Capitolo 3- Sangría, Margarita e Spritz

341 23 19
                                    

Canzoni per il capitolo: "Pepas" -Farruko, Quevedo: Bzrp Music Session, vol. 52 (Quedate), "Gasolina"- Daddy Yankee ft. Pitbull, "Mi Gente"- J. Balvin, Willy William

Alle 20.30 tutto, o quasi, era pronto. Le casse per la musica erano state posizionate nel cortile dove si trovavano anche palloncini di ogni dimensione sui toni del color perla, cipria e grigio metallizzato; erano state poste delle bocce di vetro con all'interno luci che richiamavano le decorazioni del giardino, mentre su ogni piatto si trovavano già il menù, il tovagliolo e il segnaposto, di cui si era occupato Mattia, un ragazzo appena più grande di Ginevra e quello con cui la ragazza andava più d'accordo tra i membri del personale, lei non lo aveva mai notato, ma era evidente a chiunque altro stesse nel locale per più di qualche minuto, che Mattia aveva da sempre dimostrato un certo interesse per lei.  

Alle 21.15 iniziò a formarsi la coda fuori dal ristorante e Ginevra capì che era arrivato il momento di affrontare quella che sarebbe stata una serata interminabile. Il ristorante, anche se era aperto solamente per l'evento, era pronto ad accogliere il doppio degli ospiti di una serata normale, avevano, infatti, avuto bisogno di utilizzare tavoli che Ginevra non aveva neanche mai visto e che erano stati portati di sopra dal magazzino. Il menù aveva 5 portate diverse tra antipasti, primi, secondi, contorni, ognuno con un ampia lista tra cui scegliere, per non parlare dei dessert che, oltre all'enorme torta nuziale, contavano circa una quindicina di variazioni differenti tra tiramisù, millefoglie, churros, strudel, torta Sacher fino ad arrivare ai dolci della cucina orientale, portoghese e americana. Ginevra già si immaginava di correre tra i tavoli mentre mischiava i piatti da servire, dandoli, puntualmente, all'ospite sbagliato, mentre la musica, che usciva dalle casse, a poca distanza dalla tavolata, le rimbombava nel cervello creando ancora più confusione; sperava almeno in musica romantica e tranquilla, dato che era un matrimonio e non una festa per un diciottenne. Mentre pensava a tutto questo si rese conto di una cosa, davanti ai suoi occhi, appena fuori dalla vetrata era stata installata una postazione DJ con un mini bancone per degli aperitivi, ma non c'era neanche l'ombra del responsabile alla scelta delle canzoni, allora, allarmata, chiese a Mattia dove fosse, "A quanto pare è uno degli invitati, non ne hanno ingaggiato uno", Ginevra tirò un sospiro di sollievo, almeno non era in ritardo e così non si sarebbe creato subito del malcontento. 

Un'altra cosa che era stata organizzata era un'area giochi per bambini, il locale ne offriva già una, ma non c'era molto, uno scivolo e un paio di altalene, per l'occasione, invece, la coppia aveva fatto arrivare al ristorante dei gonfiabili di almeno un paio di metri di altezza, un trampolino e delle macchine giocattolo, di quelle che Ginevra aveva da sempre sognato da piccola. 

Delle persone iniziarono ad entrare nel locale, era più facile che fossero parenti degli sposi piuttosto che amici, a giudicare dall'età che sembravano avere, salutarono con un dolce sorriso e gentilezza il personale che li fece accomodare nel cortile, qui iniziarono a scrutare i tavoli in cerca del loro posto. Visto che ormai l'ambiente si stava affollando, Ginevra, decise di andare in bagno a sistemarsi per apparire decente e non sembrare una che ha appena superato un livello  a Jumanji. Era già stanchissima, e la serata doveva ancora iniziare. Si tamponò il trucco, si rimise il rossetto e si sistemò la coda.

Quando uscì pochi minuti dopo, vide, dal vetro vicino al bancone, che gli invitati si erano già quasi tutti seduti ai loro posti, e, proprio in quel momento, stavano facendo il loro ingresso nel locale gli sposi, accompagnati da applausi e urla di amici e familiari. Ginevra si avvicinò per salutarli e fare loro le congratulazioni e gli auguri, ma, quando era ormai a pochi passi, si immobilizzò, realizzando che lo sposo aveva un viso familiare, e,  dopo un secondo di lavoro degli ingranaggi del suo cervello, fu in grado di connettere il viso ad un nome, e, a questo punto, la mano che aveva esteso per salutare la coppia, si bloccò a mezz'aria, quello che aveva davanti era niente di meno che il calciatore del Milan, Rade Krunić. Ecco perché tutti quegli invitati, ecco perché le era stato detto che tenevano molto alla squadra del Milan. Superato lo sgomento iniziale, Ginny iniziò a sperare di riuscire a strappare al calciatore bosniaco un autografo e una foto e, chissà, magari anche qualche altro compagno di squadra era presente. Con questa nuova speranza, tornò in sé e, con uno dei suoi migliori e sinceri sorrisi, strinse la mano ad entrambi gli sposi e li fece accomodare in cortile dicendo che li avrebbero raggiunti a breve lei e i suoi colleghi con aperitivi e antipasti. 

Dove si tocca il cielo-Rafael LeãoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora