Capitolo 6

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Dopo aver pagato il vestito uscimmo dal negozio e ci dirigemmo verso la sua macchina, entrammo e Harry mise in moto. Dopo dieci minuti di silenzioso viaggio finalmente parlai "Non ho delle scarpe da metterci sotto" Ero contenta del fatto che non potesse più tornare indietro a prendermene un paio, aveva già speso abbastanza. Non mi aspettavo di certo che reagisse arrabbiandosi. Diede un forte colpo sul volante e mi rivolse uno sguerdo assasino "Cazzo Dacia, non avresti potuto dirmelo prima ?" Gli rivolsi uno sguardo tenero "Scusa" speravo tanto che si calmasse e fortunatamente fu così. "Andiamo da una mia amica, spera solo che abbiate lo stesso numero, può prestartele lei" Non avevo proprio voglia di farmi prestare le scarpe da una perfetta sconosciuta ma Harry sembrava abbastanza deciso, ed era già teso, quindi annuii. Arrivammo davanti casa della sua amica e una volta entrata ovviamente mi si presentò un immensa casa perfettamente arredata. La ragazza accanto alla porta era ovviamente splendida. Guarda se Harry non avessa un amica fotomodella. Aveva lunghi capelli biondi leggermente mossi e occhioni azzurri.
"Hey" la voce era terribilmente sensuale e sentii una stretta allo stomaco. Ma ovviamente non ero gelosa di Harry. Ovviamente no. Alzai la testa e notai lo sguardo della ragazza posato su di me. "Non provarci Cara. Non con lei, sai perché siamo qui, il messaggio era per questo, sii veloce" la voce dura di Harry fece accendere in me una strana sensazione, e immediatamente riconobbi Cara come una delle due ragazze viste nel salone della villa, il giorno in cui tutto iniziò. Istintivamente mi posizionai dietro Harry, usandolo a mó di scudo. Cara rise di gusto e ci condusse verso quella che presumevo fosse la sua stanza, era enorme e assolutamente fantastica con scarpe esposte ovunque, l'enorme armadio sulla parete opposta alle finistre, sembrava straripasse di abiti. "Posso vedere il vestito?" Chiese ovvia. Harry lo uscì dalla busta per mostrarglielo e lei annuì. Si diresse verso una piccola scarpiera e ne estrasse un paio di scarpe con un tacco dodici, rigorosamente di colore rosa antico, proprio come il mio vestito. Non ero sicura che ci sapessi camminare. "Ti piacciono?" Chiese Harry con voce premurosa "Molto" risposi abbastanza piano. Era vero ma ero un po' titubante. "Sono trentotto" mi richiamó la voce di Cara. "Si, è il mio numero" Ero felice che non ci fossero altri problemi. "Perfetto, te li riporto domani mattina, vieni Dacia" era stato abbastanza scortese con la sua amica, non che mi importasse. Mentre uscivamo dalla casa vidi Cara alzare gli occhi al cielo rassegnata e sorrisi un po' a quella scena. Harry mi afferrò il braccio e mi condusse nella sua auto. Era teso e abbastanza annoiato, potevo notarlo. "Qualcosa non va?" Chiesi sperando che non esplodesse, era una dinamite, un ragazzo imprevedibile e molto lunatico. "Sono già le cinque e mezza" disse con una mezza voce da cucciolo. Ancora una volta mi aveva sorpresa, se non altro ero contenta di questa sua affermazione, forse voleva passare del tempo con me, come veri amici. "Ci vieni vestito così alla festa?" volevo cambiare discorso perché non sapevo cosa rispondergli. "No, devo cambiarmi"
Passammo difronte ad una villa, grande praticamente il doppio di quella in cui vivevo io. Quanto Harry cacciò dal suo finetrino un telecomandino per aprire i cancelli feci due più due. La casa di Layla, quella di Cara e ora anche quella di Harry. Ditemi se non sono le persone più ricche di tutta la città, cavolo! Mi ero completamente imbambolata e quando Harry mi scosse il braccio mi sentii in imbarazzo. Entrammo nella casa e Harry mi intimó di sedermi sul divanetto dell'ingresso mentre lui andava a cambiarsi. Approfittai del momento per indossare il mio abito e le scarpe di Cara. Quando tornò il suo outfit era completamente identico al precedente, cambiavano solo alcuni colori. "Non è cambiato molto, sai?" Chiesi perplessa. "Volevo vedessi casa mia" rispose sfacciato, sperando di farmi imbarazzare magari ma stetti al gioco. "Non ho visto molto comunque" mi rivolse un sorrisetto beffardo e disse "Ti rifarai la prossima volta,andiamo" sospirai sconfitta e mi diressi con lui verso la macchina. Ero solo un pochino delusa del fatto che non mi avesse detto nulla a proposito del vestito ma lasciai perdere. Il viaggio fu silenzioso e quando parcheggiamo davanti al club afferrò la mia mano domandandomi serio "Sei pronta Dacia?"

|Nota Autrice|
Sinceramente l'avevo pensato diverso, diciamo che è solo un capitolo di passaggio, Bacii

Cuddles ||harold||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora