4. Siete giunti a destinazione

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Simone iniziava a stancarsi di essere svegliato da Manuel. A difesa di Manuel però, Simone era quasi sicuro che non lo facesse apposta, giudicando come questa volta la radio fosse spenta e non aveva ancora mormorato un sarcastico buongiorno.

Il suo corpo era indolenzito per aver dormito accovacciato contro la portiera ma era al caldo, la coperta consumata avvolta con cura attorno alle sue spalle.

L'odore di caffè si stava diffondendo nella macchina mentre sentiva Manuel che gli camminava intorno, il rumore di un sacchetto accartocciarsi prima del suono di una portiera sbattuta.

"Fai mai qualcosa silenziosamente?" chiese Simone con voce roca.

"Torna a dormire" mormorò l'altro.

Simone, come al solito, non lo ascoltò.

Girò la testa allontanandola dal finestrino e si voltò a guardare Manuel mentre sorseggiava il suo caffè e riaccendeva la macchina.

"Dove siamo?"

"Arizona" rispose lui.

"Siamo quasi arrivati?" indagò Simone, un brivido di eccitazione lo attraversò mentre guardava la strada buia davanti a loro come se il Grand Canyon potesse apparire dal nulla davanti a loro.

"Quasi" rispose Manuel, bevendo un altro sorso del suo caffè. Simone si accigliò quando notò le occhiaie scure sotto gli occhi dell'altro.

"Hai dormito?"

"No Simone. Di solito bisogna esse' svegli pe' guidà" rispose. "E qualcuno voleva arrivare là all'alba."

"Possiamo prendere un hotel, puoi dormire mentre io vado ad esplorare".

"Ho il caffè, sto bene" disse Manuel, ponendo fine alla conversazione. Simone si lasciò andare sul sedile, coprendosi meglio con la coperta nonostante il caldo dell'Arizona iniziava a penetrare in macchina, le dita che si mossero verso la radio finché una leggera musica iniziò a suonare.

Il resto del viaggio passò in silenzio, mezz'ora in cui entrambi guardavano la strada buia aspettando che il Grand Canyon apparisse, e alla fine successe e Simone premette la faccia contro il finestrino come un bambino cercando di vedere attraverso l'ora piu' buia della notte uno scorcio di esso.

Non ci volle molto prima prima che Manuel trovasse un posto decente dove parcheggiare, un posticino tranquillo da dove si poteva vedere bene la vallata, lontani dalla piattaforma panoramica e dalla vista di altre persone che cominciavano a spuntare nel buio anche loro per osservare il sole sorgere.

"Siete giunti a destinazione" disse dopo. "Sono minimo minimo un centinaio di dollari per la corsa in taxi". Simone sbuffò, togliendosi la coperta e lanciandosi fuori dalla macchina. Si avvicinò alla scarpata, fermandosi poco prima, gli occhi scrutavano l'orizzonte, constatando che però era ancora troppo buio per vedere qualcosa.

"Quand'è l'alba?"

"Google dice verso le cinque e quaranta" disse Manuel, fermandosi accanto a Simone, strizzando gli occhi per guardare meglio l'abisso nero davanti a loro "Wow, è bellissimo" disse, la voce incrinata da un sottile sarcasmo che l'altro si aspettava.

"Aspetta l'alba!" rispose Simone. "Dicono sia mozzafiato".

"Beh, non so te ma non starò qua in piedi per i prossimi venti minuti." esclamò Manuel. Mentre si allontanava, il corvino roteò gli occhi, guardando la vallata scura aspettando il sorgere del sole mentre Manuel saliva in macchina. Quando alla fine si girò sentì l'auto muoversi. Manuel si stava avvicinando in retromarcia al margine.

"Stai per suicidarti?" chiese Simone con una risatina mentre il pick up si avvicinava pericolosamente al dirupo. L'altro non rispose. Solo quando Simone iniziò seriamente a preoccuparsi che Manuel stesse davvero per lanciarsi con la macchina giù dal dirupo, la macchina si fermò. Dopo saltò giù con una coperta e un cuscino sotto un braccio mentre teneva un sacchetto di cibo e un termos nell'altra mano. Simone lo osservò mentre stendeva la coperta sul retro del pick up prima di salirci sopra, sistemando giù il termos delicatamente prima di sedersi, la schiena contro il retro dell'auto, guardando la vallata.

Airplanes | Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora