Capitolo 11- Una busta sigillata

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Era ormai sabato 15 aprile e quello sarebbe stato uno degli ultimi giorni di lavoro al locale per Ginny, almeno fino a luglio. La ragazza, a causa lo stress e la quantità di materie da preparare per l'esame, aveva iniziato a non stare bene fisicamente. Aveva solo il pensiero fisso della maturità ed eliminare almeno i turni di lavoro fino a tarda notte avrebbe migliorato leggermente la situazione. Sarebbe andata fino a fine mese, per riprendere poi durante le vacanze estive. 

Arrivò al ristorante intorno alle 18.30, e, una volta entrata, la accolse subito Mattia con un sorriso. "Eccoti, finalmente, ah c'è una busta per te, lì sul bancone" disse accennando con il capo verso gli sgabelli alti dell'area bar. Ginny si avvicinò incuriosita, dopo aver abbracciato il collega, che subito la seguì cercando di sapere chi le avesse mandato e cosa. "Se te lo stai chiedendo, ti conviene metterti comodo, non la aprirò qui." Ginevra rispose in tono deciso, capendo le intenzioni di Mattia, che subito si girò e si diresse verso la cucina, sparendo dietro alle porte. Ginny non avrebbe aperto lì quella busta perché non aveva la minima idea di chi fosse stato ad inviargliela, non c'era scritto assolutamente nulla da nessuna parte. 

La curiosità la divorò per l'intera serata, al punto che, alla fine del turno, decise di aprirla in bagno mentre si cambiava per tornare a casa. Dall'emozione quasi le cadde il contenuto nel lavandino. Due biglietti per la partita Milan-Lecce erano ora stretti tra le sue mani. Non due biglietti qualunque, ma nella tribuna d'onore rossa. Ginny non era mai stata più in basso del secondo anello. I biglietti recavano i nomi di due persone che non conosceva, due cognomi di origini straniere sicuramente. Girò e rigirò la carta sperando di trovare chi fosse stato il mittente, e poi capovolse la busta alla ricerca di qualche pezzo di carta. Un post-it giallo piegato a metà cadde nel lavandino, che per fortuna era asciutto. Ginny lo aprì con il cuore che le batteva rapidamente nel petto

"Ti conviene comprare la maglia giusta, ora.

  Scegli saggiamente chi ti accompagna,"

Rimase stupefatta, a metà tra il confuso, il sorpreso e l'incredulo. Leggendo quella frase, un nome le era subito comparso in mente. "La maglia giusta" poteva essere solo una dopo la conversazione che aveva avuto con il calciatore portoghese. Era avvenuta diversi giorni prima, ma lei si ricordava ogni battuta, ogni sguardo e ogni sorriso che le era stato rivolto quella sera. Quando però terminò la frase, la sua speranza si spense con la velocità con cui era arrivata e sentì il cuore affondarle nel petto.

"TH19"

Perché mai Theo Hernandez avrebbe dovuto regalarle i biglietti? E perché in quel modo così segreto e misterioso? Naturalmente il francese sapeva della grandissima passione per i colori rosso neri di Ginny, ma non avevano mai parlato di San Siro, di biglietti, né, tantomeno, di maglie. La ragazza non riusciva a non notare il collegamento tra quell'ultima frase e ciò di cui aveva parlato con Rafael. Ma, per quanto lei cercasse di non notarlo, in fondo al foglio c'era veramente scritto in modo del tutto comprensibile "TH19". L'enigma della frase la turbava, soprattutto perché le dava l'impressione che fosse un riferimento a qualcosa, ma questo aveva senso solo se colui che le aveva regalato i biglietti era un certo portoghese. Comunque, nel momento in cui aveva visto che i biglietti erano due, aveva già scelto chi sarebbe venuto con lei quella sera. L'unica cosa positiva era che almeno sapeva chi era il mittente, ora avrebbe potuto scrivere a Theo per chiedergli il perché e ringraziarlo. 

Decise di mettere via il contenuto della busta, cercando di sigillarla di nuovo e riponendola tra le pagine di un libro che aveva nella borsa. Si chiuse la porta del bagno alle spalle e si avviò verso l'uscita del locale, era già quasi tutto spento, rimanevano forse un paio di ragazzi a sistemare per il giorno dopo, ma non ne era sicura, visto che non sentiva rumori provenire dalla cucina. Una voce la fece sobbalzare prima che afferrasse la maniglia della porta d'ingresso. "Vieni a bere qualcosa?" la riconobbe senza girarsi. 

Dove si tocca il cielo-Rafael LeãoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora