stanza appoggiandomi delicatamente sull'enorme letto.

"Ti amo." Due semplici parole che mi entrano nel profondo.

È la prima volta che le pronuncia ed è tutto così perfetto, magico.
Solo noi due, nella nostra intimità.

"Ti amo," ricambio, provando sinceramente quel sentimento.

E in questa notte, con il mio ragazzo, mi sento in pace.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2023 ⏰

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