Capitolo 1- Quotidianità

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Canzoni per il capitolo: "Take me home, country roads" di John Denver, "Dream On" degli Aerosmith.

Erano le 6.10 quando la canzone "Take me home, country roads" raggiunse l'udito di Ginevra quella fredda mattina di venerdì 17 febbraio, come al solito spense la sveglia toccando lo schermo del telefono alla cieca.

'Venerdì 17...' pensò, già si riteneva una ragazza abbastanza sfortunata, soprattutto quando si trattava di fare figuracce per strada, il fatto che quel giorno fosse venerdì 17, la faceva preparare già a qualsiasi tipo di evento sfortunato, nonostante non fosse una persona particolarmente superstiziosa.

Con la sola motivazione del fatto che, quantomeno, fosse venerdì e il giorno dopo non sarebbe andata a scuola, si buttò giù dal letto e andò a prepararsi per uscire, la aspettavano un paio di interrogazioni e una verifica di grammatica tedesca a scuola e voleva arrivare una decina di minuti in anticipo per ripassare qualche concetto.

Dopo essere uscita dal bagno, l'odore del tè le diede una sensazione di tranquillità e, per un momento, si immaginò di essere in uno di quei accoglienti cottage inglesi che da sempre sognava di visitare. In cucina, la luce a lato della credenza era accesa, e suo papà le stava togliendo il filtro del tè dall'acqua bollente. Ginevra gli era debitrice, infatti ogni mattina suo padre si alzava qualche minuto prima per prepararle la colazione che consisteva di te verde e uno spicchio di piadina, la ragazza, infatti, odiava mangiare cose dolci per colazione da quando era piccola e ancora si ricordava di quanto era felice quando all'hotel in cui andavano fino a qualche anno prima, c'era il buffet con un'ampia scelta tra salumi, wurstel, bacon e uova. Salutò suo papà, deglutì in pochi minuti il mangiare e il tè bollente e si lanciò verso il bagno a lavare i denti.

Una volta pronta, tornò in salotto, qui trovò, come sempre, sua mamma, che nel frattempo si era alzata, e sua sorella Anna, intenta a fare colazione mentre guardava il suo telefono.

Dopo aver salutato tutti, uscì finalmente di casa alle 7.10 per prendere la metropolitana, il viaggio non era breve e, dopo 5 anni, Ginny ancora si chiedeva perchè avesse scelto di andare in una scuola così lontana quando c'erano almeno due opzioni più vicine. 9 fermate di metro dopo, senza riuscire, non solo a sedersi, ma neanche a respirare per il solito affollamento che colpiva tutti i mezzi milanesi nelle ore di punta, scese alla stazione Duomo insieme a tre quarti delle persone sul treno per andare a prendere il tram.

Era intenta a canticchiare "Dream On" degli Aerosmith, quando, girato l'angolo dietro la piazza del Duomo, il suo tram le sfrecciò davanti...stando a quanto diceva la tabella sul sito dei mezzi pubblici, era partito con due minuti di anticipo, facendole perdere la possibilità di arrivare in anticipo.

'Poco importa, orami è andato, almeno sarò già qui per il prossimo ' si disse, la prossima corsa sarebbe dovuta partire dopo nove minuti.

Ginny ha sempre avuto un rapporto di amore-odio per i mezzi pubblici milanesi, prendendoli da quando aveva solo cinque anni per andare alla scuola elementare, ormai non la sorprendeva più nulla, ogni settimana scioperi, guasti, borseggi, aggressioni e tentativi di suicidio erano all'ordine del giorno, c'era sempre un imprevisto che le impediva di andare e/o tornare da scuola in tranquillità. Allo stesso tempo, però, riteneva la metropolitana, i tram e i bus la sua ancora di salvezza, non avendo ancora la patente ed evitando biciclette e monopattini, abitava infatti in periferia e, anche solo per andare a scuola, avrebbe dovuto attraversare le vie più trafficate e pericolose della città, infatti, teneva in cantina una bicicletta nuova da quando gliel'avevano regalata per i suoi 13 anni.

proprio mentre cercava di vedere il lato positivo dell'anticipata partenza del tram, sul tabellone luminoso della fermata , al posto dei nove minuti preannunciati, ne comparvero venticinque e a Ginevra venne un'improvvisa voglia di distruggere la pensilina della fermata a calci, già si immaginava la faccia di Natalie Portman, attrice scelta per la campagna pubblicitaria del profumo Miss Dior Blooming Bouquet, a terra rovinata e coperta da cocci di vetro e pezzo di plastica.

Alla fine, si incamminò a piedi, come spesso alla fine capitava da quattro anni e mezzo, le solite sei fermate di tram, ormai conosceva meglio quel percorso della zona in cui era nata e in cui abitava. Dal voler arrivare in anticipo per ripassare, si ritrovò a sperare di arrivare almeno in tempo per un ritardo breve per riuscire a salire in classe. Arrivò a scuola mentre il commesso stava chiudendo la porta e, per fortuna, riuscì a convincerlo a farla entrare, guardò l'ora, erano le 8.14, la prima campanella era suonata da ormai 19 minuti.

Mentre saliva i due piani di scale per raggiungere la sua classe, la 5°A, ri rese conto che alla prima ora, non solo si era già guadagnata un ritardo ed era sudata come avesse corso una partita di calcio per novanta minuti interi, ma, oltretutto, avrebbe avuto motoria alla prima ora, avrebbe voluto poter dire che aveva già fatto riscaldamento e allenamento sufficiente per almeno un paio di giorni, ma si limitò a sedersi al suo banco e ascoltare il richiamo della professoressa per aver interrotto l'appello. In condizioni normali, Ginevra avrebbe risposto, con le dovute maniere, ma l'avrebbe fatto, ma era senza fiato, accaldata e la pelliccia del suo parka blu era diventato tutt'uno con la sua felpa beige e con i suoi lunghi capelli castani, che nel frattempo si era attorcigliati intorno ai bottoni del cappuccio dove una volta c'era la pelliccia.

Salutò i suoi compagni, con un cenno della mano e un "ciao" tra i denti a causa del fiatone, era stata abbastanza fortunata a finire vicino a persone con cui, tutto sommato, andava d'accordo e soprattutto era riuscita a scambiare qualche parola con un ragazzo che probabilmente non sapeva neanche il suo nome fino a qualche settimana prima; Leonardo, era infatti molto silenzioso e abbastanza particolare, e alla fine si era rivelato abbastanza simpatico e disponibile, cosa rara da trovare, specialmente negli ultimi anni di scuola di Ginevra.

La giornata era già iniziata male, erano solo le 8 di mattina e quella sera, come tutti i venerdì e fine settimana da dicembre, avrebbe dovuto anche fare il turno serale come cameriera in un ristorante, e, come se non bastasse, l'attendeva una tavolata per una festa di matrimonio. Tirò un sospiro e si diresse in palestra con il resto della classe.


Spazio autrice: Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, spero, inoltre, che si capiscano le frasi, in quanto so che ho l'abitudine di scrivere periodi molto lunghi e spesso mi viene detto che, leggendo ciò che scrivo, si perde spesso il filo del discorso, fatemi sapere, nel caso!

Comunque questo e probabilmente anche il prossimo saranno capitoli introduttivi, mi piace che si sappia bene il contesto in cui vive la protagonista, il suo stile, le abitudini e com'è la sua vita prima che le cose non siano più quelle quotidiane ma cose nuove e che ancora non aveva vissuto. Non vi preoccupate, il prossimo capitolo e parte di quello successivo sono praticamente già pronti, devo ancora solamente copiarli qui, e il caro nostro portoghese arriverà presto!

A presto,

Roby

Dove si tocca il cielo-Rafael LeãoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora