3. Las Vegas baby!

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Simone si svegliò di soprassalto, di nuovo. Questa volta però il pugno non era contro il finestrino accanto a lui ma contro il suo braccio.

"Ahio!" borbottò, muovendosi sul suo sedile, il suo collo che faceva male per la posizione scomoda.

"Giuro su Dio Simò, se continui a russare ti faccio dormire fuori" disse Manuel, con la voce rauca per la mancanza di sonno.

"Io non russo!" disse Simone testardamente.

"Sì che lo fai." replicò l'altro all'istante. "Non ho dormito per niente la scorsa notte perché non te stavi zitto. Sono persino andato al Mcdonalds a piedi così almeno potevo allontanarmi per un secondo. Stavi a fà tremà i finestrini".

"Io non russo" insistette l'altro, con tono piccato.

"Davvero? Va bene, allora cos'è questo–" disse Manuel, e Simone sbattè gli occhi quando la luce dello schermo del cellulare di Manuel gli fu sbattuta davanti agli occhi. Il braccio di Manuel che passava in mezzo ai sedili.

Simone guardò mentre il video cominciava. Era lui, addormentato, i vestiti ancora il disastro che erano la mattina prima. La sua testa era appoggiata all'indietro in una strana posizione e la sua bocca era aperta mentre russava.

"Mi hai fatto un video mentre dormivo?" strillò. "Manuel! Cancellalo immediatamente, è inquiet–"

"Sapevo che avresti provato a negarlo" esclamò Manuel.

"Si beh... tu monopolizzi la coperta" rispose fiaccamente Simone.

"C'è solo una coperta".

"E non me l'hai nemmeno offerta." disse Simone. Manuel alzò un sopracciglio.

"Mi stai trascinando a vedere il Grand Canyon, senza soldi, o cibo o dei cazzo di vestiti e pensi che ti darò la mia coperta?"

"Beh, io..."

"Simò, non avevo intenzione di fare conversazione. Volevo solo che smettessi di russare." Grugnì Manuel.

"Non sapevo nemmeno di farlo, come dovrei fare a smettere?" ribatté l'altro.

"Girati su un fianco" ordinò Manuel.

"Siamo in una macchina, non posso girarmi".

"È un pick-up. E forse avresti dovuto pensarci prima di costringermi a venire con te in viaggio on the road senza portare soldi".

"Oh mio Dio, ho detto che mi dispiace!"

"No, non l'hai detto. Hai detto possiamo vivere senza soldi, andrà bene e da allora te sei solo lamentato" finì Manuel. E Simone ignorò la sua voce stridula con cui parlò mentre lo imitava.

"Non è colpa mia, ho fame".

"Sarà colpa tua quando ti picchierò a sangue per avermi tenuto sveglio" borbottò Manuel.

"Ora stai zitto e girati co–"

"Non mi posso girare, non centro coi fianchi!" sbottò Simone. Manuel alzò di scatto la mano e la sbatté sul lato del sedile di Simone che urlò quando improvvisamente si sentì cadere all'indietro, quasi andando a sbattere contro le gambe di Manuel mentre quest'ultimo reclinava fino in fondo il suo sedile.

"Non c'è di che" disse dopo in tono sarcastico. Simone sbuffò, mettendosi su un fianco e trattenendo un sospiro di sollievo alla posizione più comoda.

"Avresti potuto semplicemente dirmi che il sedile era reclinabile!"

"Pensavo non fossi così stupido come sembri. Almeno ora lo so".

Airplanes | Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora