Ci vollero un paio di giorni ma ero di nuovo in piedi, le cicatrici che erano rimaste sul mio corpo erano guarite abbastanza bene ma si poteva ancora sentire la pelle guarita ruvida dove era entrato il coltello, mi ritrovai a passarci sopra le dita più volte al giorno senza pensare, era difficile abituarsi. Stavo camminando ora, il mio corpo era piuttosto debole e fragile dato che era stato addormentato per 6 mesi di fila e anche imparare a mangiare di nuovo cibi solidi fu strano, il mio stomaco era così abituato ad essere nutrito con cibo liquido che ci volle un po' per abituarsi a un pezzo di pane tostato o purè di patate. La mia pelle era pallida e avevo ancora delle borse sottili sotto gli occhi, ma a parte questo ero sempre uguale. Angel si prendeva cura di me mentre dormivo, teneva pulito il mio corpo e mi lavava i capelli così che sembrassi ancora un po' umana quando mi svegliai dal mio sonno.
Gli ultimi giorni erano stati a dir poco infernali, non mi fu permesso di lasciare la mia stanza, probabilmente a causa del mio comportamento violento ma cosa si aspettavano, mi avevano appena detto che io e Tom eravamo morti, la consapevolezza che l'unico uomo su cui potevo davvero contare, che mi salvava ogni volta, questa volta non sarebbe venuto, questa volta non avevo nessuno che mi cercasse, questa volta non potevo avere quel piccolo barlume di speranza che Tom fosse là fuori e stesse facendo tutto quello poteva per trovarmi così che potessi tornare al sicuro tra le sue braccia ancora una volta... ora non c'era nessuno, ero da sola.
Essere dichiarata morta era una sensazione strana, non avevo più un'identità. Angel disse che Roman mi avrebbe dato un nuovo nome come fece per lei e per tutte le altre ragazze, una nuova identità con cui vivere la mia nuova vita.
Era una strana sensazione pensare ai miei genitori a casa e a quello che stavano pensando. Molto probabilmente pensavano che fossi stata coinvolta in un brutto giro ed è così che tutto andò a finire, ma se fosse rimasto qualcuno là fuori che mi conoscesse davvero, sapeva che non ero così e che doveva esserci dell'altro in tutta questa storia e se qualcuno fosse davvero andato a fondo avrebbe scoperto c'era davvero un altro lato di questa storia.Oggi fu il giorno in cui dovetti affrontare ancora una volta Roman, dopo il nostro primo incontro non pensavo fosse troppo entusiasta del secondo, ma ero determinata a ottenere delle risposte reali, dovevo sapere la verità e lo avrei fatto qualunque cosa avessi dovuto fare per ottenere quelle risposte, anche se ciò significava che dovevo "comportarmi bene". Se tutto quello che aveva detto era vero, significava che non c'era nessuno là fuori che mi cercava, il che significava che dovevo cercare di comportarmi al meglio per uscire di qui. Ogni volta che Angel aveva la possibilità, mi spiegava il più possibile e la cosa che risaltava di più di tutto ciò che mi diceva era che se non avessi fatto ciò che mi veniva detto sarei stata picchiata, torturata o violentata, quindi sapevo che dovevo comportarmi da brava serva finché non si fosse presentata l'occasione di colpire. Una cosa che ho imparato dall'essere "l'animale domestico" di Tom è che combattere costantemente contro la persona non era il modo più intelligente di affrontare le cose, sono stata fortunata in un certo senso, Tom fini con l'essere un po' più 'leggero' con me ma non ero disposta a correre il rischio di essere picchiata o stuprata mai più.
"Sei pronta?" Angel chiamò dalla porta, il suo nome era l'abbreviazione di Angela, era il suo "nuovo nome" datole da Roman quando fu rapita per la prima volta dalle strade di Praga, sì, adesso ero in Europa. Angel aveva solo 18 anni quando fu presa da Roman e dai suoi uomini e imparò a sue spese a non comportarsi male, le cicatrici lasciate sul suo corpo inflitte dagli uomini di Roman lo suggerivano. Mi disse che Roman non toccava mai le ragazze, aveva la sua ragazza principale Kristina che era "sua" e le altre dovevano vendere i loro corpi per fargli guadagnare soldi, era un trafficante di sesso.
"Sì" borbottai mentre mi fissavo allo specchio, il piccolo top di pizzo nero praticamente trasparente che mi fu dato da indossare non era esattamente la mia solita scelta di abbigliamento, abbinato a dei jeans neri attillati e stivali con tacco in pelle, già mi sentivo come se fossi vista da tutti come una delle sue ragazze che vendeva per sesso. Sospirai, avrei fatto tutto il possibile per impedirmi di dover imboccare quella strada, se avessi giocato bene le mie carte magari avrei fatto qualsiasi altro lavoro ma mai fare sesso con estranei per soldi.
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2. A Beautiful lie - Tom Kaulitz (ITA) by winternightz
FanficIl nero che ora avvolgeva la mia anima era l'unica cosa che sembrava farmi andare avanti. Il pensiero di lui impresso nella mia mente era un crudele ricordo dal luogo da cui provenivo. Ero davvero destinata a morire da sola? Volevo davvero continuar...