Non c'è rosa senza spine pt2

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Era bello il buio.
da piccola e alle volte ancora tutt ora mi faceva paura
ma questo buio che mi consolava che mi cullava e mi faceva sentire protetta spari subito
E venne rimpiazzato da ricordi, ricordi brutti nascosti in un cassetto che venne aperto quel giorno.

Era un pomeriggio un giorno di Martedì con un sole caldo alle ore 11 ero a scuola andavo ancora alle elementari ero piccola...
Davanti a me compari la mia piccola figura di me da piccola
Così ingenua.
Che rideva, ma non era una risata felice e pura come quelle che mi regala Tom e che terrò con me gelosamente

Era una risata di tristezza una di quelle forzate una di quelle che tiri fuori per nascondere il tuo pianto il tuo dolore una di quelle che tenevi su per non fare cadere quella maschera
Ma non durò per molto
Perché poco dopo crollo

Mi misi a piangere, intorno a me c'erano i giocattoli e bamboline della mamma e una di porcellana della nonnina..

ero seduta da sola dietro a un banco che piangevo perché ero l'unica messa lì gli altri erano tutti messi in gruppo verso la finestra e faceva male
Sentivo ancora il dolore
Sentivo ancora la sofferenza di essere quella messa da parte quella esclusa e solo per? Non lo mai capito
Dicevano solo che ero strana
perché avevo un timbro di voce alto? Perché ero estroversa? Perché parlavo tanto? Non lo sapevo non capivo perché facevano così

E quando smisi perché vedevo una ragazzina venire verso di me
si sedette e disse

"Giochi ancora con le bambole? AHAHAH cos'hai 3 anni?"

Io non risposi tirai giù il capo cercando di trattenere le lacrime

"Dammi questa bambola e mia la voglio io"

Ci tenevo tanto a quelle bambole, mamma ci aveva messo molto per comprarmele e io non gli chiedevo mai regali
Quando tornavo senza qualcosa lei si arrabbiava perché ogni cosa che comprava era un sacrificio e io mi sentivo sempre più in colpa se rompevo
O non riportavo qualcosa

"No perfavore quella e mia, dammela"

Appena lo dissi quella bambina dai capelli lunghi biondi
mi prese la mano più precisamente il dito anulare e lo inizio a girare e tirare cercando di romperlo
Stavo soffrendo come un cane bastonato
il dolore della mano non lo sentivo

Riuscivo a sentire solo il dolore che provavo dentro di me perché sapevo che tutto quello non sarebbe mai tornato indietro a casa dalla mamma

Il dito me lo lascio andare avevo solo una distorsione io mi presi la mano e me la tenni verso il petto per poi cercare di prendere tutte le altre bambole avevo preso solo quella di porcellana
Quando inizio a urlare alla maestra che stavo rubando cose sue

"Io stavo giocando e lei mi ha preso le mie bambole"
Disse lei facendo la vittima
Al ricordo posso ancora piangere perché nessuno e dico NESSUNO quando negavo mi aveva mai creduto

Venni sbattuta fuori nell' angolo del corridoio e io mi misi a piangere mentre tutti ridevano di me

C'erano flashback di me che venivo accusata di aver rubato un gioco, cosa non vera

Di me che venivo accusata di aver picchiato una ragazza, altra cosa non vera perché era stata lei prima che andò a dirlo la vedevo come si grattava con una cosa affilata la mano per far finta di essere stata io

Vedevo che mi accusavano di essere una bugiarda una di cui non ci si può fidare

E infine ma non per finire di essere uguale a tutte quante,
di essere quella diversa ma allo stesso tempo uguale a tutte
Quella strana

Mi dovetti tagliare i miei bei capelli lunghi perché mi misero una caramella nei capelli

Stavo per finire in ospedale perché mi avevano messo un coltello di plastica nel pane

Dove nessuna era mai arrivata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora